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- ARTE, FILIPPO PANSECA E LE SUE "SCULTURE IMPOSSIBILI"

25 maggio 2012

di anna scorsone alessandri

Giovedì 17 maggio 2012 è stata inaugurata la mostra: “Genesi di sculture impossibili”, personale di Filippo Panseca negli spazi RizzutoArte di Palermo. Venti le opere su carta, pezzi unici ed inediti, Panseca, il maestro del riciclaggio planetario della comunicazione. Le sue opere, vere e proprie icone contemporanee, non sono che un istante, un frammento di un flusso di immagini molto più complesso che costituisce la realtà dell’informazione telematica.

L’inaugurazione è stata preceduta da un incontro con l’artista che si è tenuta il 16 maggio 2012 presso la sede dell’Ersu, via G. Di Cristina. In quella occasione si è parlato di Digital computer art, e arte biodegradabile temi e ricerche che Panseca porta avanti da più di quarant’anni.
Filippo Panseca nasce a Palermo 1940 dove completa gli studi artistici. Dal 1964 al 1967 insegna figura ornato modellato presso il Liceo Artistico di Palermo e dirige la galleria “Il Chiodo”. Fonda insieme a Francesco Carbone il Gruppo Temposud. Nel 1964 insieme a Renato Guttuso viene invitato alla Quadriennale d’Arte di Roma; sono gli unici artisti siciliani.

Panseca oltre che di pittura inizia ad occuparsi di Design e Scenografia: nel 1976 si auto espone abusivamente ad Art 6 Basel presso le galleria d’arte più importanti del mondo e nel ’77 presso i padiglioni d’arte di tutte le nazioni presso la Biennale di Venezia. Il quotidiano La Repubblica esce nelle edicole con una sua opera originale tirata in 330.000 esemplari ed in vendita con il giornale a Lire 150. Insegna computer art all’Accademia di Brera. Durante gli anni ottanta continua le sue esperienze “fotodegradabili” alla Biennale di Venezia e, soprattutto, alla Triennale di Milano. Il più celebre esempio di “assenza nella presenza” è costituito dalla “Vittoria Effimera”, degradabile nell’arco di trenta giorni, che egli colloca sulla mano tesa del Napoleone di Canova nel cortile dell’Accademia di Brera, dove insegnava dal 1978.

La sua notorietà esplode nel 1980 quando comincia a realizzare le scenografie per il Partito Socialista Italiano, Ricevendo una bellissima critica da parte di Giampaolo Pansa, giornalista e scrittore, su Repubblica dopo aver visto la piramide installata all’Ansaldo per il congresso del 1989. Il popolo palermitano sembrava impazzito quando venne installato il garofano sul Monte Pellegrino nel Castello Utveggio di Palermo di quindici metri in occasione del congresso nazionale sempre del Partito Socialista Italiano.

La guerra del Golfo lo incolla davanti la televisione creando la pubblicazione di due album di fotogrammi stampati al computer, un vero e proprio capolavoro del giornalismo d’arte. Panseca si sente a suo agio in questa società post-industriale, così ricca di immagini vitali. Oggi si dedica alla computer graphic.

Panseca, maestro del riciclaggio planetario della comunicazione, con le sue immagini e i suoi fotogrammi digitalizzati e rielaborati, crea icone istantanee di quella molteplicità di momenti che costituiscono il flusso continuo di informazioni; personaggio particolare nel panorama della cultura italiana. Attualmente vive a Pantelleria dove dirige la MediArtUniversity.
La mostra dal titolo “Genesi di sculture impossibili” è visitabile fino al 16 giugno presso gli Spazi RizzutoArte di via Monte Cuccio 30 a Palermo. Orari 19.00 – 21.30. Ingresso libero.
Anna Scorsone Alessandri

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