- PABLO PICASSO AL PALAZZO REALE DI MILANO
18 settembre 2012
di
anna scorsone alessandri
Cresce l'attesa per la mostra di Picasso, che si terra' a Palazzo Reale a Milano dal 20 settembre al 6 gennaio. E' già partita la corsa ai biglietti: finora ne sono stati venduti 100mila, tra singoli e gruppi. Saranno esposte oltre 200 opere dell'artista, che ripercorreranno l'evoluzione della sua pittura dagli inizi fino all'ultimo periodo della sua vita.
Nelle numerose opere esposte, si avverte una febbricitante ansia di contatto con una umanità rigenerata, ricondotta al primigenio stupore, dai tratti puri "sgorgati" da una mente ingentilita dal desiderio di rinnovata speranza; è evidente in Picasso il rifiuto di facili soluzioni, frutto più di accademiche sollecitazioni che di un reale sentire il bisogno di rinnovamento, di ricerca, ma anche di scontro. Saranno esposte oltre 200 opere, molte delle quali mai uscite dal Museo Picasso di Parigi, che affolleranno le sale di Palazzo Reale di Milano, in occasione della grande antologica dedicata al grande artista spagnolo Pablo Picasso.
Saranno esposti capolavori come: La Celestina, L’uomo con il mandolino, Ritratto di Olga, Due donne che corrono sulla spiaggia, Paul come Arlecchino, Ritratto di Dora Maar e la supplicante. Leggende e mito aleggiano attorno alla figura di Pablo Picasso, riconosciuto come genio indiscusso dell’arte del XX secolo. A partire dall’agosto del 1914, allo scoppio improvviso della Prima Guerra Mondiale, molti artisti, poeti e scrittori sono costretti a partire o vanno al fronte come volontari.
Fra questi vi è anche Braque. Il compagno di avventura di Picasso tornerà solo nel 1916, ferito alla testa. Picasso noterà come l’amico sia completamente cambiato al punto che si rifiuta di andarlo a trovare in ospedale. Da allora si interromperà la loro collaborazione, che aveva permesso al Cubismo di nascere e imporsi come stile dominante dell’arte di quegli anni.
Seguendo lo stile del Cubismo sintetica già ormai pienamente giunto a maturazione, Picasso, realizza una serie di constructions utilizzando materiali molto diversi. Tali costruzioni sono rivolti principalmente al tema della natura morta e vengono realizzate principalmente con carta, legno e metallo. Successivamente esegue il bicchiere di assenzio, una scultura modellata in cera composta di un cucchiaio da assenzio e una zolletta di zucchero, inseriti in una serie di sei bronzi costituita dagli stessi elementi. Il bicchiere di assenzio è la prima proiezione in forma aperta di un oggetto dell’intera avventura cubista.
Le costruzioni e le nature morte del 1914 rappresentano il tentativo di creare una cosmogonia cubista fatta di violini e chitarre, pipe e bicchieri, dadi e bottiglie, carte da gioco e giornali realizzate il più delle volte in legno. Il 1914 non è un anno felice per Picasso perché la guerra allontana i vecchi amici la moglie si ammala. Nel 1919 esegue una serie di ritratti con una tecnica che non aveva mai usato prima, la litografia, e abbina la produzione di opere a soggetto realistico con altre di ispirazione decisamente cubista. Venerato e ricercato da tutte le istituzioni si susseguono grandi commissioni per l’artista, tra i quali il monumento per il Civic Center di Chicago.
Continua a creare come dimostrano le centocinquantasei incisioni intitolate Suite 156, realizzate tra il 1970 e il 1972 e, la serie di autoritratti dove compare l’immagine teschio quasi a scongiurare la propria morte che avviene l’8 aprile 1973 a Mougins.
La mostra a cura di Anne Baldassarri sarà presentata dall’Assessore alla cultura Stefano Boeri ed è visitabile fino al 6 gennaio 2013