- RENATO GUTTUSO: AL VITTORIANO UNA GRANDE MOSTRA DEDICATA AL GRANDE ARTISTA.
12 ottobre 2012
di
Anna Scorsone Alessandri
Roma, città in cui Renato Guttuso visse per oltre cinquant’anni.
Viene celebrata l’imponente mostra in occasione del centenario della sua nascita con cento opere nel Complesso Vittoriano fino al 10 febbraio 2013.
E’ la prima antologica che gli dedica la città di Roma grazie all’impegno di Fabio Carapezza Guttuso e Enrico Crispolti, e l’organizzazione di Alessandro Nicosia. Cento opere rappresentative dell’intero arco creativo dell’attività del grande maestro, protagonista carismatico della vita culturale romana, con voce seducente, ed eloquio colto e passionale.
Le opere esposte provengono dai musei più importanti d’Europa, italiani ed esteri, e da collezioni private, in modo da ripercorrere i diversi momenti espressivi dell’intera attività artistica del maestro siciliano. Per capire Guttuso è fondamentale poter approfondire la sua straordinaria capacità di intessere rapporti con altri artisti, anche impegnati in discipline diverse. Scrittori come Moravia, scultori come Moore, Manzù, poeti come Pasolini e Neruda, registi come Visconti, De Sica ebbero con lui rapporti di feconda collaborazione da cui sono nate illustrazioni per libri, scenografie, sodalizi talvolta sviluppatisi in movimenti artistici.
Renato Guttuso nasce a Bagheria (PA) il 26.12.1911: inizia a lavorare nella bottega del pittore di carri Emilio Murdolo, il giovane Guttuso inizia a tredici anni a firmare e datare i propri quadri. Si trasferisce a Roma nel 1931, espone alla prima Quadriennale appena diciannovenne e frequenta i pittori della Scuola Romana da cui assimila gli elementi di uno stile fortemente realista in polemica al plasticismo del Novecento e all’astrattismo. Di questo periodo in mostra sono esposte le bellissime nature morte. Dipinse una Roma profondamente suggestiva: attraverso le sue visioni del Colosseo, dei Tetti di Via Leonina, delle misteriose presenze nei giardini pensili romani, che emergono nella Visita della sera, scopriamo una Roma diversa, vibrante.
Fu un uomo della Resistenza, pittore della realtà e della militanza per la sua adesione al Partito Comunista Italiano nel 1940. Di questo periodo è il celeberrimo olio su tela, la Crocifissione, che suscitò un grande scandalo per la sua umanità dissacrante, venne condannato dal Vaticano e ora presente nella mostra romana come anche la Fucilazione. Inoltre, vengono presentate le opere che Guttuso aveva tenuto per sé nella sua collezione privata, dalle prime piccole tavole ai grandi quadri come la Fuga dall’Etna, La Spiaggia (dipinto coraggioso, fra quelli in cui si nasconde la figura di Picasso), La Vucciria (il mercato di Palermo), Il Caffè Greco, La Zolfara, I Funerali di Togliatti. In una dichiarazione fatta a Mosca all’apertura della rassegna che aveva al centro il grande quadro “Funerali di Togliatti” (che diverrà opera-manifesto della pittura antifascista) Renato Guttuso ebbe a dire una cosa che potrebbe apparire ovvia se – riferita a un pittore come lui, teso da sempre a fare del <semplice> il punto di convergenza, tormentatissimo di un complesso e straordinariamente ricco viluppo di elementi di cultura e di linguaggio – non suonasse invece quasi una sfida, specie in tempi di fin troppo proclamata inattualità del comunicare. La mia posizione è difficile, disse allora Guttuso, in quanto io sono un pittore che cerca la semplicità e la comunicazione più completa: con irreparabile fiducia (o sfiducia, quando se ne dà il caso) in un mondo che mi pare egli avverta, allo stesso modo, suo e degli <altri da sé>; un mondo insomma, al quale non si può comunicare pena la perdita non risarcibile della identità. I “Funerali” è uno di quei momenti del lavoro di Guttuso, in cui si segna un punto d’arrivo e di partenza, un quadro chiave come furono a loro tempo “La Crocifissione”, “L’Occupazione delle terre”, “La Battaglia al ponte dell’Ammiraglio. Tra le opere provenienti dall’estero spicca la Discussione della Tate Gallery di Londra; mai visto a Roma, il quadro dimostra nel piano obliquo delle tavole, nelle spirali bianche emesse dai fumatori l’influsso di Fernandez Léger, maestro cubista oltre all’amato Picasso. In seguito alla morte di Picasso, Guttuso dipinse una serie di composizioni commemorative: in mostra Il convivio: Picasso e i suoi personaggi.
Negli anni sessanta la figura femminile diventa dominante nella sua pittura, la sua musa ispiratrice e modella prediletta per lunghi anni è Marta Marzotto.
Renato Guttuso alla sua morte avvenuta a Roma il 18.1.1987 donò alla città natale, Bagheria, molte opere che sono state raccolte nel locale museo di Villa Cattolica (Villa Settecentesca di Bagheria) dove egli stesso venne sepolto. La sua tomba è opera dello scultore Giacomo Manzù.
La mostra potrà essere un piacevole incontro culturale nonché l’occasione per conoscere da vicino in tutta la sua dirompente forza espressiva uno tra i pittori più rappresentativi del Novecento europeo.
Complesso Vittoriano di Roma - Orario: aperto tutti i giorni Lunedì – Giovedì: 9,30 – 18,30, Venerdì – Sabato: 9,30 – 22,30, Domenica 9,30 – 19,30. – Tariffe: Ingresso € 12.00 – ridotto € 8.50
.