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- SEDUTO ALLA SCRIVANIA

30 marzo 2012

di Claudio Alessandri

 

   Gennaio 2012
 
 
 

SEDUTO ALLA SCRIVANIA


Seduto alla scrivania della mia stanza

guardo nel vuoto nell’attesa di un’idea

il mio cervello è come una macina

che rotea infrangendo frutti senza succo

stride rabbiosa nel vuoto doloroso

rimango in attesa e sento il tamburellare

della pioggia sui vetri della vicina finestra

volto lo sguardo e osservo le gocce

che lente scivolano lungo la lastra trasparente

corrono veloci poi, s’arrestano,

per un attimo indecise

riprendono il cammino, ma sono incerte

avanzano, si arrestano, in linea retta

si contorcono all’improvviso cercando altra via

è evidente la loro sofferenza

sono incerte del loro destino

e temono una fine ignota

forse torneranno nubi alte nel cielo

forse si esauriranno in una piccola pozza

e a nulla vale ritardare una fine certa.

Così sono le frasi che scrivo,

incerte, nella speranza

di comporre un racconto d’amore,

una favola, una poesia

o forse tante parole vuote senza sostanza

gocce di pioggia che scivolano su un vetro

anonime parole affidate ad una speranza

che, alla fine, darà vita ad una piccola pozza

che lenta diverrà vapore senza lasciare

significativa traccia.

         
   Claudio Alessandri

 


 

- SEDUTO ALLA SCRIVANIA