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- PEPPINO IMPASTATO - OLTRE I CONFINI DELLA MEMORIA.

6 maggio 2012

di anna scorsone alessandri

 Ritengo opportuno tracciare un breve cenno su Peppino Impastato, per avere anch’io   l’illusoria sensazione “nel mio piccolo “di avere contribuito.Peppino Impastato era nato a Cinisi nel 1946 da famiglia mafiosa: ha frequentato il liceo classico del suo paese ed assieme ai giovani fonda un giornale.

Aveva un destino segnato Peppino, lui era il ribelle militante di una sinistra che si componeva e si divideva, si porta nelle liste di democrazia proletaria e il 30 maggio 1978 ad appena  cinque giorni prima della sua elezione viene ucciso,  stordito con una pietra  e poi fatto saltare in aria con una carica di tritolo. 
 
Peppino parlava dai palchi improvvisati, si faceva ascoltare dai microfoni di Radio Aut, una radio libera autofinanziata. (oggi chiamata  “casa 9 maggio in ricordo della sua tragica morte). Lui faceva nome e cognomi di politici e mafiosi e denunciava quotidianamente gli avvenimenti mafiosi che avvenivano a Cinisi e Terrasini.
 
In una breve nota biografica Peppino scrive: …Arrivai alla politica nel lontano novembre del '65, su basi puramente emozionali: a partire cioè da una mia esigenza di reagire ad una condizione familiare ormai divenuta insostenibile. Mio padre, capo del piccolo clan e membro di un clan più vasto, con connotati ideologici tipici di una civiltà tardo-contadina e preindustriale, aveva concentrato tutti i suoi sforzi, sin dalla mia nascita, nel tentativo di impormi le sue scelte e il suo codice comportamentale. E' riuscito soltanto a tagliarmi ogni canale di comunicazione affettiva e compromettere definitivamente ogni possibilità di espansione lineare della mia soggettività. Approdai al PSIUP con la rabbia e la disperazione di chi, al tempo stesso, vuole rompere tutto e cerca protezione... 
 
Oggi a 34 anni dalla morte di Peppino Impastatol’Associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato  hanno organizzato una marcia simbolica a Cinisi a cui parteciperanno sindacati, associazioni e cittadini, ma anche  sindaci. Percorreranno insieme i cento passi che separano la casa di  Peppino Impastato da quella del boss Gaetano Badalamenti, casa che era stata simbolo della mafia degli anni ’70, una palazzina di due piani che Giovanni Falcone e Paolo Borsellino avevano sequestrato nel 1985.
        Anna Scorsone Alessandri

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