- REMO BRINDISI, CIVICO MUSEO PARISI VALLE, MACCAGNO (VA).
1 agosto 2013
di
anna scorsone alessandri
Prima di iniziare un mio commento su Remo Brindisi voglio riportare un suo scritto trovato in uno dei tanti libri in mio possesso:
”Ho vissuto a Venezia durante l’ultima guerra nella trepidazione e nella angoscia della fame. Questa situazione di totale indigenza mi ha fatto vivere nella precarietà e nella vulnerabilità più assolute. Da qui la necessità più segreta di inventarmi una storia plastica e colorata che avesse come protagonista questo straordinario paesaggio. In tale intuizione ho impegnato tutta la mia vita pur così critica e debole in quei momenti terribili.
Da tutta questa operosità interiore scaturì solo una ammirata contemplazione e qualche appunto disegnato come promemoria.
Per sopravvivere io e il mio compagno d’avventura Marcello Mastroianni dipingevamo qualche immagine di Venezia su dei foulards che venivano venduti come souvenir in Piazza San Marco, con i pochi soldi che potevamo procurarci vivevamo in un abbaino, senza riscaldamento, di non più di quattro metri quadri, nel quale io e Marcello, giovani e belli, davamo spettacolo di miseria e di fame.
Si immagini se potevo prendere sul serio questo paesaggio dopo averlo reso così decorativo. Il segreto, invece, mi fu all’improvviso svelato qualche anno dopo a Milano.
In un caldo pomeriggio dipinsi un quadro raffigurante la città lagunare, nel quale il nero, il catrame delle palafitte, saliva verso il giallo, l’oro bizantino, poi verso il bianco dei palazzi e delle chiese. Tutto veniva per incanto, tre anni dopo aver lasciato la città e la scoperta della mia personalità si fece avanti fino ad essere linguaggio, senza forzature, con la rivelazione, a me giovanissimo, che un’opera d’arte nasce soltanto dalla vita”.
Milano, novembre 1990 -
Remo Brindisi
Remo Brindisi, protagonista della scena artistica italiana dagli anni ’40 agli anni ’90, ha contraddistinto lo sviluppo della pittura nel XX secolo e influenzato la formazione di varie generazioni. Famoso per i volti ed i paesaggi: le “Venezie”, gli “Oppositori”, le “Maternità” i “Pastorelli” che sono i temi ciclici maggiormente ricorrenti. Remo Brindisi vede la luce il 25 aprile del 1918 a Roma. Presto entra in contatto con l’atmosfera artistica, il padre è insegnante presso la Scuola d’Arte di Penne di scultura in legno, dove Brindisi apprende i primi rudimenti del disegno.
Successivamente studia a Pescara, l’Aquila e Roma, frequenta la Scuola d’Arte di Urbino, viaggi di studio a Firenze, Parigi e Venezia, sino a trasferirsi stabilmente a Milano. Nelle opere giovanili è particolarmente descrittivo e lirico, ispirato all’impegno politico e civile, richiamandosi all’espressionismo con chiari intendimenti informali.
Brindisi apprende rapidamente e con profitto, e segue i suoi studi presso il Centro Sperimentale di Scenografia di Roma. La tragedia della seconda guerra mondiale non lo risparmia, una esperienza che insieme alla prigionia sofferta in Germania segnerà e, non poco, un mutamente caratteriale che si ripercuoterà sul suo pensiero civile e conseguentemente artistico. Artista, insegnante, presidente della Triennale di Milano, Commissario alla Biennale di Venezia, Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Macerata, ha rivestito ruoli centrale della dialettica cristiana collegando strettamente i temi sociali e politici ai valori artistici.
Il senso della Storia, la laicità della Fede, la visione civile, hanno sempre alimentato il pensiero e l’opera di Brindisi, lo testimoniano i cicli pittorici che segnano la sua attività e fondano la costante poetica con l’interpretazione del proprio tempo, l’autorevolezza critica e l’ottica sociale. Ha dipinto opere a oggetto sociale e politico, fra cui spicca il ciclo Storia del Fascismo (1957-62). Ha creato i simboli portati in processione come il Venerdì Santo, l’Aquila colpita titolo riferito all’assassinio di Aldo Moro, numerosissime opere di Brindisi si ispireranno a splendidi scorci della città lagunare, opere particolarmente gradite al grande pubblico.
La prima personale di Brindisi si svolgerà a Firenze nel 1940 con la presentazione in catalogo di Eugenio Montale. Successivamente è invitato alle maggiori rassegne pubbliche tematiche ed ha conseguito numerosi premi. Ha esposto mostre personali nelle maggiori città italiane ed estere (Parigi, Nizza, Milano, Zurigo, San Paolo del Brasile).
Ha dipinto grandi opere murali a tema sociale e politico, sino alle scenografie per l’Arena di Verona. Impeto di forti tensioni e lirismo della memoria si coniugano come filo logico e comune denominatore nell’intero percorso. Al Lido Spina, l’Artista, costituisce un museo con le opere maggiori di artisti contemporanei.
Artista d’alto profilo che oggi, a quasi vent’anni dalla sua morte, merita una acuta attenzione.
La mostra, in collaborazione con l’Archivio Remo Brindisi a cura della Galleria Pace di Milano, progettata da Claudio Rizzi con la partecipazione di Elena Banderali e l’apporto di collezionisti e prestatori, presenta prevalentemente oli su tela, a sintesi del percorso dell’artista, dagli anni ’50 agli anni ’90.