La materia e la luce”, è il titolo della mostra dedicata a un particolare aspetto della produzione artistica di Treccani. La mostra vede l’esposizione di sculture in maiolica decorata, piatti dipinti, vetri e smalti realizzati tra i primi anni cinquanta e la metà degli anni duemila. In particolare 11 piatti in vetro, 35 opere in ceramica: piatti, sculture e vasi; 19 smalti, una decina di tele di collezione privata, 179 opere grafiche e 5 smalti della collezione Studio Treccani. Corredano la mostra cataloghi, materiali d’archivio, corrispondenza provenienti dall’Archivio Treccani. La mostra intende approfondire questa produzione, mettendo in luce i legami tra le opere in mostra e la produzione pittorica e figurativa, insieme alla documentazione di progetti a largo respiro come le grandi vetrate, Energia e luce e la facciata della Casa delle rondini. Questi lavori non costituiscono qualcosa di marginale rispetto alla pittura, ma sono parte integrante della sua ricerca artistica, non soltanto per la continuità dei soggetti rappresentati: paesaggi, volti, figure, siepi e i cieli dei suoi quadri, e nemmeno soltanto per la continuità del modo di lavorare di Treccani, di intendere il suo mestiere di pittore, sempre agli incontri con le persone e ai luoghi. In questo tipo di produzione si evidenziano in particolare due componenti: la materia e la luce. “Il mio problema – ha scritto infatti una volta, ma è una questione su cui è tornato a più riprese – è la distruzione del colore e la creazione della luce. Quello che conta è la luce della composizione che risulta dai rapporti del colore. Ma la creazione della luce nella composizione incontra, nel fare artistico, la limitazione dei materiali da cui la stessa invenzione creativa può nascere: “L’artista scrive ancora il pittore – è un uomo che si conquista un mestiere. Qualsiasi soluzione per realizzare i sogni di un’artista dipende dai mezzi impiegati. I materiali hanno una straordinaria importanza nell’espressione, essi accompagnano il lungo cammino che porta all’immagine. In una certa misura essi determinano il risultato prima del loro impiego. La proposta creativa è legata alla scelta dei mezzi, i colori acrilici invece dell’olio, la tela piuttosto che il muro o altro supporto rappresentano un vincolo necessario all’immagine. E’ un errore contrastare il valore dei mezzi. Può sembrare un paradosso eppure solo facendo proprie fino in fondo le ragioni dei materiali e accettando i condizionamenti del procedimento, si libera la sostanza dell’invenzione artistica che è di natura soggettiva”. Questa piccola ma intensa rassegna, nell’accostare opere di materia tanto diversa, vetro, smalto, ceramica ma anche qualche tela, ognuna delle quali richiede procedimenti particolari ed ha, nelle tonalità della luce, una resa differente, mostra come l’artista abbia saputo far proprie fino in fondo le ragioni dei materiali e, accettando i condizionamenti del procedimento, sia riuscito a liberare la sostanza della sua invenzione.


Ernesto Treccani nasce a Milano il 26 agosto del 1920 fin da giovanissimo “respirò” nell’ambiente familiare una determinante atmosfera di grande cultura, suo padre fu il fondatore della celeberrima enciclopedia, ancora giovanissimo, mentre era impegnato negli studi universitari di ingegneria, sentì il richiamo prepotente per la pittura avvertendo in questa espressione artistica il modo più confacente per estrinsecare i suoi più intimi sentimenti che si propagavano al campo politico, logica conseguenza, entra a far parte dei gruppi progressisti del mondo artistico che non temevano di esprimere il loro dissenso nei confronti della “preconfezionata” cultura fascista. Fondatore e direttore della rivista “Corrente”, poté esprimere, pubblicamente le sue idee, anche se non gradite al regime fascista imperante. La sua prima esposizione venne ospitata dalla “Bottega di Corrente” insieme ad artisti che, nel tempo, divennero delle icone della pittura italiana e mondiale, Birolli, Guttuso, Migneco e Sassu, solo per citarne alcuni, sempre la stessa “Bottega” ospitò nel 1943 sue opere nell’ambito di una collettiva che vide esporre Cassinari e Morlortti. Treccani era l’artista che non si cullava sugli allori, continuò a sperimentare, quasi a volere esorcizzare l’immobilità che l’età e la malattia, lo relegarono su una poltrona, una limitazione dinamica che non rappresentò un ostacolo insormontabile al suo modo di operare abituale anzi costituì uno stimolo mnemonico per la sua mente vivissima, visioni osservate e riposte nello “scrigno del bello”, un tesoro accumulato negli anni, i suoi colori sempre vivi come un tempo, per nulla diluiti nell’avanzare degli anni che fiaccano le membra, ma non riusciranno mai ad ottenebrare la genialità artistica di un Maestro come Ernesto Treccani. Muore a Milano 27 novembre del 2009.

Catalogo La materia e la luce. Vetri, ceramiche e smalti di Ernesto Treccani. Testi di Maddalena Muzio Treccani, Giorgio Seveso, Silvio Riolfo. Edizioni Scalpendi
La mostra aperta fino al 21 giugno 2013 è stata allestita nelle sale espositive della Casa delle Rondini, che prende il nome della facciata in ceramica policroma realizzata da Ernesto Treccani nel 1985 in Via Carlo Porta n. 5 – Milano – Orari: martedì, mercoledì e giovedì 9.12,30 / 15-18,30. Venerdì 15-18,30. Ingresso libero.
http://news.abc24.it/news/ernesto-treccani-la-mate ria-e-la-luce-di-anna-scorsone-alessandri.html
http://ca.siamotuttigiornalisti.org/it/content/ern esto-treccani-la-materia-e-la-luce