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- TIZIANO, SCUDERIE DEL QUIRINALE, ROMA

8 aprile 2013

di Anna Scorsone Alessandri

E’ in corso a Roma la mostra di Tiziano, cittadino dell’Urbe (un onore concessogli dal papa Farnese nel 1546).
La mostra ripercorre i tratti salienti dell’inarrestabile ascesa del grande artista italiano; dagli esordi veneziani in seno alle botteghe di Giovanni Bellini e Giorgione all’autonomia acquisita con le grandi tele per i dogi, gli Este e i Della Rovere fino ad arrivare alle committenze imperiali di Carlo V e poi del figlio Filippo II.

Tiziano si distingue per il magistrale senso del colore e l’evoluzione di una pennellata capace di travalicare i limiti dell’immaginario pittorico. La forza motoria, l’energia del colore, diventa qualcosa di più di un ingrediente coloristico, Tiziano la trasforma, per così dire, in un fluido immateriale, in un fattore autonomo in grado di suscitare anche solo, indipendentemente dalla composizione plastico – lineare, quella partecipazione spirituale che costituisce per noi la caratteristica più importante della nuova arte.

Non ci si emoziona in Tiziano per ciò che si vede rappresentato, ma per ciò che è amalgamato dentro un colore che sembra non aver bisogno di studio perché esce dalla sua mano fluido e caldo come sangue.
La mostra in totale circa 40 dipinti, provenienti dai maggiori musei internazionali, consente di ammirare in un'unica rassegna le tappe salienti di una lunga ed inimitabile carriera, dagli esordi veneziani alle grandi tele, appunto, per i dogi fino alle committenze imperiali di Carlo V e Filippo II d’Asburgo in Spagna.

Non sono molti i quadri esposti, ma sufficienti a ricostruire il ritratto di Tiziano Vecellio, soprattutto se si considera il livello qualitativo delle opere esposte come “Il Concerto”: la tela attribuita inizialmente a Giorgione, a partire dalla fine dell’Ottocento è stata assegnata dai critici a Tiziano, che la realizzò probabilmente nel 1507-1508, “Flora degli Uffizi” raffigurante una giovane donna. La tela, riprodotta in numerose incisioni a partire dal XVI secolo, è uno dei capolavori del giovane Tiziano: Danae, dipinto mitologico, Danae, figlia del re Argo Acrisio, prigioniera in una torre di bronzo, viene sedotta da Giove trasformatosi in una pioggia d’oro. Riproducendo la metamorfosi terrena del padre degli dei, Tiziano realizza questo quadro stendendo il colore sulla tela con pennellate morbide e sfatte, con una tecnica che esclude il disegno preparatorio. E poi La Pala Gozzi di Ancona, Carlo V con il cane; l’Autoritratto del Prado, questo dipinto costituisce uno dei due autoritratti del Tiziano indubbiamente autografi. Alcuni studiosi datano questo ritratto intorno al 1550, per il suo aspetto ancora vigoroso. Il percorso continua col quadro della Punizione di Marsia, ed inoltre un autoritratto che raffigura l’ottantenne pittore serio e quasi malinconico. Il volto lascia intuire un rovello esistenziale: a che mi serve la mia fama se la vita mi sfugge”.

Sono alcune delle opere più conosciute di Tiziano che sono esposte alle Scuderie del Quirinale. Aperta fino al 16 giugno e organizzata da Giovanni C.F. Villa, che riporta a Roma, dopo oltre quattro secoli, Tiziano e i suoi capolavori, riportando alla memoria quella cittadinanza onoraria di cui con lungimiranza egli era stato insignito in Campidoglio da papa Farnese.

Elisabetta Rasy scrive per il catalogo della mostra di Tiziano (edito da Silvana), “l’orgoglio di un uomo che si è fatto da sé (non era figlio d’arte) e ha saputo imporre nell’Europa del suo tempo un marchio di fabbrica, un brand come dicono oggi gli esperti del marketing”.

Una mostra concepita per concludere idealmente l’ampio progetto di rilettura della pittura veneziana e di riflessione sul ruolo cardine che essa ha avuto nel rinnovamento della cultura italiana ed europea.
Tiziano Vecellio nato a Pieve di Cadore  tra il 1477 e il 1480 circa (data non certa) appartiene ad una famiglia nota e agiata,  muore a Venezia il 27 agosto del 1576 di peste che un mese prima aveva portato via anche il figlio Orazio. Un provvedimento speciale gli risparmiò la fossa comune ma, date le circostanze, il pittore fu sepolto con una cerimonia frettolosa.
In seguito bastarono cinque anni al figlio Pomponio per dilagare tutto il patrimonio del pittore più ricco della storia.
Tiziano non lasciò dopo di sé una bottega né una scuola: egli preferiva avvalersi di collaboratori che non avessero uno stile personale. Tuttavia la sua lezione e i suoi colori hanno attraversato cinque secoli, perché anche noi possiamo rivivere quell’emozione, quell’equilibrio di senso e di intellettualismo umanistico, di civiltà e di natura, in cui consiste il fondamento perenne dell’arte di Tiziano.
Una mostra ideata, grazie al sostegno e ai prestiti delle massime istituzioni museali italiane e straniere, per far comprendere al grande pubblico l’eccezionalità di un artista come Tiziano

Il catalogo scientifico è edito da Silvana Editoriale con i contributi di alcuni fra gli studiosi più riconosciuti del grande maestro veneto.
 
Scuderie del Quirinale
Via XXIV Maggio 16, Roma.
Orario: da domenica a giovedì dalle 10.00 alle 20.00, venerdì e sabato dalle 10.00 alle 22.30.
L’ingresso è consentito fino a un’ora prima della chiusura.
Biglietto intero € 12.00, ridotto € 9,50
Biglietto integrato Scuderia del Quirinale + Palazzo delle Esposizioni
Intero € 20.00 ridotto € 16.00 – scuole € 6.00. fino al 16 giugno 2013    

http://www.italiainformazioni.com/italia-informazi oni/41484/tiziano-a-roma-alle-scuderie-del-quirinale 

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