- GIAMBATTISTA TIEPOLO - VILLA MANIN, CODROIPO (UD).
16 dicembre 2012
di
Anna Scorsone Alessandri
Dal 15 dicembre 2012 al 7 aprile 2013 la fastosa dimora dell’ultimo Doge di Venezia, si fa scrigno di dipinti sacri e profani di Giambattista Tiepolo.
Un evento a cura di Giuseppe Bergamini, Alberto Craievich e Filippo Pedrocco programmato da quattro anni, e atteso a livello internazionale e di importante impegno organizzativo per numero e qualità di opere esposte presso il Palazzo patriarcale di Udine, ora Museo Diocesano dove Tiepolo affrescò il soffitto dello Scalone d’onore, la Galleria degli Ospiti, la Sala Rosa e la Sala del Trono, e a Trieste, al Civico Museo Sartorio, che custodisce oltre 250 disegni.
Giambattista Tiepolo è senza dubbio il pittore veneziano più celebre del Settecento: l’instancabile realizzatore di imprese monumentali su tela o affresco, vero e proprio detentore del monopolio tanto nella decorazione dei palazzi, quanto delle ville. Accanto all’esame dei singoli dipinti vengono ricordati i maggiori committenti e gli intellettuali, come Scipione Maffei, i cugini Zanetti, Francesco Algarotti, che hanno seguito l’artista fin dagli esordi, influendo sulla sua formazione culturale; molto attento e preciso divenne presto pittore di grande fama.
Molte delle opere esposte hanno rischiato di essere compromesse da recenti eventi bellici.
Tiepolo nasce nel marzo del 1696, in corte San Domenico, nel popoloso sestiere veneziano di Castello, in un ambiente estraneo al mondo dell’arte, pur tuttavia nel 1710 entra a far parte della bottega di Gregorio Lazzarini, uno degli artisti più affermati in quel momento, sa usare diverse intonazioni stilistiche in funzione del tema da trattare e per assecondare i gusti dei committenti; Tiepolo vi rimane fino al 1717, quando il suo nome appare per la prima volta nella Fraglia dei pittori veneziani.
Inizialmente viene incaricato di realizzare copie grafiche di dipinti cinquecenteschi, preparatorie per alcune delle incisioni che compongono il “Gran Teatro delle pitture e delle prospettive di Venezia”. Questo lavoro oscuro di copista gli consente di impadronirsi di varie tecniche; questa attenzione al continuo studio delle opere di altri artisti sarà costante in tutta la sua attività. Tiepolo si dimostra fin da subito di sapersi muovere in diverse direzioni stilistiche, in ossequio, probabilmente, ai desideri dei committenti.
Lavorando presso la bottega di Gregorio Lazzarini. Tiepolo ottiene le prime commissioni importanti: all’Ospedaletto e nella casa del doge allora in carica Giovanni II Corner, dove – giusta la testimonianza del Lazzarini, Vincenzo Da Canal “presiedeva alla distribuzione delle cose pittoriche”, tuttavia non mancano dipinti realizzati per altri committenti. Ma la sua personalità emerge presto, Tiepolo fin dalle prime opere già si distacca dal Lazzarini per sviluppare una originale visione, usa una tecnica pittorica rapida e sicura, che gli permetterà di affrontare con velocità incredibile la decorazione ad affresco di immensi spazi in chiese, palazzi e ville.
Lo stile personale di Tiepolo è caratterizzato da un colorismo caldo con toni chiari, che richiama i modi di Sebastiano Ricci, ma, al di là dell’intonazione coloristica diversa, sono comuni a queste opere la grafia nervosa, secca dei contorni e la ricchezza materica della pennellata libera, sciolta e fremente. La caratteristica delle sue opere è la grande spettacolarità: i suoi dipinti sono sempre sorprendenti, le scene sembrano spontanee e naturali, coinvolgenti dal punto di vista emozionale. Una serie di affreschi che avviano una felicissima fase espressiva sono quelli realizzati nel soffitto della chiesa veneziana dei Gesuati del 1737, a Milano, chiamato dal cardinale Erba Odescalchi per realizzare alcuni affreschi nella basilica di Sant’Ambrogio: realizza tre pale per il patriarca Dolfin a Udine, destinate alla chiesa di Santa Maria Maddalena e altre due al Duomo; e la serie con le Scene della Passione del 1738-40, interpretati con stile teatrale, in Sant’Alvise a Venezia.
La sua fama di pittore universale è dovuta ai grandi cicli di affreschi, opere di carattere sacro, agli intensi ritratti e figure intere che fanno parte della sua intensissima attività, ma soprattutto quelli realizzati a partire dal 1745.
Dipinge sette pale per la chiesa reale di Aranjuez, oggi divisi tra il Museo del Prado di Madrid e il palazzo Reale di Madrid, con solitarie figure di santi collocati in paesaggi vuoti e realistici.
Particolarmente piacevoli sono i dipinti di contenuto storico o mitologico, nei quali il pittore sprigiona tutta la sua irruenta capacità espressiva: egli non si limita a visualizzare famose vicende del passato ma indaga l’intima natura dei protagonisti facendone emergere passioni e individualità.
Giovan Battista Tiepolo muore improvvisamente il 27 marzo 1770 a Madrid e viene sepolto nella chiesa di San Martin: a causa della successiva distruzione della chiesa, i resti del grande artista sono andati perduti. La notizia della sua scomparsa giunge a Venezia un mese dopo, il 21 aprile.
Giambattista Tiepolo è stato uno dei pochi artisti che hanno goduto in vita fama e stima dei contemporanei. La sua arte è stata apprezzata con continuità anche dopo la sua morte.
Molto curato, l’apparato didattico e le visite guidate.
Villa Manin – Codroipo (UD) – Piazza Manin 10 (frazione Passariano)
Orari: lunedì – venerdì 9-18; sabato, domenica e festivi 9-19; 25 dicembre 14-19; 31 dicembre 9-14; 1 gennaio 11-19.