- VINCENZO NUCCI "SICILIA" RICORDI DI LUCE.
17 febbraio 2014
di
anna scorsone alessandri
Presso la Galleria Lombardi di Roma è in corso la mostra “Sicilia: Ricordi di luce di Vincenzo Nucci”, presentazione i n catalogo di Valentina Di Miceli.
In esposizione n. 14 tele di grande formato realizzate tra il 2005 e il 2013 che raccontano il paesaggio: sono impressioni di memorie e di luce, sono la nostalgia per cose che la Sicilia di oggi sta inesorabilmente cancellando. Il mistero di Nucci è il suo studio, in una di quelle case, in salita sul porto, che formano la parte araba della città di Sciacca. Lì prendono forma i ricordi e nascono le architetture e i giardini guardando, attraverso una finestra di forma allungata come i suoi quadri, solamente il mare senza orizzonte, le palme, le bouganvillea…
Prendo in prestito le parole da un articolo di Claudio Alessandri dal titolo: Vincenzo Nucci - I Paesaggi del Sole… ”Ancora bambino, appena sottratto alle nebbie padane ed esposto al sole immenso, ustionante dell'estate siciliana, in un paesino non lontano da Palermo; piccole case, bianche di calce, lungo strade anguste, polverose ed abbaglianti divennero la nostra nuova realtà, lontana dalla tristezza che ci aveva assalito, ma che noi avevamo accolto scrollando le spalle esili di fanciullo. All'estrema periferia di quel paesino, verso il mare placido, affiancata alla tortuosa, antica strada statale, sorgeva una piccola stazione con un altrettanto piccolo giardino irto di palme e di bouganvillea, in quella stazione non si fermavano i treni "importanti", questi sfrecciavano sferragliando lanciando un fischio lacerante, quasi un insulto, ad atterrare qualsiasi residua speranza di quell'umile luogo. Nei pressi della stazione, nella parte signorile del paese, sorgevano alcune ville di villeggiatura, di una borghesia benestante, costruzioni non pretenziose, ma desiderose di distinguersi dalle altre case "contadine", quelle ville dall'atmosfera decadente, erano ornate da giardini fioriti in una confusione "selvaggia", senza ormai alcuna pretesa, ma orgogliosi di ospitare altissime palme al cui tronco "scagliato" si arrampicava l'edera e fiori parassiti, rossi come il fuoco. Oggi, dopo tanti, troppi anni rivediamo quelle villette e quei giardini nei quadri di Vincenzo Nucci e la commozione ci assale: è la memoria che rivive e con lei la nostra gioventù sfrenata e felice. Queste nostre libere e liberatorie riflessioni, scaturiscono abbondanti osservando i numerosi oli e pastelli di Vincenzo Nucci e non possiamo non rimanere colpiti da sapienti tagli di luce che segmentano il supporto senza mai interrompere una narrazione coerente e commovente”.
I paesaggi di Nucci non possono che essere siciliani. Tutto è siciliano… i tagli sulfurei dei raggi solari, le palme orgogliose dalla copiosa chioma, i rossi senza titubanze della bouganvillea, l'azzurro del cielo sereno, l'ocra invecchiata delle ville scrostate dal tempo e dall'incuria…tutto è siciliano, anche l'anima pervasa dai sentimenti di speranza e dalla volontà di un vivere felice e in armonia.
L'emozione che proviamo nell'osservare le opere di Nucci, non vibra solo per piacere visivo, ma nasce da un qualcosa che si risveglia dentro di noi ogni volta che abbiamo la ventura di imbatterci in un artista che reca con sé il seme dell'originalità e, in essa, scorgiamo ciò che il futuro darà a questa arte, ovvero certezza e consensi in contrapposizione alla banalità e alla presunzione sempre più dilagante in un mondo che cerca di volgarizzare anche i sentimenti più puri.
La mostra sarà visitabile fino all’1 marzo 2014 presso Galleria Lombardi, Roma – Via Urbana n.8/A.
Orari: martedì – sabato 10,30 – 13 e 16,30 – 19,30