- LUCIO DEL PEZZO: SCULTURE, DISEGNI, LIBRI D'ARTISTA, IMMAGINI E DOCUMENTI 1959 - 2013.
6 gennaio 2014
di
anna scorsone alessandri
È in corso presso il Museo della Scultura Contemporanea Matera MUSMA la mostra di Lucio Del Pezzo figura chiave di una “pittura oggettuale”: il maestro napoletano quasi “gioca” con la scultura, dando alla materia e agli oggetti di cui si serve il compito di narrare storie, sentimenti, pregi e difetti dell’odierna società consumistica.
Del Pezzo, nasce nel 1933 a Napoli, ove è stato tra i fondatori del “Gruppo 58” (una delle situazioni e realtà artistiche tra le più vivaci in quegli anni così ricchi di fermenti. Lucio Del Pezzo non è certamente un artista ordinato, si trasferisce a Milano e poi a Parigi per un lungo periodo dal 1964 al 1979, dove prende in affitto l’antico studio di Max Ernst che era il suo maestro ideale: infatti, tutto avrebbe fatto, fin da ragazzino, nel segno di Max, entrando in contatto diretto con i luoghi e il clima delle avanguardie di inizio del secolo. Ha modo di approfondire la sua ricerca artistica continuando ad elaborare uno stile del tutto personale.
Del Pezzo, è un uomo libero e si comporta come tale di fronte agli oggetti della sua creazione, giochi, bilboquets, sfere o squadre. Ecco perché la sua opera ci incanta: suona sempre giusta, si sviluppa in armonia, grazia e agilità, evitando gli errori: un carnevale misurato, dove, di danza in danza, la verità ha sempre l’ultima parola. I rilievi di Del Pezzo sono extra-dimensionali, sono delle note tolte dal diapason dello spazio. Oggi sono le immagini, le sollecitazioni visuali standardizzate, normalizzate, funzionalizzate che la nostra società di mass media produce in eccesso. Tra i colori prediletti c’è l’oro: il metallo che più affascina gli alchimisti, per il suo significato metafisico e trascendente e che dà alle composizioni un effetto sacrale.
Lucio Del Pezzo parlando del talento dice: “Se non proprio il talento, si eredita l’attitudine all’arte, cioè la facilità di accesso al mestiere; un certo sentiero da percorrere e che è già tracciato, le conoscenze necessarie, l’ambiente predisposto, l’atmosfera propizia.
Io non vengo da una famiglia di artisti; ma forse un filo ereditario l’ho anch’io; mia madre era artigiana e così mio padre. Da loro ho ereditato, da una parte il senso del fare, della manualità, dall’altra un preciso codice di cultura e di vita.
Avevo uno zio che appena poteva si metteva a suonare il violino ed era la cosa che gli importava di più. Avevo un altro zio che dipingeva, faceva delle cose orribili, ma era felice.
Certo, imparare viene dopo; del resto non è neppure vero che l’arte sia ispirazione pura; è lavoro duro, continuo, giorno dopo giorno, e anche di notte quando un progetto ti ronza in mente e hai tempi brevi, o quando l’immagine immaginata tarda a realizzarsi o resta a lungo sfuggente.
Occorre cultura e lettura, e aggiornarsi, e conoscere le novità del settore, vedere, e informarsi sul lavoro di altri artisti, perché io sono curioso di ciò che si fa in giro. Occorre l’ispirazione, ma anche tante altre cose; occorre inchiodare, martellare, incollare, tagliare, sezionare, impastare, filtrare, integrare e blandire i colori: tutto per dare forma a quello che vedi tu, e solo tu, anima e corpo. Le mani lavorano, il cervello lavora attorno a quello che il talento, quando c’è, intuisce”.
Lucio Del Pezzo in concomitanza delle feste natalizie presenta il suo presepe.
L’opera che riunisce i protagonisti della tradizione: Bambino, Madonna, S. Giuseppe, bue e asino, Re Magi, due pastori e stella cometa, si compone di figure stilizzate che, messe in risalto danno forti colori. Le figure della scena sacra sono costruite con cilindri colorati, cerchi, sfere, losanghe con colori che paiono frammenti di arcobaleno. Inevitabile vedere in questi colori anche un rimando alle tradizioni e alle atmosfere della città partenopea, evitando sempre la sua propensione per l’armonia e la misura. La mostra ospitata nelle Sale della Caccia e nella Biblioteca Scheiwiller, consta di cento tra disegni, collages, acquarelli, e quindici sculture, che coprono un periodo che va dal 1958 al 2013, documentando i vari aspetti della ricerca e del pensiero del maestro.
Museo della Scultura Contemporanea Matera MUSMA
Via San Giacomo (Sasso Caveoso) Matera
Orario: martedì – domenica 10,00 – 14,00, lunedì chiuso