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- FEDERICO II E I MISTERI DI CASTEL DEL MONTE. PARTE SECONDA -

8 aprile 2009

di Claudio Alessandri

Seguito dello studio iniziato su SiciliaInformazioni del 30 marzo 2009.

Prima di proseguire nella narrazione delle caratteristiche costruttive di Castel del Monte, un edificio unico nel suo genere che stimola indubbiamente ammirazione per l’ideatore del progetto e la curiosità per le vicende reali e fantastiche che avvolgono in una atmosfera di mistero quell’edificio chiamato ancora oggi, forse impropriamente “Castello”.

Ernst Kantorowicz, uno dei massimi studiosi che si dedicarono alle vicende umane civili e politiche di Federico II mantenendo una linea di pensiero il più possibile obiettiva, ci fornisce delle nozioni importantissime riguardanti Castel del Monte; le probabili motivazioni della sua edificazione in quel luogo della Puglia, al suo tempo desolato ed improduttivo, ricco di foreste e di conseguenza selvaggina che si offriva varia e numerosa alla caccia, lo sport prediletto dell’Imperatore.

Federico II visitò per la prima volta quella località che faceva parte del suo regno nel 1221 e decise, senza esitare, di eleggere a suo luogo stanziale la Capitanata, come la chiamava Enzio, suo figlio prediletto.

A dimostrazione di questa repentina decisione, vennero iniziati immediatamente i lavori del castello di Foggia, città elevata ad importanza imperiale.
Seguì in breve tempo la costruzione di numerosi castelli dedicati agli svaghi di corte, casini di caccia o semplici casali di campagna. Erano i “solatia” del sovrano; aveva avuto inizio un grande fervore costruttivo che, molto velocemente si espanse su tutto il territorio della Capitanata.

La costruzione di Castel del Monte forse fu una diretta conseguenza del volore costruttivo del sovrano, solo che questo monumentale edificio costituì per il passato e lo è ancora ai nostri giorni un “unicum”. Totalmente difforme dagli altri castelli federiciani, destò immediatamente la curiosità e l’interesse di studiosi di opere difensive, ma in particolar modo, di scienze occulte.
Tralasciamo la descrizione delle singole soluzioni ornamentali dell’edificio che sappiamo splendide, così come imposto dal gusto raffinato dello Staufen, per immergerci in quell’alone di mistero che aleggia su quell’edificio, ancora vivissimo dopo svariate centinaia di anni.

Il dibattito sorto parecchi secoli addietro ed alimentato da sempre nuovi studi e considerazioni di esperti di varie discipline, scaturisce da teorie, forse fantasie, non concepite da principi imparziali, nel considerare Federico II un figlio del demonio. La domanda, che ancora oggi non ha trovato una risposta definitiva, o almeno esauriente, è sempre la stessa: Quello che i vari studiosi si chiedono è : Castel del Monte è realmente un edificio costruito a scopo difensivo, o piuttosto un luogo destinato all’esaltazione di tutti i simboli esoterici che l’imperatore aveva acquisito dai numerosi cabalisti ospiti della sua Corte conoscevano nei significati più reconditi e negati ai “non illuminati”?

I numerosissimi sostenitori che indicano in quel luogo una sorta di tempio non religioso, portono a loro sostegno molteplici considerazioni. Innanzi tutto le particolari caratteristiche costruttive. Castel del Monte differisce da tutti gli altri castelli a carattere difensive, in nessuna Nazione del “vecchio continente” ne esiste uno che ricalchi le caratteristiche architettoniche di quello fatto edificare dal “Puer Apuliae”; sostengono quindi che venne edificato senza possedere alcune importanti caratteristiche d’uso, in definitiva senza una giustificazione coerente con l’utilizzo civile e, men che meno, militare.

L’edificio, sostengono sempre coloro che lo designano come luogo di culto non cristiano, è privo delle cucine indispensabili per una civile abitazione, ma anche militare, pur consistente in una guarnigione limitata, inoltre sono totalmente assenti i luoghi da utilizzare come deposito di derrate alimentari, non vi si ritrova alcun luogo destinato a stalle e ai tempi di Federico II i cavalli erano l’unico mezzo di locomozione civile e militare, totalmente assente il fossato, sempre presente a circondare ogni castello che si rispetti, di conseguenza non esisteva un ponte levatoio, altro elemento essenziale per impedire l’accesso ad un eventuale nemico, e per finire, sugli otto lati del castello si aprono delle finestre discretamente basse, rispetto al calpestio esterno alla sua base, quindi facile via d’accesso ad un esercito invasore.

Queste obbiezioni iniziali, considerando che lo stato attuale del luogo è certamente molto diverso da quello che vide l’edificazione del monumento, appaiono estremamente “deboli” per designarlo con assoluta certezza quale tempio dedicato alle speculazioni astronomiche, alla geometria esoterica o collocarlo, infine, sulla stessa direttrice della piramide di Cheope e la Cattedrale di Charter, luoghi dall’immenso potere cabalistico.

Come sempre accade però, ad ogni teoria corrisponde una confutazione che si basa su elementi incontestabili come la matematica e la geometria. I primi, sostenitori di realtà matematiche e geometriche si basano sulle stesse teorizzazioni dei contestatori che basanndosi su identici dati matematici e geometrici contestano vivamente errori più o meno involontari commessi dai primi.
Per essere più chiari i contestatori sostengono che: le teorie dei sostenitori si basano su teorizzazioni matematiche, indispensabili nel campo geometrico-astronomico, ebbene i valori riportati non corrispondono a quelli reali del luogo. Il castello, secondo convenienza, volta per volta subisce ridimensionamenti in altezza, in larghezza e in ristrettezza.

A dimostrazione di questo modo di operare del tutto non conforme alla verità e che muta secondo ciò che è oggetto di verifica, citiamo la teoria di Aldo Tavolato, costui sostiene che Castel del Monte è dipendente dall’ombra solare in certi giorni dell’anno, e per dimostrarlo prende a base certe misurazioni, la larghezza del cortile con direzione sud-nord e l’altezza della parete a sud dello stesso luogo, ebbene queste misurazioni non corrispondono alla realtà, come dimostrato da alcuni rilievi effettuati, con certezza nel 1974, ai quali ne seguirono molti altri.

E’ nostra intenzione continuare in questa analisi mettendo a confronto le varie teorie, a volte ragionevoli, a volte cervellotiche con l’evidente intenzione di stravolgere teorie matematiche ineccepibili al solo scopo di dimostrare l’esattezza delle proprie teorie. Da parte nostra garantiamo la massima imparzialità nella speranza, a nostro parere remota, di porre le basi si un confronto obiettivo, teso esclusivamente ad una verità non adulterata.

articolo del 8/4/09 siciliainformazioni

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