- SALVATORE GIRGENTI, IN MOSTRA I PAESAGGI DELL'ANIMA.
18 marzo 2009
di
Claudio Alessandri
Dal 20 marzo, presso la Galleria Elle Arte di Palermo, sarà visibile la personale del pittore Salvatore Girgenti. La mostra, curata da Laura Romano, è presentata in catalogo dalla critica d’arte Anna Maria Ruta.
La “storia” artistica di questo nostalgico transfuga che dall’assolato paesaggio isolano si è immerso nell’atmosfera pacata di una Emilia suadente che mette in atto tutti gli artifici di una placida “arzdora”. Tutto ciò insinua negli animi una pozione fatata che cancella i ricordi per impossessarsi del bello altrui, un sonno senza tempo e senza memoria, dal quale scaturisce e si diffonde, come mantello protettore, su prati smeraldini, svettati cipressi ed opulente campagne. Ma in Salvatore Girgenti la magica pozione non ha sortito alcun effetto, guarda, osserva interessato, ma subito si chiede: dove gli aranceti? Il blu del mare profondo? Ed il profumo della zagara a primavera? In Sicilia. Ed ecco che i suoi dipinti tornano a riflettere i colori, gli umori e la luminosità della sua Terra natale.
Questo è quanto accaduto a Salvatore Girgenti che dopo avere conseguito le lauree in Lettere e Filosofia ed una proficua carriera da burocrate é approdato all’insegnamento nella città di Bologna, dove ancora oggi vive ed opera, ed in fine ha scoperto il mondo magico della pittura. Pittura da autodidatta, figurativa, che riproduce le visioni che emergono da pulsioni scaturite da un trascorso siciliano mai obliato, riposto per lungo tempo in un cantuccio della sua mente, della sua anima.
Nelle tele rivivono le marine burrascose, gli speroni rocciosi di montagne bruciate dal sole infuocato che, con naturale processo scolpisce forme dalla naturale bellezza, emergono i rossi dei nitrati ferrosi, il giallo delicato delle vene solfifere, il bianco gessoso, il nero delle lave. Rivivono i cipressi solitari, gli alberi scheletrici del rigido inverno e quel fantastico sovrapporsi di vari colori, non forme definite, ma esaltazione di bellezze cromatiche che fanno presagire nuove soluzioni pittoriche nelle quali la forma è elemento deturpante, non oggetti, ne figure umane, solo colore nell’imporsi e trionfare la bellezza pura, monda da orpelli non sempre indispensabili anzi, sovrastrutture di una cultura fraintesa.
Con i suoi dipinti l’artista, originario di Lercara Friddi, si riappropria del passato, non finzione o trasfigurazione sentimentale della realtà, ma incredibile rivivere mnemonico che il tanto tempo trascorso in terra emiliana non ha privato dell’originario valore, umano, sensitivo trasfuso in un esplodere amoroso di sentimenti e di storia.
articolo del 18/3/09 siciliainformazioni