- GIOTTO, AL VITTORIANO OMAGGIO AL MAESTRO DELLA PITTURA -
6 marzo 2009
di
Claudio Alessandri
Presso il Complesso del Vittoriano di Roma, è in svolgimento una monumentale rassegna dedicata a Giotto, considerato a ragione il primo artista autenticamente italiano che fu l’iniziatore di nuove tecniche stilistiche e raffigurative, talmente rivoluzionare da incidere profondamente sull’intera produzione pittorica di tutto il Medioevo e per di più modello da imitare su tutto il territorio peninsulare.
L’unicità dello stile giottesco fu riconosciuta, fatto raro, già nel suo tempo e propagandata da illustri letterati, riportiamo dalle “Vite” del Vasari:”Quell’obbligo stesso che hanno gli artefici pittori alla natura, la qual serve continuamente per esempio a coloro, che cavando il buono dalle parti di lei migliori e più belle, di contraffarla ed imitarla s’ingegnano sempre, avere per mio credere si deve a Giotto pittore fiorentino; perciocché essendo stati sotterrati tanti anni dalle rovine della guerra, i modi delle buone pitture e i dintorni di quelle, egli solo, ancora che nato fra artefici inetti, per dono di Dio, quella che era per mala via risuscitò, ed a tal forma ridusse, che si potette chiamar buona…”.
Quella di Roma è la seconda grande rassegna dedicata a Giotto e giunge dopo circa settanta anni a celebrare l’espressione pittorica italiana manifestatasi tra gli ultimi anni del XIII secolo ed all’incirca alla metà del XIV. La prima venne ospitata, nel 1937, presso la Galleria degli Uffizi e dedicata al sesto centenario dalla morte dell’insuperato maestro fiorentino.
La Rassegna del Vittoriano offre al pubblico la visione di oltre 150 opere, tutte sottoposte ad attenta selezione che ci ha fornito opere tutte di grandissima qualità ed ai più alti livelli.
L’insieme delle opere esposte, per la prima volta, ci consente di inoltrarci lungo un percorso che offre una visione ampia ed esauriente della concezione giottesca dell’arte figurativa scandagliata nei più reconditi aspetti, visivi ed emotivi, nella visione speculativa più aggiornata dei più insigni studiosi e critici dei contenuti intrinseci della storia dell’arte.
La rassegna romana evidenzia la sua preziosità avendo posti in mostra dei polittici di considerevole grandezza ed imponenza, rare opere eseguite su supporti lignei, poi sculture e codici preziosamente miniati ed anche stupendi gioielli, il tutto chiaramente ispirato all’atmosfera stilistica di Giotto che si espanse sulla rinata produzione artistica del suo tempo.
A suggello di un evento destinato ad ampliare i suoi influssi positivi sulla conoscenza dell’arte medievale, la mostra annovera 80 capolavori di produzione giottesca, difficilmente esposti al pubblico per le enormi difficoltà che si incontrano nel loro trasporto, problemi connessi con la fragilità delle opere estremamente sensibili agli effetti climatici e all’inquinamento atmosferico.
La rassegna capitolina è nata grazie all’Alto Patrocinio del Presidente della Repubblica Italiana e promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali; la mostra è curata da Alessandro Tomei, Ordinario di Storia dell’Arte Medievale di Chieti - Pescara, che si è avvalso della preziosa collaborazione di Claudia Viggiani.
L’iniziativa non si sarebbe potuta attuare se non avesse incontrato la più grande e fattiva collaborazione delle più qualificate istituzioni museali e religiose che hanno concesso il prestito di opere di immenso valore storico ed artistico fra le quali spiccano le opere che Giotto eseguì a Roma su commissione del Cardinale Jacopo Stefaneschi, fra le altre, una porzione del Trittico eseguito per la Basilica Vaticana, alcune immagini di S. Pietro e S. Paolo che fanno parte del tesoro Vaticano, nonché alcuni manoscritti custoditi presso la Biblioteca Apostolica Vaticana.
La rarità e grande valenza didattica di questa mostra sono rappresentate dalla volontà di esaminare con compiutezza un insieme di opere fin qui mai avvenuta, di qualità eccelsa ed in numero considerevole tali da consentire l’attento esame di un momento epocale dell’arte figurativa, per lo più, religiosa del XIII e XIV secolo che coinvolse la totalità del palcoscenico culturale italiano, ci rendiamo conto di essere partecipi di una occasione forse irripetibile e, fino ad oggi mai posta in essere, potere esaminare e comprendere tutti i passaggi di stile che scaturirono da Giotto nei secoli a seguire.