- CROCE TARAVELLA ALLA "CAMELOT" DI MILANO. IL PITTORE SICILIANO RACCONTA PER IMMAGINI CITTA' DELL'ISOLA E NON SOLO -
16 dicembre 2008
di
Claudio Alessandri
Il 15 Dicembre presso la Galleria d’arte “Camelot” di Milano è stata inaugurata la personale del pittore siciliano di Polizzi Generosa Croce Taravella. Le numerose opere esposte fanno parte della sua ultima produzione.
I quadri di Taravella, sorretti da un impianto costruttivo assolutamente perfetto, illustrano squarci di città e non solo della sua isola, ma anche di varie metropoli mondiali, suggerendo in tal modo una internazionalità di atmosfere, sia nei colori che nella concezione architettonico-spaziale.
Appunto, i colori di Taravella, intensi, vari e volutamente identificativi di una visione estremamente intima di una Europa conosciuta, riconoscibile e godibile al pari di un ambiente intimamente familiare.
Altrettanto godibili cromaticamente e compositivamente, ambienti estranei alle nostre caratteristiche architettoniche, peraltro rifiutate da Croce Taravella, in tutte le sue opere, respingendo visioni più adatte a schemi geometrici che ad una visione artistica di tutto ciò che ci circonda, dai paesaggi bucolici a quelli urbani.
Per questo straordinario artista, la stesura del colore racchiude tutto il suo mondo, non certamente un tentativo di indurre meraviglia nell’osservatore, ma volere conferire dinamicità a delle forme necessariamente immobili. Una miriade di colori che suggeriscono un rapido mutamento, non di forme, ma nell’evoluzione insita in ogni oggetto o persona nell’inesorabile divenire del tempo.
Una considerazione a parte deve essere riservata alle opere di Taravella ispirate alla capitale isolana, Palermo ci appare attraverso un “velario” protettivo, un sovrapporsi di svariati colori che non occultano, anzi, impreziosiscono anche il caotico, il banale visto attraverso lo sguardo dell’amore sorretto dalla memoria. Strade, mercati, porticcioli storici, divengono nelle splendide visioni dipinta da Taravella, un itinerario del ricordo, nutrito da un sentimento di speranza, quel qualcosa di salvifico che solo l’arte ai più grandi livelli può donare.