- RENATO MENEGHETTI , VEDERE OLTRE -
20 giugno 2009
di
Claudio Alessandri
A farmi conoscere il maestro Renato Meneghetti, ma sarebbe meglio dire il suo mondo artistico, è stato un giovanissimo Marcello Palminteri, artista egli stesso ed instancabile organizzatore di eventi artistici, in particolar modo mostre d’arte.
Mi colpì immediatamente la soluzione adottata da qualche tempo dal maestro nel creare un genere pittorico originale che, a primo incontro, poteva destare notevole perplessità, infatti in occasione della mostra voluta da Marcello, ci siamo imbattuti, per di più impreparati, al cospetto di opere realizzate con una tecnica a dir poco originale.
Meneghetti, per le sue realizzazioni artistiche di allora come oggi, utilizzava lastre radiografiche che, avvalendosi di un procedimento, moderno alchimista, che custodisce gelosamente, trasferiva su tele “emulsionate” dei particolarità anatomiche che riteneva artisticamente significative. In questo modo, dopo avere eliminato il “guscio” non utile, del corpo umano, si scopre un mondo, forse dai più immaginato, ma negato all’evidenza.
L’abilità, prima ancora della originalità, di Renato Meneghetti, consisteva nell’individuare, nell’insieme radiografico, un particolare, un unicum che si prestava a raffigurazioni a mondi indefiniti, fra il reale ed il fantastico; nulla di strano se una parte della mandibola umana, isolata nel particolare voluto dall’Artista, assumeva l’aspetto piacevolmente visivo di una scogliera marina che appariva immersa in una luminosità irreale, come sottratta ad un fantastico, quanto improbabile sogno.
In seguito non ho avuto altre occasioni di approfondire la conoscenza di Meneghetti uomo, l’artista aveva catturato la mia attenzione, qualsiasi altro aspetto esulava dalla mia curiosità, non mi accorgevo che quella”distrazione” occultava la realtà di una esistenza squisitamente umana, la parte essenziale posta all’origine di ogni destino, dalla scintilla che illumina la genialità, dalla bruma che avvolge e coinvolge la quasi totalità dell’umanità.
E’ vero, ho continuato ad interessarmi alla sua arte ed il progredire nella sua idea di sondare il corpo umano alla ricerca di un qualcosa di inconfessato, arrestandosi infinite volte di fronte alla dura evidenza, ma senza perdere mai la speranza di andare oltre il corporeo, la tela e i cromatismi nel tentativo di scorgere un mondo mai esplorato, quel mondo parallelo che l’immagine radiografica svela esclusivamente nei particolari visibili, pungolando artisti come Meneghetti a cercare l’attuale invisibile, per coronare certamente il desiderio partorito da una mente non comune, ma infine, il coronamento di un percorso artistico che è andato di pari passo, con quello vitale, l’uno è stato di ausilio all’altro, in un crescendo fantastico di intuizioni, “oltre”, al di fuori del comune pensare di noi semplici ed a volte ignari, dei fenomeni straordinari, preclusi alla nostra comprensione.
Renato Meneghetti, ospite della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Polin di Treviso, nel corso di una personale a lui dedicata intitolata “vedere oltre” espone opere realizzate nel 2008 e 2009; la tecnica e l’ispirazione sono coerenti con la sua ispirazione, ma rivelano una nuova visione, scaturita dal desiderio di comparare i “suoi” particolari scheletrici con le opere dei più grandi artisti del novecento. Queste opere mostrano, appunto, l’aldilà del reale e sono dedicate a Leonardo e Raffaello, proseguendo con Michelangelo e Dürer da Klimt a Picasso, per finire, ma solo nella nostra gioco forza parziale elencazione, Dalì e Guttuso.
Leggiamo e riportiamo integralmente un passo del comunicato stampa riguardante la mostra già menzionata: “Ricerche complesse, dunque, antiche e moderne, artistiche e scientifiche, si intrecciano e consolidano dialogando attraverso stili e tecniche differenti. Risultati visivi e dissimili e risvolti emozionali diametralmente opposti si confrontano in un’attenzione, originale e raffinata, alla comprensione e alla sperimentazione delle potenzialità del linguaggio di Renato Meneghetti, la cui qualità dell’opera è testimoniata dalla presenza alle maggiori rassegne di un arte di carattere nazionale ed internazionale”.
articolo del 20/6/09 italiainformazioni