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- IL NEOCLASSICISMO DI GIOVANNI SCHIFANI ALLA GALLERIA ELLE ARTE DI PALERMO -

11 dicembre 2008

di Claudio Alessandri

Alla Galleria Elle Arte di Palermo è in corso una personale dell’artista palermitano Giovanni Schifani. La mostra si protrarrà fino al 30 dicembre. Le opere esposte coprono un arco di tempo che va dal 1948 al 2000: 35 dipinti a olio realizzati sia su tela che su tavola e raffigurano vari momenti e luoghi che hanno ispirato questo straordinario artista che ha fatto del Neoclassicismo la sua maggiore espressione, non legato però a schemi di un classicismo rigoroso e necessariamente chiuso a sperimentazioni che esulino da forme espressive codificate.

Giovanni Schifani mostra una pittura priva di “gabbie”, ma anche di “fronzoli”, è una pittura che si affida esclusivamente al colore, alle atmosfere ricche di pathos, a quanto di più spontaneo e naturale ci offre tutto ciò che ci circonda, privato da qualsiasi desiderio di acuti fastidiosi che invece di attrarre l’attenzione, molestamente l’allontanano. In Schifani è totalmente assente ogni pretesa di ricercatezza stilistica, ed è proprio la sua naturalezza la dote più grande, accentuata da una stesura fluida del colore, dalle rappresentazioni che rasentano una semplicità fanciullesca, occultando nella evidenza il mistero, il dolore, la speranza affidata alla purezza d’animo di coloro che compongono un corteo di fedeli che si snoda per le viuzze di un paese, il paese dei suoi avi, dei suoi ricordi, di tanti anni fa.

I soggetti prediletti da Schifani, oltre le processioni, sono le nature morte, i paesaggi e le marine che, ancora una volta, lo conducono e lo guidano lungo un cammino già percorso da grandissimi artisti del passato, non solo siciliani. Nella produzione artistica di questo artista non mancano, oltre agli oli, le guaches e le incisioni di squisita fattura che, se ancora ve ne era bisogno, tipizzano uno stile originale, ma non chiassoso, la natura è vista con sguardo disincantato, senza allontanarsi mai da un “sano” realismo, anche se non si può fare a meno di scorgere nelle visioni di Schifani, un qualcosa di pensoso, di un ricordo che emerge dalla bruma di un sogno.

Gli alberi, i vasi dai quali esplodono “trionfi” fioriti, i paesaggi che attingono atmosfere di commuovente poesia, sono evidenti sui loro supporti, eppure tutti ci appaiono sì reali, ma sospesi dall’incertezza di una realtà provvisoria, talmente attraente da fare temere l’inganno di
un miraggio, racchiuso in un attimo ingannevole di un fenomeno ottico.

articolo dell'11/12/08
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