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- NON SOLO CLASSICISMO. SEBASTIANO CARACOZZO E LE SUE PITTTURE DI LUCE E COLORE.

3 giugno 2009

di Claudio Alessandri

  Conosciamo il pittore Sebastiano Caracozzo da svariati anni, ci siamo incontrati in occasione di alcune mostre, intrattenendoci in conversazioni che vertevano inevitabilmente sulla penuria di iniziative culturali, riguardanti nel caso specifico le poche occasioni offerte dalle istituzioni pubbliche e private atte a valorizzare i nuovi talenti siciliani e, inevitabilmente, ogni qual volta nel salutarlo gli promettevo un mio scritto dedicato alla sua espressione pittorica che non ha mancato di stimolarmi fin dalle prime mostre che esponevano delle sue opere. Ebbene, sino ad oggi le reiterate promesse sono rimaste tali.

Ci siamo domandati più volte il motivo che, in qualche modo, ci ha impedito di esternare in prosa il nostro indubbio apprezzamento per i dipinti di questo pittore dalle doti artistiche non comuni, ancor più lodevoli avendo a che fare con un autodidatta, una caratteristica ritenuta dai più, ostativa ad una espressione artistica corretta nel disegno, nel colore e, principalmente, nelle proporzioni. Ebbene, per Caracozzo si conferma ancor più l’infondatezza di una tale idea.

Dai nostri primi incontri è trascorso parecchio tempo e pensiamo di avere trovato una soluzione ai nostri dubbi, alle incertezze che, probabilmente scaturivano dal timore di non avere compreso appieno, non la tecnica di Sebastiano, ma ciò che ispirava l’originalità pittorica adottata nel dar evidenza ai vari soggetti dipinti. Non riuscivamo a comprendere come dei colori apparentemente invadenti, divenissero nelle opere di Caracozzo preziose campiture pacate, senza con ciò smarrire una sorta di luce proveniente dall’interno della patina cromatica; qua vivida, la morbida ed ancora pastellata , ottenendo effetti non solo attraenti, ma stimolanti un giudizio, non sull’abilità pittorica, ma sui valori dei contenuto del soggetto raffigurato, messaggi, emozioni, sensazioni coinvolgenti in un divenire sempre più avvertito di una partecipazione visiva e sentimentale.

Forse abbiamo compreso, forse, riteniamo comunque che sia giunto il momento di onorare le nostre infinite promesse, fino ad oggi disattese.

I soggetti dipinti da Sebastiano sono vari, ma non per questo smarriscono continuità espressiva; San Sebastiano immerso in una luce crepuscolare che rende perfettamente l’oscurarsi della ragione e della pietà umana, trafitto dai dardi scagliati dagli aguzzini non esterna dolore fisico, il suo volto esprime l’appartenenza ad un mondo “altro” nel quale il dolore ed il pianto non albergano ed il suo sguardo è fisso su di un orizzonte sperato, sua ultima voluta meta, prossimo a raggiungerla. Altrettanto preziosa, pittoricamente, una natura morta, un cesto ricolmo di frutta ebbra di umori e di colori, la si vuole accostare a quella ben più famosa del Caravaggio?

Ebbene facciamolo, ma non per accusare Sebastiano di avere copiato, ma per fare notare come un capolavoro di un grande Maestro della pittura può essere reinterpretato applicando canoni pittorici del tutto personali, tali da rendere il dipinto altrettanto godibile rispetto all’originale, ma in una visione del tutto personale delle proporzioni, dei colori, in definitiva osserveremo un’opera del tutto originale. E volendo essere pignoli, sono molti gli artisti del passato e del presente che si sono ispirati ai classici, dando vita ad altrettanti, splendidi capolavori. Questi sono pochi esempi e non sufficienti a rendere con compiutezza la preziosità dell’arte di Caracozzo.

I formati dei dipinti non conoscono “imposizioni”, eppure i soggetti mantengono eguale coerenza sia nel medio formato che nelle grandi tele; questa è pura abilità tecnica, una preziosità che consente a Caracozzo di affrontare qual si voglia soggetto senza temere delle incongruenze che alterando le proporzioni finirebbero per rendere grottesco ciò che, nella realtà, rappresenta il bello e l’armonico di un Creato che, nonostante le tante contraddizioni, riesce ancora a scovare qualche “porziuncola” di un mondo primigenio, così come voluto da una somma Entità e come ferito e deturpato dal piccolo, ma incoerente essere umano.

articolo del 3/6/09 siciliainformazioni

- NON SOLO CLASSICISMO. SEBASTIANO CARACOZZO E LE SUE PITTTURE DI LUCE E COLORE.