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- IL MARCHIO DELL'OMBRA - QUATTRO GIOVANI INCISORI: AGNESE BRUSCA – ANGELO GAMBINO – ANDREA LELARIO – ERMINIA MITRANO.

3 ottobre 2008

di Claudio Alessandri

Dal 19 Aprile al 3 Maggio, la Galleria d’Arte “Studio71”, ha ospitato la collettiva di quattro giovani artisti, Agnese Brusca, Angelo Gambino, Andrea Lelario ed Erminia Mitrano, “segnalati” da Pippo Gambino che, in periodi diversi, ha potuto apprezzare le doti di questi incisori già al nascere della loro formazione artistica presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Nella presentazione in catalogo, Aldo Gerbino si è soffermato, con sapienti ed eleganti considerazioni, sulle peculiarità espressive di questi giovani incisori, penetrando nel loro più intimo sentire, scintilla al nascere di opere dai contenuti artistici di altissima valenza, portatori eterei di armonie universali alla ricerca di contenuti che travalichino l’ingannevole, fatuo estetismo. Gerbino è andato oltre l’aspetto squisitamente artistico dell’espressione incisoria, sottolineando la necessità di porre, in breve termine, un freno al dilagare di un mal costume, ormai commercialmente consolidato, nella produzione di incisioni che non è peregrino definire “industriali” che, sia ben chiaro, nulla hanno da spartire con le opere realizzate da artisti che, rifiutando ogni forma “surrogata”, continuano nella produzione delle loro incisioni attenendosi scrupolosamente ai canoni di un arte antichissima dai contenuti magici. E’ quindi superfluo sottolineare che l’incisione non è una forma d’arte “minore”, come incautamente sostenuto da alcuni in questi ultimi anni, a renderla tale è, ancora una volta, la cecità umana volta più che al soddisfacimento di una esigenza spirituale, al gretto e distruttivo interesse economico. Tutto ciò quale premessa necessaria, prima di inoltrarci nel mondo artistico di questi giovani incisori, che, sottrattisi alle lusigne di facili guadagni, hanno preferito percorrere sentieri certamente perigliosi ma, al termine ricchi di umanità e di un concetto dell’arte scevro da umilianti compromessi.
  Le opere di Agnese Brusca, sono immerse in una atmosfera di oniricità tenebrosa, emanazione crudele di una realtà che tende impietosamente a soffocare ogni anelito di quiete serena. L’ombra incombente ci conduce, dimentichi di un preziosismo tecnico, a considerazioni sulla drammaticità del vivere in perenne conflitto con entità sfuggenti che irridono la fragilità umana tesa a mete obliate di un mondo armonico che non contempli un “modernismo” che, ingannevole, finisce per isolarci in uno spazio angusto dove bellezza ed armonia si mutano in astratte, quanto irraggiungibili mete di un rigenerato mondo primordiale. 
  In Angelo Gambino è evidente un orgasmo creativo dove il tratto si interseca nella sperata ricerca di una spazialità ideale, dove il caos ritrova ordine armonico, non più cagione di trepidante attesa ma ponderato stupore nella riscoperta di una primigenia libertà ad esaltare la creatività, pacata, ma non inerte alla continua ricerca di “spazi” sempre più ampi fino al raggiungimento di una emanazione cerebrale che non conosce pastoie, librata in una comprensione universale, forse una ragione di tanto soffrire.
Nell’osservare le incisioni di    Andrea Lelario, si ha la sensazione di un intimismo cerebrale, che, sorretto da una tecnica stupefacente, riconduce a languori di un remoto passato. Gli alberi, scolpiti da una nobile vetustà, si mostrano in tutta la loro incontaminata bellezza a contornare ruderi di un passato tenebroso, eppure attraente come melanconiche armonie che prescindono dal tempo e dagli eventi e giungono al nostro più intimo sentire “depurate” dalla pesante coltre che, opprimente, grava sul corpo inerme di un uomo anelante solo bellezza e quiete serena. 
  Erminia Mitrano usa il mezzo espressivo, l’acquaforte nella evidente scelta “culturale” che questa tecnica le offre nella esplicitazione del suo più segreto sentire. L’acquaforte conferisce alle realizzazioni della Mitrano, la fierezza di una tecnica antica, nella quale si esalta la manualità dell’uomo al servizio della fantasia, un sogno che si materializza sulla carta, recando istanze di una realtà stravolta dall’umanità alla ricerca febbrile di orizzonti scorti con chiarezza, ma interpretati erroneamente in un frainteso spirito di perfezione che, per naturali limiti non potrà mai condurla ad esaltanti, risolutive mete. Al fine di questa rapida “visitazione” è facile comprendere e condividere le scelte di Pippo Gambino che, affermato incisore, ha compreso con lungimirante sapienza, il nascere di talenti protesi ad un esaltante e duraturo avvenire artistico. 
Claudio Alessandri
utenti.lycos.it

- IL MARCHIO DELL'OMBRA - QUATTRO GIOVANI  INCISORI:  AGNESE  BRUSCA – ANGELO GAMBINO – ANDREA  LELARIO – ERMINIA  MITRANO.