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- FEDERICO II - I SEGRETI DI CASTEL DEL MONTE (6)

9 luglio 2009

di Claudio Alessandri

Nell’interessarsi in maniera approfondita delle varie teorie riguardanti Castel del monte quale “scrigno” di tutti i misteri esoterici che comprendevano dotti trattati di un lontano passato, raccolti presso tutte le più evolute civiltà dell’allora mondo conosciuto ai quali si ispiravano e proseguivano gli studiosi dell’occulto, che nel XII e XIII secolo ebbero uno straordinario impulso, in particolar modo nella scienza alchemica.

Ci si può rendere conto, senza eccessivo sforzo, che i moderni teorici di questa pseudo scienza molto spesso nel tentativo di dimostrare le loro ragioni, giungono a capovolgere la verità storica, per poi plasmarla a loro esclusivo interesse.

In questo modo fanno un pessimo servizio a tutte le teorie formulate sul mistero, sull’occulto forse in perfetta buona fede, dovrebbero però ottenere il loro scopo senza fare uso di funambolismi verbali o di carattere geometrico-matematico.
 
Un esempio che rafforza la mia idea, è rappresentato da uno studio che si sofferma sugli aspetti squisitamente architettonici interni di Castel del Monte, dandone un’interpretazione del tutto personale al solo scopo di formulare una base logica a ciò che sarà l’argomento delle teorie sostenute a tale scopo.

Ecco alcuni esempi di teorie, come su cennato, del tutto personali. Per prima cosa era necessario ribadire che Castel del Monte era totalmente privo di qualsiasi caratteristica difensiva che lo accomunasse agli altri numerosi castelli federiciani con caratteristiche inconfondibilmente militari, costruita “artificiosamente” la base logica, si poteva procedere all’enunciazione di tutte le altre particolarità architettoniche e non che designavano quel castello unicamente come luogo di concentrazione di tutti i maggiori cabalisti al servizio di Federico II allo scopo di ricercare e finalmente creare la “pietra filosofale”.

Questa “pietra” più che magica, miracolosa avrebbe conferito al suo possessore delle doti soprannaturali che gli avrebbero consentito il dominio assoluto su ogni cosa esistente sul pianeta. Le tre proprietà magiche, secondo gli antichi scritti e la consolidata tradizione sono: Fornisce un elisir che dona l’immortalità e quindi un metodo infallibile per curare e guarire tutti i tipi di malattia, infondere la conoscenza del passato e del futuro, nonché del bene e del male; la capacità di trasformare i metalli vili in preziosi, caratteristica questa che ottenne la massima attenzione di qualsiasi classe sociale, spesso ignorando le prime due.
Sempre basandosi sul fragile supporto di una fragilissima impalcatura, lo pseudo studioso passava ad illustrare le ragioni che rendevano logiche e reali le sue “certezze”. Castel del Monte era costruito in modo tale da potere dare ricovero ad un numero limitatissimo di personaggi della sua Corte; in compenso ospitata una agguerrita guarnigione della guardia personale dell’imperatore, a questa bisognava aggiungere i cavalieri dell’ordine teutonico e per finire un contingente consistenti di guerrieri arabi, la scorta personale di Federico II.
A questo impressionante apparato militare, erano di supporto personaggi comuni addetti alla manutenzione del castello; questo personale veniva reclutato da luoghi della Puglia notevolmente distanti dal maniero, in questo modo i loro contatti con il mondo esterno erano inesistenti, qualsiasi cosa avvenisse in quel luogo non poteva, in alcun modo, superare le sue mura.

Proseguendo nel mondo teorico-fantastico, si notava che in alcune stanze del castello esistevano dei camini, questi però erano troppo piccoli per consentire l’utilizzo per la preparazione dei pasti di tutta quella gente gia citata in precedenza, ma erano, guarda caso, adattissimi all’attività alchimistica, cioè fare fondere vari metalli seguendo formule magiche vecchie di millenni per trasformare i metalli corruttibili, cioè quelli esposti agli insulti del tempo, in incorruttibili, quali oro e argento.
A riprova di queste che rimangono, in ogni modo, attraenti teorie, bisogna aggiungere che Michele Scoto, intimo amico del “Puer Apuliae” era un notissimo mago, astrologo, indovino (anche se predisse la sua morte che avvenne inesorabilmente come per qualsiasi altro essere umano, ma in tutt’altro modo formulato dalla predizione), ma quello che più importa agli studiosi del “fantastico” Michele Scoto aveva sostenuto di avere osservato personalmente il rame tramutarsi in argento.
Michele Scoto nella sua veste di espertissimo di ogni diavoleria alchemica, dimorò per lungo tempo a Castel del Monte dove, in gran segreto, si adoperava alacremente per riunire i quattro elementi base: acqua, fuoco, aria e terra, dai quali fare scaturire la quinta materia, quella incorruttibile.
Questa ricerca non era ad esclusivo beneficio di Castel del Monte, ma era diffusa in tutti gli angoli “segreti” d’Europa, ma per buona pace dei tanti teorici, ancora ai nostri giorni non si è trovato un metodo per innescare l’artificio di tramutare il ferro in oro fino.

articolo del 9/7/09 siciliainformazioni

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