- MARISA BATTAGLIA, UN'ARTISTA AL DI FUORI DEGLI SCHEMI CLASSICI -
27 giugno 2009
di
Claudio Alessandri
Non è semplice, contrariamente a quanto si pensi normalmente, esprimere un parere scevro da condizionamenti quando si viene invitati a considerare una pittura figurativa che definirei “al di fuori degli schemi classici”; ed ecco espressa di già una considerazione non voluta o per lo meno, non forzata.
Eppure le opere della giovane pittrice Marisa Battaglia, esprimono con evidenza l’incantamento tratto dall’evidenza di un paesaggio, poco importa se montano o marino, oppure architettonicamente semplice senza alcuna preziosità stilistica.
I dipinti di Marisa hanno del neo figurativo quell’inconfondibile desiderio di purezza posseduto da un classicismo ottocentesco, privo di fronzoli ed abbagliato dalla luce, una luminosità mediterranea che ha caratterizzato i capolavori degli artisti siciliani, in particolar modo, nel finire dell’ottocento e nei primi anni del novecento, primo fra tutti l’inimitabile Francesco Lo Jacono.
Allora perché definire i dipinti di Marisa Battaglia figurativa, al di fuori dagli schemi classici, in essi non fa difetto il disegno, i soggetti sono tratti, come un tempo, dalla natura, i colori non scimmiottano le cromie reali, assecondano pacatamente luoghi, atmosfere ombrose, paesaggi al limitare del giorno, o all’esplodere di un nuovo mattino.
Cosa differenzia allora le realizzazioni di Marisa dai classici ai quali evidentemente si ispira senza nascondere l’attrazione per quelle forme espressive, ma mai divenendo “cloni” avvilenti ed inespressivi? A nostro, certamente sindacabile giudizio, proprio quel tanto che la allontana dai tanti neo figurativi che operano nel nostro Paese, dipingendo caramellose realtà nelle quali ogni particolare è sopra le righe. Il disegno esageratamente elaborato, le cromie squillanti che ben poco hanno da spartire con la realtà, sono, in definitiva, dipinti modesti.
Questi sono prossimi alla volgarità, ma esistono ancora degli “artigiani” della pittura in grado di riprodurre, esattamente uguali, i grandi capolavori del passato, “tecnici” stupendi incapaci di esprimere una loro idea, di esplicitare atmosfere scaturite da sentimenti intimamente avvertiti e sofferti.
Ecco perché definiamo la tecnica di Marisa Battaglia “fuori dagli schemi classici”, nei suoi dipinti è bandita la “volgarità” coloristica, le forme rispecchiano la realtà, ma in quei dipinti non si riscontra la minima attinenza con soggetti tratti pedissequamente dai modelli dei Maestri del passato.
Abbiamo goduto della visione di un paesaggio marino, il mare lievemente increspato, delle acque limpide di un lago nelle quali si specchiano alberi frondosi, lingue sabbiose che si protendono nel mare raccogliendo le ultime luci di un tramonto infuocato e tanti altri soggetti, ma in nessuno di loro risuona il canto delicato di armonie irripetibili, non rischia di cadere in cacofonie moleste.
Nei dipinti di Marisa il “sonoro” è alto, giunge ai nostri sensi “educatamente” godibile nella limpidezza di una originalità tutta personale, da apprezzare proprio per quel qualcosa che la pone, come abbiamo già scritto esordendo, “al di fuori degli schemi classici”.