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- FERNANDO BOTERO E IL SUO CIRCO APPRODANO AL PRINCIPATO DI MONACO -

18 dicembre 2008

di Claudio Alessandri

Il nuovo Museo nazionale del Principato di Monaco - Salle d’exposition de la Villa Sauber - dal 18 dicembre ospiterà una personale del pittore-scultore Fernando Botero. Le opere di questo grandissimo artista, circa venti, riassumono la sua produzione tra il 2007 e il 2008.

Botero non è nuovo all’ambiente monegasco dove ha esposto le sue monumentali sculture, molte delle quali ornano in permanenza i giardini della città, famosissime Adamo ed Eva e Wuman Smoking a sigarette, queste e altre sono entrate a far parte della collezione del principe che le acquistò in occasione dello svolgimento delle biennali organizzate dal principato di Monaco.

Dal 1996 Ferdinando Botero, nello stesso principato, ha un suo studio al Quai Antoine 1er.

L’artista colombiano, noto in tutto il mondo per le sue monumentali sculture, non lo è altrettanto per le opere pittoriche nonostante l’ispirazione per queste ultime lo colga già giovanissimo. Nella città natale di Medellin lo colpiscono le imponenti costruzioni barocche, ridondante eredità lasciata dal trascorso dominio spagnolo, ma non sono solo quelle ad attrarlo, ammira profondamente le preziose incisioni di Gustav Doré. A mutare il suo atteggiamento stilistico concorrono in maniera determinante gli artisti messicani José Clemente Orozco e David Alfaro Siquiero con i loro dipinti murali, ma altrettanto influente divenne l’osservazione degli affreschi rinascimentali dalle membra possenti degli uomini e le forme prosperose delle donne, seguendo il gusto di quel tempo.

La mostra monegasca che è costituita da opere su tela e su carta, ricreando l’atmosfera cistercense, si innesta perfettamente nella tradizione del principato che annualmente organizza il famoso festival internazionale dei circhi. Ritroviamo i personaggi generosamente rubicondi che lo hanno consacrato in tutto il mondo, forse in queste opere, complice l’ambiente del circo, si rinnova l’atmosfera giocosa del ludico che adombra una lieve sensazione di tristezza; il giuoco spensierato dell’età infantile si incupisce di una sensazione incombente di precarietà, tutto appare “reale” nel “reale” fatuo. È una sensazione che è avvertita in tutte le opere di Botero e come dallo stesso affermato, è un aspetto reale della sua arte, una caratteristica non cercata volutamente, ma veicolata mentalmente al suo essere alla costante ricerca della figura paterna, a lui sottratta quando aveva pochi anni. Dalle opere, sia scultoree che pittoriche di Botero, nella loro evidente sovrabbondanza corporea, non scaturisce nulla di grottesco, anzi, l’osservatore fantasticamente svincolato da un estetismo normalmente osservato e goduto, adesso accoglie quei corpi dalle fattezze volutamente prosperose con naturale godimento visivo, vittima di un “incantamento” visivo che finisce per rendere conturbanti persino il ventre, i seni e le gambe delle donne opime di Botero, una metamorfosi che accoglie piacevolmente nuovi canoni estetici.

Le opere di Botero rispondono a canoni spaziali ineccepibili e questa caratteristica non indifferente ha finito per collocare questo artista nel gotha dell’arte come naturale conseguenza di un percorso coerente, non ricerca di originalità fine a se stessa, ma cosciente ricercare una forma espressiva fuori dagli schemi tradizionali, pur ricercando sempre la piacevolezza dell’immagine nell’evidente “incoerenza” con le leggi universali che regolano le normali fattezze umane.

articolo del 18.12.08 italiainformazioni

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