- SALUTO A CLAUDIO ALESSANDRI DA PARTE DI GONZALO ALVAREZ GARCIA
Sono venuto per portare a Claudio, ai suoi amici, un saluto augurale.
Sono venuto per rammaricarmi di non essere entrato mai nella sua casa. Parlo della sua casa interiore.
Non era uomo da avere timore dei ladri. Credo che la porta e le finestre della sua casa interiore fossero sempre spalancate. Ma era così discreto, così poco amico di mettersi in mostra da sembrare, a me, schivo. Forse per questo, non ho varcato mai la soglia.
Ora devo limitarmi a immaginarlo come il frequentatore di mostre, di eventi culturali. Si muove tra gli altri, saluta con un sorriso, scambia qualche parola.
Immaginarlo come immagino Socrate, in perpetuo colloquio con il suo “daimon” personale che lo isola e lo rende accessibile.
Magnifico coltivatore di visioni! Non che disdegnasse la minima realtà quotidiana, quella con la quale tutti quanti dobbiamo fare i conti ogni giorno, al contrario.
Amava la vita fatta di quotidianità, ma coltivava le “visioni”, le immagini in grado di vivificare le idee, di darci una prospettiva nuova del Mondo, di noi stessi.
Amava
la sua storia, le sue storie…
Le innumerevoli storie che si sono incarnate in questa terra stupenda, riempendola di magnificenza e, al tempo stesso, di catene che le hanno impedito di avere una “sua storia personale” , una sua “casa propria”, come hanno gli altri popoli europei.
La piccola circostanza di non essere nato in Sicilia dava alla sua visione dell’Isola il dono della perspicacia , dello stupore e della sim-patia.
Mi rammarico di non aver saputo, o potuto, parlare con Claudio di quelle innumerevoli storie piombate sull’isola e durate troppo poco tempo perché i siciliani potessero abituarsi a vivere in esse come si vive nella propria casa.
E bello ricordarlo. E’ bello dedicare a Claudio una giornata di studio che ci aiuti a guardare questa terra con il rigore, la benevolenza, lo stupore e la sim-patia che soltanto i cuori grandi come il suo provano naturalmente.
Ecco, sono venuto a porgerti il mio saluto augurale: Ho stretto molte volte la tua mano senza mai trattenerla abbastanza tra le mie. Ti auguro di continuare a darci le tue idee rinvigorite dalle tue visioni. Continua a scrivere per noi favole mediterranee e universali. Un abbraccio. Gonzalo.
Palermo, 06.04.2017.