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- ERNESTO TRECCANI E I SUOI COLORI MAI SPENTI -

6 febbraio 2009

di Claudio Alessandri

Presso la Fondazione Corrente di Milano è in corso una personale del Maestro Ernesto Treccani, a cura di Giorgio Seveso. Vista l’età veneranda di questo grandissimo artista nato il 26 agosto del 1920 ed i non pochi acciacchi che lo affliggono da molti anni e che, negli ultimi tempi lo hanno relegato ad una poltrona, Treccani non ha obliato i paesaggi campestri, marini o gli scorci di vecchi caseggiati che per gran parte della vita sono stati fonti inesorabili di forme, ma in particolar modo di colori, vividi e reali ieri ed ancora oggi.

Fin da giovanissimo Ernesto Treccani “respira” nell’ambiente familiare una determinante atmosfera di grande cultura, suo padre fu il fondatore della celeberrima enciclopedia, tanto è vero che, ancora giovanissimo, mentre è impegnato negli studi universitari di ingegneria, sente il richiamo prepotente per la pittura avvertendo in questa espressione artistica il modo più confacente per estrinsecare i suoi più intimi sentimenti che si propagavano al campo politico, logica conseguenza, entra a far parte dei gruppi progressisti del mondo artistico che non temono di esprimere il loro dissenso nei confronti della “preconfezionata” cultura fascista.

Conseguenza logica del suo pensiero che vuole assolutamente esente da condizionamenti d’ogni tipo di radicalismo, negazione della fantasia e di una visione reale della natura, prodiga o dolorosamente crudele, mai cedevole ai massimalismi di facciata, ai compiacenti scenari tanto appariscenti quanto fatui ed ingannevoli.

Divenuto direttore della rivista “Corrente”, poté esprimere, pubblicamente le sue idee, anche se non gradite dal regime fascista imperante.

La sua prima esposizione venne ospitata dalla “Bottega di Corrente” insieme ad artisti che, nel tempo, divennero delle icone della pittura italiana e mondiale: Birolli, Guttuso, Migneco e Sassu. Solo per citare i più noti; sempre la stessa “Bottega” ospitò nel 1943 sue opere nell’ambito di una collettiva che vide esporre Cassinari e Morlotti.

Da quei lontani anni pionieristici; la fama di Treccani andrà ampliandosi ed affermandosi grazie al suo impegno mai esausto. La mostra presso la Fondazione Corrente, segna un passaggio importante nell’espressione pittorica del grande artista; i colori sono sempre la parte più importante delle opere di Treccani, ma la loro stesura avviene per mezzo di piccole spugne intrise dei vari pigmenti completati da pastelli in campiture sfumate, eleganti e godibili pur nel diverso intendere delle fasi tecniche che sottolineano l’immenso interesse dell’artista per le innovazioni, ovviamente coerenti, che fanno dimenticare gli anni e gli acciacchi di questo anziano-giovane pittore che i tanti anni di “immersione” nel variegato mondo dell’arte, non hanno corrotto conducendolo a sperimentazioni estranea al suo vedere coerente il segno ed il colore, senza perdere di vista le esigenze di gusto e stile dei suoi innumerevoli estimatori.

Treccani rappresenta compiutamente l’artista che non si culla sugli allori, continua a sperimentare, quasi a volere esorcizzare l’immobilità che l’età e la malattia, lo relegano su una poltrona, una limitazione dinamica che non rappresenta un ostacolo insormontabile al suo modo di operare abituale in “plen aire” , anzi costituisce uno stimolo mnemonico per la sua mente vivissima, si riaffacciano visioni osservate e riposte nello “scrigno del bello”, un tesoro accumulato negli anni ed ora ritrovato; il dipingere quelle visioni non gli è pesato anzi lo riporta agli inizi della sua splendida carriera, la ritrovata freschezza giovanile è evidente nella, mai doma, fantasia e nei colori, vivi come un tempo, per nulla diluiti nell’avanzare degli anni che fiaccano le membra, ma non riusciranno mai ad ottenebrare la genialità artistica di un Maestro come Ernesto Treccani.

articolo del 6.2.09 italiainformazioni

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