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- GINO SEVERINI: L'EMOZIONE E LA REGOLA.

26 marzo 2016

di anna scorsone alessandri

 È in corso presso la Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo (Parma) dal 19 marzo al 3 luglio 2016, a cura di Daniela Fonti e Stefano Roffi, la mostra dal titolo “Gino Severini: L’Emozione e la Regola che intende celebrare l’intera attività di Gino Severini”.

E’ stato, molto probabilmente, l’artista che ha maggiormente interpretato i dettami del “manifesto futurista”, teorizzato dal “vulcanico” Martinetti, e raccolto da molti artisti decisi a dare all’arte pittorica un “taglio” innovativo, originale, ma valida espressione del dinamismo che investiva come un vento purificatore l’intera Europa.

Trasferitosi a Parigi nel 1906 per  studiare la pittura d’oltralpe degli impressionisti e del post impressionisti, Severini conosce molti dei maggiori esponenti delle avanguardie artistiche della capitale francese tra cui: Pablo Picasso, Amedeo Modiglioni e molti poeti. Nonostante la sua permanenza a Parigi, non interrompe mai i contatti con l’Italia: infatti, dopo aver aderito al movimento Futurista su invito di Filippo Tommaso Martinetti è uno dei firmatari nel 1910 del manifesto della pittura futurista insieme a Balla, Boccioni, Carrà e Russolo. Il primo “Teatro famoso” che accolse questa forma d’arte che sconvolgeva apparentemente, tutti i canoni della pittura classicamente intesa, fu la Galleria Bernheim Jeune, di Parigi, città votata all’arte e fucina di nuove tendenze artistiche e non solo pittoriche. Severini esordì da futurista presso questa Galleria esponendo il dipinto “Souvenir de Voyage”e sempre in quello stesso anno (eravamo nel 1912) il quadro “Danseuse parmi les tables”: è proprio in questo quadro che Severini esprime compitamente la sua idea del futurismo. Nelle opere di Severini si evidenzia immediatamente il diverso esprimersi delle sue emozioni, siano esse d’immediata percezione che ricordi di un lontanissimo passato. Per Severini il dinamismo può essere rappresentato senza quella violenza che, viceversa, sembra indispensabile, agli altri pittori. L’effetto dinamico delle opere è racchiuso nella scomposizione dell’oggetto, un divenire di immagini che si collegano idealmente in unica forma di movimento. Gino Severini viene colto da una crisi religiosa dal 1924 al 1934, e si dedica esclusivamente all’arte sacra esplorando e sperimentando le tecniche dell’affresco e del mosaico. Esegue così grandi affreschi e mosaici, in particolare per le chiese svizzere, Francia e Italia. Negli anni ’50 Severini torna ai soggetti dei suoi anni del futurismo: ballerine, luce e movimento.

La fondazione ha dedicato questa grande mostra di successo non concentrandosi esclusivamente al suo periodo di adesione al Futurismo e al Cubismo, cui sarebbero seguite fasi interessanti ma non capitali per il linguaggio artistico del XX secolo. Le stagioni artistiche di Severini alla Villa dei Capolavori prendono spunto dalla presenza di due importanti opere nella collezione permanente della Fondazione Magnani Rocca: la “Danseuse articulée” del 1915, capolavoro futurista, e la matissiana “Natura morta con strumenti musicali”, della prima metà degli anni quaranta, volute dal fondatore Luigi Magnani per il proprio tempio dell’Arte. Accanto a queste vengono esposte circa cento opere  fra dipinti e lavori su carta di dimensioni importanti, fra cui alcuni studi preparatori che integrano significatamene la sequenza delle opere su tela o tavola. Venticinque le opere inedite, frutto di recenti scoperte o mai esposte in Italia. La pittura di Severini, pur nelle diverse stagioni espressive, è caratterizzata da una sostanziale fedeltà ad alcuni soggetti, che emergono nei suoi esordi. Il ritratto emerge subito agli inizi del secolo nella fase divisionista  e resta un soggetto importante anche nel periodo futurista: ritratti della moglie, della famiglia, del varietà, delle cantanti. Il trionfo della sua produzione avviene  negli anni Trenta. La Danza, il Paesaggio, la Natura morta sono i temi presenti  sia nella fase divisionista che in quelle futurista e cubista ma soprattutto la natura morta che domina per decenni la pittura fino agli anni Cinquanta e Sessanta.

Gino Severini muore a Parigi il 26 febbraio 1966, dopo aver lasciato centinaia di opere esposte nei musei di tutto il mondo ed avere pubblicato importanti saggi teorici e libri d’arte.

Gino Severini: L’EMOZIONE E LA REGOLA – dal 19 marzo al 3 luglio 2016. Fondazione Magnani Rocca 4, Mariano di Traversatolo (Parma). Orario: dal martedì al venerdì orario continuato dalle 10,00 alle 18,00, sabato, domenica e festivi orario continuato dalle 10,00 alle 19,00. Ingresso € 10,00 valido anche per le raccolte permanenti. - € 5,00 per le scuole. 

- GINO SEVERINI: L'EMOZIONE E LA REGOLA.