- GINO SEVERINI: L'EMOZIONE E LA REGOLA.
26 marzo 2016
di anna scorsone alessandri
È in corso presso
E’ stato, molto probabilmente, l’artista che ha maggiormente interpretato i dettami del “manifesto futurista”, teorizzato dal “vulcanico” Martinetti, e raccolto da molti artisti decisi a dare all’arte pittorica un “taglio” innovativo, originale, ma valida espressione del dinamismo che investiva come un vento purificatore l’intera Europa.
Trasferitosi a Parigi nel 1906 per studiare la pittura d’oltralpe degli impressionisti e del post impressionisti, Severini conosce molti dei maggiori esponenti delle avanguardie artistiche della capitale francese tra cui: Pablo Picasso, Amedeo Modiglioni e molti poeti. Nonostante la sua permanenza a Parigi, non interrompe mai i contatti con l’Italia: infatti, dopo aver aderito al movimento Futurista su invito di Filippo Tommaso Martinetti è uno dei firmatari nel 1910 del manifesto della pittura futurista insieme a Balla, Boccioni, Carrà e Russolo. Il primo “Teatro famoso” che accolse questa forma d’arte che sconvolgeva apparentemente, tutti i canoni della pittura classicamente intesa, fu
La fondazione ha dedicato questa grande mostra di successo non concentrandosi esclusivamente al suo periodo di adesione al Futurismo e al Cubismo, cui sarebbero seguite fasi interessanti ma non capitali per il linguaggio artistico del XX secolo. Le stagioni artistiche di Severini alla Villa dei Capolavori prendono spunto dalla presenza di due importanti opere nella collezione permanente della Fondazione Magnani Rocca: la “Danseuse articulée” del 1915, capolavoro futurista, e la matissiana “Natura morta con strumenti musicali”, della prima metà degli anni quaranta, volute dal fondatore Luigi Magnani per il proprio tempio dell’Arte. Accanto a queste vengono esposte circa cento opere fra dipinti e lavori su carta di dimensioni importanti, fra cui alcuni studi preparatori che integrano significatamene la sequenza delle opere su tela o tavola. Venticinque le opere inedite, frutto di recenti scoperte o mai esposte in Italia. La pittura di Severini, pur nelle diverse stagioni espressive, è caratterizzata da una sostanziale fedeltà ad alcuni soggetti, che emergono nei suoi esordi. Il ritratto emerge subito agli inizi del secolo nella fase divisionista e resta un soggetto importante anche nel periodo futurista: ritratti della moglie, della famiglia, del varietà, delle cantanti. Il trionfo della sua produzione avviene negli anni Trenta.
Gino Severini muore a Parigi il 26 febbraio 1966, dopo aver lasciato centinaia di opere esposte nei musei di tutto il mondo ed avere pubblicato importanti saggi teorici e libri d’arte.
Gino Severini: L’EMOZIONE E