- GIORGIO DE CHIRICO A FERRARA. METAFISICA E AVANGUARDIE
10 dicembre 2015
di anna scorsone alessandri
Giorgio de Chirico, Ettore e Andromaca.
A cento anni dalla creazione tornano a Ferrara i capolavori metafisici che Giorgio de Chirico dipinse a Ferrara tra il 1915 e il 1918. Proprio nella città estense l’artista sviluppò i concetti della nuova corrente definita “pittura metafisica”: si proponeva di rappresentare ciò che è oltre l’apparenza fisica della realtà, al di là della esperienza dei sensi. Le muse rosse, le piazze e la torre del Castello Estense ispirano alcuni dei quadri più famosi di de Chirico, intrisi di mistero e solitudine. A segnare il cambiamento radicale nell’opera di Giorgio de Chirico fu appunto l’arrivo a Ferrara in seguito allo scoppio della prima guerra mondiale: lasciò Parigi e per tre anni soggiornò nella città estense per prestare il servizio militare. In Italia fu travolto da un’ondata di emozioni di fronte alla bellezza e ai miti rinascimentali della città emiliana.
La mostra, organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dalla Staatsgalerie di Stoccarda in collaborazione con l’Archivio dell’Arte Metafisica, celebrerà questa importante stagione della pittura metafisica e le ricadute che le opere ferraresi dell’artista ebbero sull’arte italiana contemporanea e sulle avanguardie europee come il Surrealismo,
Fu a Ferrara che l’artista conobbe Carlo Carrà con il quale instaurerà un intenso sodalizio e inizierà a chiamare la propria pittura “metafisica”, e furono proprio i quadri qui concepiti, vere e proprie icone della modernità. Il soggiorno nella città emiliana determinerà cambiamenti profondi rispetto al periodo precedente, tanto nel modo di dipingere che nei temi che ispireranno le sue opere. Darà vita a quadri ambientati in piazze fuori dal tempo immerse in tramonti fantastici e in stanze segrete dalle prospettive vertiginose che faranno da sfondo agli oggetti misteriosi scoperti nelle peregrinazioni tra i vicoli del ghetto, o che diventeranno il palcoscenico su cui reciteranno manichini da sartoria e personaggi muti e senza volto. Sulle tele, che si accendono di un cromatismo intenso, compaiono scorci di palazzi, fabbriche, carte geografiche, militari, strumenti da disegno e misurazione, ma anche dolci e forme di pane tipici della tradizione locale.
Giorgio De Chirico nato in Grecia da genitori italiani benestanti, oltre ad essere un Grande della pittura fu anche autore di scritti teorici, memorie autobiografiche, raccontini di una vera e propria opera letteraria di una certa importanza “L’Hebdomeros”, uscita nel 1929. Inventore della pittura metafisica, uomo profondamente solo raccontano gli “abitanti” dei suoi dipinti, un monumento in una piazza vuota. La solitudine aleggia impietosa in tutta la sua esistenza, anche se de Chirico ha avuto una moglie (Rissa, ballerina classica) e più di una relazione. L’unico legame davvero inscindibile fu quello con il fratello Andrea, artista poliedrico noto con il nome di Alberto Savinio, arrivato con lui a Ferrara per arruolarsi nell’esercito. Dopo una vita errabonda, dal 1947 de Chirico vive a Roma in Piazza di Spagna. Alle sue opere si ispireranno grandi artisti.
Sono ottanta le opere esposte provenienti dai principali musei e collezioni di tutto il mondo.
De Chirico a Ferrara. Metafisica e Avanguardie. Palazzo dei Diamanti, Corso Ercole I d’Este, 21.
Ferrara. Fino al 28 febbraio 2016.
Orario: tutti i giorni: 9,00 – 19,00. biglietto intero € 11,00, ridotto € 9,00.