- PALAZZO CEFALA', VIA ALLORO, 99 - PALERMO.
12 maggio 2015
di anna scorsone alessandri
Il Palazzo Diana di Cefalà si trova in Via Alloro, (la strada deve il nome ad un grande albero di alloro di ragguardevole dimensioni abbattuto poi il 4 dicembre del 1704, giorno di S. Barbara), nel cuore della Kalsa.
La zona si estende fino a corso Vittorio Emanuele e include molti tra monumenti più interessanti della città. Tra questi ricordiamo i più importanti, quali il Palazzo Abatellis (sede della Galleria Regionale), il Palazzo Calvello, il Palazzo Diana di Cefalà, il Palazzo Bonagia (crollato rovinosamente nel 1982), il Palazzo S. Gabriele e moltissimi altri. In questa via si trovano anche due importantissime chiese: quella di S. Maria dell’Itria, detta anche dei Cocchieri, l’altra è la chiesa, con annesso convento, della Gancia, una delle più famose della città.
Nella via Alloro si affacciano, appunto, i palazzi di molti nobili fino al secolo scorso. Ma il tramonto e l’impoverimento del baronaggio diedero un brutto colpo al dignitoso aspetto della via.
La borghesia, formatasi dopo il 1860, disertò questa via preferendo i nuovi più ariosi quartieri della periferia; e l’ultima guerra con le numerosissime bombe la sfigurarono pesantemente. Oggi purtroppo gli eleganti palazzi che vi si affacciavano sono stati o distrutti o molto rovinati. Sullo stesso fronte appunto c’è Palazzo Cefalà di origine tardo gotiche: apparteneva, nei secoli XVI e XVII, alla famiglia Opezzinga.
Palazzo Cefalà appartenne alla famiglia Diana e ingloba la fabbrica architettonica trecentesca che venne eretta nel tempo in cui una ristretta cerchia di famiglie aristocratiche, tra cui quelle dei Chiaramonte e degli Sclafani, esercitava il controllo politico locale; a partire dal terzo trentennio del XIV secolo grazie alla relativa stabilità politica dovuta alla famiglia Chiaramonte, sorsero edifici civili e residenze urbane e furono restaurate le antiche mura musulmane.
In quel tempo Palermo risultava costituita in cinque grandi quartieri, ormai integrati e collegati tra loro. Interessante la storia di Palazzo Cefalà che nel Quattrocento fu sede, saltuaria, della Zecca e sembra che vi siano stati coniati pirriali (o gettoni) d’argento e d’oro.
Ceduto nel 1643 ad Alessandro Filangeri, principe di Cutò e Marchese di Lucca. Questo periodo caratterizzato da rivolte e carestie fu invece nobilitato dalla presenza di grandi geni dell’arte come Pietro Novelli, Filippo Paladini, Gaspare Vazzano, i Serpotta e artisti del tempo che protetti dai nobili creavano veri e propri capolavori; opere che facevano bella mostra nei palazzi compreso anche questo edificio. Oggi il palazzo Cefalà è sottoposto a cure. Si trova di fronte Palazzo Bonagia e le sue bifore ancora in parte schermate da spessori di intonaco sono a chi conosce l’area, ben note. Si tratta di un cantiere di messa in sicurezza. Purtroppo, la rimozione di intonaco pericolante potrebbe svelare nuove sorprese accrescendo così l’interesse per questo edificio.
Oggi l’ex Scuderia di palazzo Cefalà ospita varie forme d’arte ed eventi. Performance musicale di danza e teatro-danza, letture di testi e poesie.
Il giorno 30 maggio in occasione di Palermo Capitale del Mediterraneo dalle 9,30 – 13,00 e 16,00 – 19,30 ci sarà una Mostra fotografica di Alberto Gandolfo 1, 2, 4, 5,…volti” (aperta fino al 5 giugno).
Lettura della poesia di Claudio Alessandri “Com’era bella Palermo di notte” (voce Corinne Latteur).
Proiezione del video “L’Inno del Mediterraneo di Amicizia fra i Popoli” (Lucina Lanzara e Stefano Elia).
Saluti istituzionali.
Relazioni e comunicazioni di approfondimento storico e culturale e su iniziative e progetti di sviluppo.
Interventi, dibattito, documento finale.
Rinfresco al termine dei lavori.
È prevista la partecipazione di Vittorio Noto, Claudio Paterna, Agostino Porretto, Francesco Torre, Alfredo Di Bartolo, Massimo Scarafia, Muhammad Al Daire, Gonzalo Alvarez Garcia, Zaher Darwish, Abdullah Pietro Mohebbali e di Club Rotary, Lion’s e Inner Wheel di Palermo.
Presidenza Ninni Casamento.