- 8 MARZO FESTA DELLA DONNA . NEL SEGNO DI LEI DI Claudio Alessandri.
Enza Careri
Nella luce baluginante di un falò, l’uomo preistorico alzò il volto dai tratti ottusi e guardò fissamente la parete di dura roccia della caverna che gli offriva un solido rifugio alla sua stenta esistenza e sentì, irresistibile, l’impulso di tracciare su quella parete un messaggio indelebile che sintetizzasse i simboli della sua sopravvivenza.
Con tratti essenziali, graffiò sulla roccia scene di caccia, danze tribali ma, soprattutto, figure femminili; il ventre prominente, il seno prorompente a simboleggiare quella fecondità che rassicurava sulla continuità della specie.
Era nato l’uomo e con esso la straordinaria capacità di tradurre il proprio pensiero in immagini. Nei millenni che seguirono, la figura femminile divenne sempre più ispiratrice di sublimi rappresentazioni artistiche fino al raggiungimento di un iperrealismo che non induceva ad immagini fallaci, ma poneva in una posizione preminente la <<donna>> nella sua suprema bellezza oltre che fisica, spiritualmente depositaria di una armonia universale.
La venere Anadiomene o quella più famosa di Milo, perduto l’aspetto simbolico-religioso, voluto dagli artisti che diedero loro forma, hanno dettato i canoni della bellezza femminile nei secoli seguenti, ispiratrici esse stesse di innumerevoli opere d’arte che prolungarono visivamente la figura femminile come archetipo della bellezza assoluta.
Non la donna angelica dantesca, essere etereo, immagine terrena del divino, ma palpabile e godibile nella sua prorompente femminilità, simbolo di eleganza formale, ma anche amica, compagna positiva di un uomo fragile celato sotto l’apparente scorza ruvida ed in scalfibile.
Ancora oggi, si ha la certezza che tutti gli artisti (uomini e donne) non possono fare a meno della figura femminile per esprimere il loro più segreto sentire la bellezza, non importa se le forme armoniche di un viso, di un corpo femminile sono adombrate da rigide forme geometriche o fantasticamente sintetizzate in rapidi tratti, la <<donna>> è sempre lì a ricordarci la sua insostituibile presenza è nella vita è nell’arte.
Palermo, Marzo 1997
Claudio Alessandri, marzo 1997
Omaggio a due pittrici scomparse: Enza Careri e Tecla Iraci