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- ALBERTO GIACOMETTI E L'ARCAICO - MUSEO MAN - NUORO.

28 ottobre 2014

di anna scorsone alessandri

  Dal 24 ottobre presso il Museo d’Arte provincia di Nuoro – Man, sono esposte le sculture di Alberto Giacometti. Sono sue quelle opere di bronzo molto note che rappresentano figure umane filiforme e scarnificate, dai corpi allungati e gracili: sono le opere per cui Giacometti viene principalmente ricordato.

Una settantina, tra sculture di Giacometti e capolavori d’arte antica, provenienti da prestigiose collezioni svizzere e italiane. La mostra racconta il fascino più antico di un processo evolutivo, di un’era storica. Le celebri figure di origine etrusca, come gli Aruspici dai corpi “a lama” del Museo di Villa Giulia a Roma, scoperti dall’artista durante il primo viaggio in Italia fra 1920 e 1921, sembrano tornare nelle forme immote dello scultore con le quali condividono armonia, compostezza e linearismo.

Allo stesso modo il dialogo con i bronzetti nuragici, che segnano il legame con il territorio sardo, può  essere attraverso le parole dello storico dell’arte Giuseppe Marchiori dedicato proprio al sapore antropologico della ricerca di Giacometti e alle forme dei suoi corpi “esili come guerrieri nuragici, senza lance e scudi, oppure simili all’idolo volterrano, agli uomini della notte”.
Un avvincente viaggio nel tempo alla scoperta di linguaggi ancestrali in continua ridefinizione.

Giacometti in una intervista diceva: “Quando faccio una scultura, se la vedo in anticipo, già fatta – il che succede a quasi tutti nella scultura moderna ed è successo anche a me per un anno – essa si forma nell’immaginazione e a poco a poco la si vede nella sua materia e nelle sue dimensioni. La sua dimensione dipende allora dalla necessità emozionale dell’oggetto. La realizzazione è solo un lavoro materiale che, almeno per me, non presenta nessuna difficoltà. Mentre per arrivare alla piastra c’è voluto parecchio. Ci ho lavorato soprattutto l’inverno. Cominciavo infatti due o tre sculture diverse e arrivavano tutte allo stesso punto, diventavano sempre la stessa cosa… mi sembrava che fosse in un certo senso somigliante con le cose e con me. Ma quelle che volevo riprodurre erano le cose che vedevo, era un fatto emozionale, o un certo sentimento delle forme che è interiore e che si vorrebbe proiettare all’esterno? Da questo dilemma non si uscirà mai, credo! Volendo esprimere se stessi, senza tener conto della realtà esterna, si finisce con fare un oggetto che ha delle somiglianze con la realtà esterna. Mentre, volendo copiare il più esattamente possibile, una testa ad esempio, il risultato per chi guarda non sarà affatto somigliante con quello che si voleva riprodurre!...”

Un viaggio attraverso le sue sculture: teste minute, busto allungato, egli concentrava tutta la sua attenzione sulle linee sottili del volto, le sculture di Giacometti sono alcune delle opere più riconoscibili del Novecento, e il suo è uno dei nomi che circolano più facilmente – anche fra i non addetti – quando c’è da citare grandi scultori della storia dell’arte moderna.I temi preferiti dello scultore erano i familiari: la madre, il fratello Diego, gli oggetti che lo circondavano, i paesaggi visti e vissuti.

Alberto Giacometti nato in Svizzera, nel Cantone dei Grigioni, il 10 ottobre 1901 trascorse  gran parte della sua vita a Parigi, cominciò a disegnare, dipingere e a scolpire molto giovane. Dopo aver frequentato la Scuola di arti e mestieri di Ginevra nel 1919 si iscrisse ai corsi i scultura. Nel 1928 Giacometti entrò a far parte del gruppo surrealista con cui ruppe nel 1935 pur partecipando alle mostre fino al 1938. In questo periodo, sul lavoro a memoria prevalgono l’immaginazione e, spesso, l’inconscio, che conducono Giacometti alla creazione di sculture molto importanti per l’idea surrealista di oggetto a funzionamento simbolico: Uomo e donna e Boule pendu (Sfera sospesa del 1930) una forma sferica oscillante che sfiora una mezza luna allungata dentro un’ingabbiatura di ferro, introduce il problema dello spazio e della sua delimitazione, che da allora si precisa come una costante della ricerca estetica di Giacometti.
Il suo interesse si sposta dal mito e dal sogno all’osservazione diretta della realtà, che si accompagna a una più consapevole preoccupazione per i materiali e le tecniche e implica una notevole trasformazione stilistica che lo conduce ad una sorta di naturismo schematico. Muore a Coira nel gennaio 1966.

La mostra di Alberto Giacometti curata da Pietro Bellasi e Chiara Gatti è visitabile fino al 25 gennaio 2015Museo d’Arte Provincia di Nuoro – MANVia Sebastiano Satta, 27 –Nuoro Sardegna ItaliaOrari: 10 -13 / 15 – 19. Lunedì chiuso – Ingresso: intero 3 euro, ridotto 2 euro.   
 http://www.italiainformazioni.com/88127/giacometti -larcaico-in-mostra-nuoro

- ALBERTO GIACOMETTI E L'ARCAICO - MUSEO MAN - NUORO.