admin

Testi

- NAIRE FEO - LA MIA ISOLA, MOSTRA PERSONALE DI PITTURA.

Sarà inaugurata domenica 31 maggio alle ore 18,30  presso il “Margaret Cafè”, Via Madonia 93 Terrasini (PA) la mostra personale dell’artista Naire Feo dal titolo  “La mia isola”.

Organizzata dall’Ass.ne Culturale ASADIN, con testi di Filli Cusenza e Marilena Calcara. Musiche del maestro Innocenzo Bua.

La storia di ogni popolo è circondata da milioni di leggende, quei racconti che mescolano, in maniera quasi irrazionale, eventi reali e fantastici, personaggi storici e divini. Non c’è popolo che non abbia i suoi miti e i suoi racconti paranormali. Il poeta francese Patrice de La Turdu Pin scriveva che “I paesi che non hanno leggende, sono destinati a morire di freddo”. Ma in Sicilia non si può morire di freddo.


I racconti leggendari superano quelli reali e un siciliano cresce con le leggende nel cuore, nel DNA forse. L’artista Naire Feo ha fatto delle sue leggende una mostra, “LA MIA ISOLA” (Leggende siciliane) appunto. Leggende popolari e leggende del cuore, direi. Come nelle migliori leggende,nelle opere dell’artista significante e significato si rincorrono fino a determinare una rappresentazione affascinante. Le opere di Naire ci catturano per la loro capacità di essere accoglienti, morbidi, soffusi e liberi. Alla libertà e luminosità, si affianca però il racconto. Ed è un racconto che si esprime quasi in maniera enigmatica. A parte qualche elemento, che si muove libero nella rappresentazione, il fulcro della storia, direi quasi la sua “rivelazione”, è racchiusa all’interno di un ulteriore quadro, una finestra più profonda che si rivela quasi uno stato dell’anima più lontano, e per questo pressoché irraggiungibile. La finestra nello sfondo, il quadro nel quadro, che spesso ricorre in queste opere è, in contraddizione con il resto, stagliato in maniera precisa, razionale, definita e direi quasi inaccessibile. Inaccessibile come il significato reale delle leggende, inaccessibile come i pensieri dell’artista, che si espone, ma che protegge una parte di se, in un’arca avvicinabile a pochi.  (Marilena Calcara, storica dell’arte).

Claudio Alessandri nel suo testo “La mia isola” scriveva:  In questa personale Naire Feo, racconta per immagini e secondo il suo vedere stilistico, numerose leggende riferite alla Sicilia, terra dai più definita “del mito” a giusta ragione poiché questa isola è stata il crogiuolo di molteplici popoli, ognuno dei quali, insieme alla “storia ufficiale” immortalata da celeberrimi studiosi, cronisti e storici, ha aggiunto le proprie leggende legate alle battaglie famose, ad amori sconvolti da crudeltà inenarrabili, a fantastiche ricostruzioni di vite di santi e di eroi.

Naire, fornisce una sua interpretazione visiva a leggende che scivolano verso la favola, oppure favole che hanno uno sviluppo da avvenimenti realmente accaduti. Ho potuto constatare personalmente che il popolo, così detto minuto, è più disposto ad ascoltare gli accadimenti storici e non, sotto forma di leggenda, interessandosi poco dell’arida e pedante, a volte, realtà.

Evidentemente tra le opere di questa artista non poteva mancare la leggenda di re Artù, quella della Pantofola della Regina, Santa Rosalia, non poteva mancare quella di Colapesce, un essere dotato di capacità natatorie eccezionali e non poteva mancare lo “Stupor Mundi” Federico II di Svevia, ed altre ancora che si inseriscono con delicatezza o troculenza, nei fatti storici di un’isola che dalla sua posizione geografica trasse notevoli vantaggi commerciali, posta al centro del Mediterraneo, divenne ben presto il desiderio di tutte le potenze europee e mediorientali, conobbe grande gloria e indicibile dolore”.

 

Le leggende rappresentate dall’artista Naire Feo, sono state tratte dal libro di Claudio Alessandri:  “Miscellanea – Successi ‘na vota – Mitologia e leggende della Sicilia favolosa”.

 Naire Feo “La mia isola” dal 31 maggio al 13 giugno 2015.

Margaret Cafe, Via Madonia  93 – Terrasini (PA) megghicafe@gmail.com

Orario: 9,30 – 24,00.

 

- NAIRE FEO - LA MIA ISOLA, MOSTRA PERSONALE DI PITTURA.