- I "FRAMMENTI" E LE "CANCELLAZIONI" DI FRANCO SARNARI IN MOSTRA A MODICA -
22 dicembre 2008
di
Claudio Alessandri
Il giorno 20 Dicembre 2008, è stata inaugurata, presso la Galleria d’Arte Dir’Arte di Modica, una personale di Franco Sarnari. La mostra curata da Ornella Fazzina e Francesco Di Rosolino annovera quaranta opere di questo straordinario artista. Nato a Roma nel 1933, Sarnari da autodidatta si è imposto all’attenzione sia dei Critici nazionali che d’oltre oceano, per le innegabili doti artistiche, ma in modo particolare, per l’instancabile ricerca di sempre nuove soluzioni. L'artista ha impreziosito la storia dell’arte svincolandola dai canoni captivi di un classicismo frainteso, non deteriore sia chiaro, ma probabilmente talmente caratterizzante per molti secoli, da renderlo quasi un dogma che finisce per soffocare ogni anelito di libero pensiero, disseccando la fonte prodiga di abbondante messe.
Questa mostra giunge in un periodo di grande fervore creativo dell’artista romano ed è volutamente focalizzata su due dei momenti più significativi della produzione artistica di Sarnari, momenti durante i quali la sperimentazione raggiunge i risultati più pregnanti, segnando un “passaggio” a forme e atmosfere assolutamente innovative: i “frammenti” e le “cancellazioni” due espressioni che trovano senso rilevante e forse determinante nell’intero percorso artistico di Sarnari che si prolunga ed amplifica in ben sessanta anni di carriera.
I “frammenti” altro non sono che particolari anatomici di nudi femminili evidenziati da una luminosità tagliente, rivelatrice di una realtà frazionata, suddivisa come un puzzle in attesa di essere ricomposta sia fisicamente che idealmente alla ricerca della perfezione estetica che, non necessariamente, deve ubbidire a canoni di bellezza assoluta.
Nell’osservare quei “frammenti”, un sortilegio avvertito intimamente, diviene reale, quei corpi resi musivi, adesso si ricompongono nel nostro pensiero, e una volta non più parcellizzati, si offrono allo sguardo nella loro esuberante bellezza. E’ fin troppo evidente la volontà artistica di Sarnari, far rivivere dei corpi dal punto di vista figurativo non completi che, sebbene sezionati, pulsano di fremiti vitali.
Anche nelle “cancellature” la pittura di Sarnari può essere compresa, facilitata, ma non semplificata, se così fosse si cadrebbe nella banalizzazione di opere raffiguranti persone o cose, “biffate” al pari di un’opera preziosa vittima del capriccio di un bambino dispettoso. Non è così, l’artista non vuole negare l’evidenza, ma almeno parzialmente occultarla per costringere alla riflessione, uno sforzo intellettivo destato dall’assenza dell’ovvietà che tutto massifica svuotandolo d’ogni contenuto.
L’interpretazione si abbruma quando le “cancellature” divengono opachi simulacri di forme, non è agevole vedere nel buio di una cromia opacizzata, si può immaginare, che importa se si è errato o scorto il vero senso della raffigurazione pittorica, l’importante è avere creato insieme all’artista, una osmosi stimolante e non fastidiosa, una vitalità intellettiva che è il principio di ogni forma di vita.