- PALERMO, ecco 'A CURSA. L'ULTIMA FATICA LETTERARIA DI GIUSEPPE PITRONE
3 marzo 2009
di
Claudio Alessandri
Presentato a Palermo, presso la sala delle carrozze di Villa Niscemi, il romanzo di Giuseppe Pitrone intitolato ‘A Cursa, edito dalla Nuova Ipsa. Per l’occasione è stata coniata una medaglia bronzea opera dello scultore palermitano Rosario Vullo. Questo romanzo si ispira, ma saremmo tentati di dire, “respira” all’unisono con quella favolosa corsa, la più antica al mondo, che percorreva le tortuose strade del circuito madonita.
Nel racconto di Giuseppe Pitrone è lampante l’immedesimazione nella “Targa” da divenire egli stesso un grande pilota di vetture sportive, ovviamente con ispirazione fantastica. La fatica letteraria di Pitrone vuole essere un omaggio commosso ad un evento sportivo ed al massimo esponente della Sicilia motoristica di tutti i tempi, indubbiamente rappresentato dal pluricampione della Casa di Maranello, il palermitano Ninni Vaccarella.
Abbiamo partecipato da spettatori a moltissime edizioni della “Targa Florio” e abbiamo rivissuto, in questa rievocazione letteraria specie di “kermesse” che univa tecnica nella sua massima espressione e insieme festa popolare, capace di attrarre lungo i centoquaranta e più chilometri del circuito migliaia e migliaia di spettatori provenienti da tutta la Sicilia, ma anche appassionati di tutto il mondo, migliaia dicevamo, divennero milioni quando sorse l’astro Vaccarella, tanto più che guidava e vinceva sulle rosse Ferrari. Per i siciliani ‘A Cursa, così, “tout court” come l’equivalente “e mutor” in terra romagnola, divenne binomio Ferrari-Vaccarella, mal sopportando l’intromissione delle tedesche Porsche o delle “rabbiose e goffe” Cobra americane.
Mille gli episodi, magari raccontati con l’enfasi dei narratori di storie gloriose della Sicilia fantastica dei paladini di Carlo Magno, di re Artù e della fata Morgana. Giuseppe Pitrone è talmente compenetrato in quel “sogno” stimolato da un amatissimo zio, fonte inesauribile della favola ‘A Cursa, da divenirne protagonista.
Con il suo romanzo ha dato voce e calore a milioni di cuori che, ancora oggi, battono all’impazzata al solo ricordo di quei lontani giorni, tanto lontani da essere divenuti essi stessi, leggenda. Lo spirito che scaturisce dall’anima commossa di Pitrone, dal suo romanzo, è evidentemente quello di un siciliano che ha amato ed ama follemente ancora oggi, il campione Vaccarella, ma ancor più, la consapevolezza di avere vissuto una “leggenda” fantastica, irripetibile, appunto come solo una leggenda può essere.
articolo del 3/3/09 siciliainformazioni