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- PIPPO ORIANI E IL FUTURISMO -

27 febbraio 2009

di Claudio Alessandri

In numerose città italiane ed europee, da Roma a Milano a Parigi e Londra, è vivo il fermento organizzativo per ricordare degnamente il centenario della pubblicazione del Manifesto Futurista di Marinetti, avvenuta a Parigi il 20 febbraio 1909.

La mostra che si inaugura a Palermo il 28 febbraio presso “Mercurio Arte” dal titolo emblematico “Homage to Pippo Oriani – Futurist Works”, si inquadra appunto nell’ambito di questa ricorrenza, il giusto omaggio ad un “momento” di vera e propria rottura con un mondo artistico ancora legato a canoni di un neoclassicismo che stava per richiudersi su se stesso, incapace del benché minimo messaggio di rinnovamento dinamico.

Pippo Oriani nacque a Torino del 1909, città nella quale compì l’intero ciclo scolastico, dopo essersi scritto in architettura, avvertì prepotente il fascino del mondo pittorico ed a questo si dedica con l’entusiasmo del neofita, fece conoscenza con vari artisti del gruppo futurista torinese, Fillia, Levi Montalcini, ma la svolta definitiva della sua scelta stilistica avverrà con la conoscenza di Casorati e con il Gruppo dei Sei.

Il debutto ufficiale di Oriani avviene nel 1928 alla mostra internazionale del futurismo che si svolse quell’anno a Torino, l’invito a partecipare gli giunse da Prampolini; la sua adesione a questa innovativa espressione artistica, non lo distrasse comunque dalle esperienze d’avanguardia che nascevano in tutta Europa incontrando il favore dei critici e del pubblico. Culla di ogni movimento innovativo divenne Parigi, città nella quale Oriani espose numerose volte le sue opere che, in alcuni casi, anche se larvatamente si “sente” l’influsso di artisti come Braque e Léger.

Con il gruppo dei futuristi partecipò alle rassegne dedicate a questa tendenza a Mantova, alla Promotrice di Torino ed a quella di Barcellona, in quest’ultima città ricevette la medaglia d’oro quale massimo riconoscimento alle sue scenografie; partecipò inoltre alle manifestazioni di Parigi ed Alessandria.

La sua attività divenne sempre più frenetica, ma i vari impegni non gli impedirono di dare nuovo impulso alla poetica sull’esempio della cultura europea conferendo al nuovo movimento sempre stimoli vitali che impedirono la cristallizzazione di una idea, salvandola da quell’immobilismo che segnò inesorabilmente l’estinguersi di nuove espressioni artistiche, nate da impulsi creativi, ma privi di un fine, destinati quindi ad arrestarsi e quindi scomparire come tutto ciò che si basa su fragili fondamenta sabbiose.

I soggiorni parigini di Pippo Oriani divennero sempre più frequenti, tra il 1929 ed il 1933 entrò in contatto con i massimi esponenti delle “avanguardie” europee, fra i quali Léger, Kandinsky, Le Corbusier e, non ultimo, Prampolini.

Il 1930 segna il nascere e lo svilupparsi in Oriani di una nuova idea, la codificazione del concetto di “Simultaneità” che si estrinsecò in risonanze neocubiste, non prive di suggestioni metafisiche che facevano intravedere un crescendo surrealista.

La consacrazione “dell’idea” di Oriani avvenne nel 1932 nell’ambito della Biennale di Venezia, nella quale l’artista torinese espose un’opera considerata un capolavoro: “Nascita della simultaneità” che precedette di poco “Paesaggio interplanetario”, opera che verrà esposta a Parigi nel 1933 insieme ad un’altra opera colma di simbolismi, “Divinazione dello spazio”.

Oriani divenne il massimo esponente del “Secondo Futurismo” torinese. La sua attività non conobbe pause, la pittura rimase sempre al primo posto, ma trovò vitalità creativa anche nel campo architettonico e nel cinema d’avanguardia.

Pippo Oriani si spegne a Roma nel 1972.

Il Centro d’Arte Mercurio espone opere che vanno dagli anni ’20 agli anni ’70, opere che spaziano dai “Siderali” agli “Arlecchini” alle inconfondibili nature morte nelle quali si manifestano forme e soggetti simboli della quotidianità creativa, rappresentati dagli accostamenti: “tavolo, chitarra e fogli di musica”. Le figure femminili appaiono in una luminosità postcubista, ed esprimono sentimenti colmi di domande misteriose.

articolo del 27.2.09 siciliainformazioni

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