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- CLAUDIO MALACARNE, GIUDICE SEVERO DELLA REALTA'

1 giugno 2010

di Claudio Alessandri

 
Può accadere, purtroppo sempre più spesso, che nel leggere la recensione dedicata ad una personale pittorica, si venga invischiati o perlomeno confusi, da una prosa talmente “arzigogolata”, involuta che utilizza una infinità di parole, concetti, definizioni e compiaciuti accostamenti stilistici che, almeno nel mio caso, non mi è consentito “penetrare” compiutamente il mondo pittorico dell'artista in questione.
 
Sono talmente tanti gli accostamenti con altri famosi e famosissimi pittori, che mi viene fatto di chiedere, ma Claudio Malacarne possiede un suo stile? Oppure come nel citare Pirandello il curatore della mostra Floriano De Santi, siamo al cospetto di una tridimensionalità concettuale appunto, “uno, nessuno, centomila”, da non potere essere giudicato come dimensionalità singola?
 
Che Malacarne, come più o meno altri pittori, abbia una sua “storia” artistica non è contestabile, anzi è da confermare senza titubanze, che si sia ispirato ad artisti già affermati e storicizzati è ovvio, ma è plausibile che la sua “carriera” pittorica contempli così tanti esempi che finiscono per confondere ispirazione ed idee, tutto ciò mi sembra più deleterio per l'artista Malacarne che elogiativo.
 
 
Claudio Malacarne è un ottimo, ancor giovane pittore che ha attraversato il “pentagramma” pittorico, sempre alla ricerca di nuove soluzioni senza perdere mai di vista la sua solida concezione stilistica post-impressionista; l'interpretazione cromatica di Malacarne è spontaneamete caleidoscopica, con la preziosità di una diffusa luminosità.
 
Le opere di questo artista, ovviamente risentendo negli anni di atmosfere che risuonano di richiami intimistici nell'osservare la realtà variegata che gli si propone, ma non si impone, può essere una orchestra jazz o il viso amato della figlia Federica, le teste di animali, ricordo delle primigenie ispirazioni che adesso ritornano nelle sue composizioni non più ineccepibili, esclusivamente, scolasticamente, ma puntigliosamente voluti espressivi nel donare vitalità dove, un tempo, si perseguiva quasi esclusivamente la bellezza.
 
Era inevitabile per Claudio Malacarne, dopo tanto vagare per strade perigliose o cieli sereni, approdasse al realismo, evidente, ma non per questo banale, nel rappresentare i bagnanti immersi nelle asettiche convenzionali piscine che “cullano” una armoniosità, apparentemente, serena, appagata, in definitiva falsa che Malacarne, in un tripudio di forme e di colori, rivela nella loro reale fatuità.
 
È una sensazione resa ancora più evidente nella matericità sovrabbondante che, non negativa all'osservazione superficiale, rileva tutta la falsa protervia del vivere in una realtà voluta, immaginata, ma senza solide fondamenta, affidata all'illusorio concepire i propri privilegi come saldi ed incontestabili, viceversa fragili e sempre prossimi ed infrangersi all'urto di una realtà che, come tale, non può reggersi su una folata di vento.
 
La mostra è visitabile fino al 20.6.2010 presso la Città di Cernobbio (CO) con sede l'Estense Arte di Viale Regina, 22. Orario: tutti i giorni 10-12,30 e 15,30-19.30.
 
articolo dell'1 giugno 2010 italiainformazioni

- CLAUDIO MALACARNE, GIUDICE SEVERO DELLA REALTA'