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- L'ODISSEA RILETTA DA GIOVANNI MELI

16 giugno 2010

di Claudio Alessandri

L'Odissea riletta da Giovanni Monti Giovedì 17 giugno alle ore 18,00 verrà presentato presso Palazzo Comitini, sede della Provincia Regionale di Palermo, lo splendido volume edito per i tipi della Nuova Ipsa di Palermo, dal titolo: “Odissea” di Omero, non si tratta di una delle tante riedizioni dell’opera classica, ma di una rilettura e riscrittura elaborata da Giovanni Monti.

Siamo, ancora una volta, al cospetto di una di quelle idee che noi; senza preconcetti definiamo: “follie letterarie” e ce ne convinciamo ancora di più nel leggere il sottotitolo, “traduzione e riscrittura di Giovanni Monti”, l’opera sarà arricchita da 24 tavole a colori disegnate da Emanuele Di liberto, non nuovo ad imprese di questo genere.

La sensazione che desta l’intenzione poetica di Monti, almeno in un primo momento, è di sgomento, proprio così, avvertiamo la sensazione di assistere ad una avventura, se non proprio goliardica, certamente ad un colto “divertissement”, non riusciamo a capacitarci che qualcuno, nel caso specifico un editore serissimo e di vasta esperienza, possa impelagarsi in una avventura che può condurre, al termine, a deliranti conclusioni; nel tonfo immancabile di una avventura che, fin dall’inizio, era facile dedurre, perigliosa, ma noi conosciamo molto bene quell’editore e conseguentemente il suo gusto nell’impegnarsi nelle imprese difficili, ma che servono a distinguerlo culturalmente dalla stragrande maggioranza dei medio-grandi editori che alla cultura privilegiano il facile guadagno. 
lo sconforto diviene ancora più cocente quando leggiamo, nella nota di presentazione di questo folle o geniale, tentativo di imporre una idea “altra” di un’opera immortale, per definizione intangibile e non teorizzabile.

Misurarsi con un monumento letterario quale è l’Odissea: “Questa nuova versione dell’Odissea di Giovanni Monti”… non si tratta quindi di uno “sberleffo” come imprudentemente da noi pronosticato, è cosa  seria, non ci rimane che affrontare la lettura di questa “nuova opera poetica” tratta da un’anima antichissima, di questa rilettura e ricomposizione in chiave poetica, e Monti è un poeta.

Dicevamo, di un opera “classica” antica interpretandola ed investendola delle problematiche del vivere in un mondo tanto dissimile da quello di Omero, quindi la “poetica” anche per Monti è l’inizio e la fine di tutto, ma non vuole che i suoi versi “narranti” si esauriscano nel fragile e delicato mondo di un “verso” seppur bellissimo.

Monti pretende di dare all’opera spartita in versi, dei contenuti creativi , cioè congiungere l’eleganza dell’esposizione rimata con una buona dose di creatività, colmare senza distruggere, l’opera di un “genio” vissuto nell’oscurità di una nobile e trepida antichità, con la positività naturale di un poeta che vive, o subisce? la modernità, non come facile visione di un mondo tecnologicamente avanzato, ma moderno nella concezione d’idee che si staccano dal mondo Omerico per un lasso di tempo spaventosamente non colmabile, nel conto dei millenni certamente, non altrettanto nella concezione del vivere nella condivisione ed opposizione del filosofico elaborare una realtà che riteniamo lontana da Omero ed invece ci rendiamo conto che il poeta dell’antica Grecia ci sopravanza con il semplice e naturale messaggio poetico, non ci mortifica, ma ci ammonisce.

“… traduzione e riscrittura del poema...”, stentiamo a credere che questa frase sia stata pronunciata da Giovanni Monti, il nostro dubbio scaturisce dalla “enormità” di questo concetto, che l’autore intervenga nell’elaborazione del testo omerico in maniera “severa” è logico altrimenti non avrebbe ragion d’essere la sua fatica.

La ricostruzione dell’opera omerica da parte di Monti si esprime in versi non costretti dalla forma poetica scolastica, costruita seguendo i dettami severamente obbligati da una legge stabilita da forme inamovibili, si dipanano liberi da ogni regola precostituita, traggono dall’opera omerica un percorso  coerente, ma sia la costruzione che la sonorità cercano e trovano una loro autonoma via slegata da quella greca, ma, non per questo meno godibili nel “movimento” sonoro, anche se è evidente l’interrompersi della continuità musicale, sacrificata per raggiungere il concetto e con esso giustificare il frazionamento poetico, adottando una ritmica lontana anni luce da quella classica, ma sia chiaro, per noi non si tratta di una manchevolezza.

Il poeta nel perseguire l’idea, la sua idea, ottiene il risultato che si era prefissato, l’opera rispetta senza alcuna eccezione il testo originale, contemporaneamente giunge al risultato, non agevole, di una rapida, godibile comprensione.

Persegue anche, ed è questo che per Monti è il reale raggiungimento del fine al quale affidare un risultato affrontato e risolto con temerarietà  letteraria, il disvelarsi di uno stile personale che rispetti l’esigenza di comprensione del lettore che compenetra la narrazione, anche se scaturita da una forma moderna, se così vogliamo definire quel “diverso” che Monti ha tratto con maestria, dal capolavoro di Omero.
 

Prezzo dell’opera: Euro. 112,00 – pagg. 288 + 24 tavole a colori fuori testo.   
articolo del 16.6.2010 siciliainformazioni
 

- L'ODISSEA RILETTA DA GIOVANNI MELI