- "BACI RUBATI E AMOROSE PASSIONI" A CASTEL DEL MONTE
18 luglio 2010
di
Claudio Alessandri
Se fu personalmente Federico II a progettare Castel del Monte, come sostengono alcuni studiosi, oppure qualcuno dei suoi architetti su sue precise istruzioni, poco importa, la realtà è dinnanzi ai nostri occhi, osserviamo rapiti un castello medievale che lo “Stupor Mundi” volle bello architettonicamente e unico come fabbrica difensiva che contemplava le comodità di una normale dimora abitativa. I castelli fatti edificare da Federico II, segnavano una svolta netta nell’architettura castellare; tutti gli altri manieri fatti edificare in Puglia e in Sicilia, vennero concepiti con questa “idea” innovatrice, ma nessun altro corrispose alla misteriosa bellezza di quello elevato su di una piccola altura che spezzava l’uniformità della pianura della “Capitanata”.
Quel castello dalle architetture armoniose e originale fu, molto probabilmente la causa del nascere e del diffondersi di una miriade di leggende, religiose, alchemiche e astronomiche che fecero di quel castello lo “scrigno federiciano” di tutto il sapere proveniente dall’inesauribile curiosità dell’imperatore e il diffondersi della convinzione della sua origine divina.
Quale ambientazione più idonea, quindi, poteva essere sede della mostra dal titolo emblematico “Baci Rubati e Amorose Passioni”, curata da Michela Tucci e Lorenza Tonani. Questa mostra apre una nuova stagione espositiva nella atmosfera misteriosa che emana dallo splendido scenario di Castel del Monte; evento voluto con grande decisione dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia e dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici perle Province di Bari Barletta – Andria – Trani e Foggia Direzione di Castel del Monte.
Questo impegnativo e delicato impegno ha goduto dell’apporto dell’organizzazione “Alef – cultural project management” di Milano, del Comune di Andria e la partecipazione finanziaria di Banca Carime.
La mostra si comporrà di trenta dipinti concessi da importanti collezioni pubbliche e private, per la massima parte giunti dall’Italia settentrionale e centrale , poste a confronto con sette dipinti di Scuola meridionale, concessi dalla Banca Carime che ne è proprietaria. Il percorso dell’iniziativa verrà seguito da Michela Tucci, Direttore di Castel del Monte e da Lorenza Tonani, storica dell’arte.
L’avvenimento percorre con trepida passione famosi avvenimenti d’amore, tormenti, tragedie che animarono, in particolar modo, l’atmosfera romantica che si impose nei secoli XVII e XVIII nell’intera Europa che si esplicitò anche nella musica, l’arte figurativa e i drammi teatrali.
Le grandi sale, oggi silenti, quando vi soggiornò il “Fili Apuliae”, risuonarono delle struggenti note musicale scaturite da strani strumenti, molti dei quali di tradizione araba, che accompagnavano i canti delle fanciulle che popolavano l’harem di Federico, i numerosi poeti che popolavano la Corte componevano i loro versi che poi declamavano a beneficio degli astanti.
Lo stesso “Stupor Mundi” si cimentò nella poesia amorosa e con notevole risultato, famosissima e ricca di pathos è la poesia, da lui composta: Oi lasso! Non pensai, si forte mi parisse io di partire da donna mia,…”.
La mostra rappresenta una occasione unica per ritornare con la mente alla affascinante mitologia, a narrazioni letterarie e drammi pastorali particolarmente amati nell’atmosfera amorosa del settecento ed evidenziati sapientemente, oltre che ammantate dal valore artistico sentimentale, nelle sette opere di proprietà della Banca Carime. Le sette opere sono state dipinte da artisti meridionali di notevole fama: “Gianquinto, De Matteis, Altamura”, le loro opere celebrano dei personaggi che simboleggiano l’amore passionale che conoscerà la tragedia; Rinaldo e Armida, Erminia e Tancredi, Aurora e Cefalo, Enea e Didone.
Ecco che l’amore sublimato da languidi momenti, si trasforma in misteriosa, incomprensibile che rivissuto all’interno di Castel del Monte, può trovare valida soluzione nelle pratiche magiche, nelle formule misteriose che i grandi alchimisti dell’Imperatore conoscevano e dispensavano al loro signore e a coloro che gli erano fedeli. Versione ovviamente tramandata e diffusa dal popolo e non solo.
La mostra prosegue con alcune opere di artisti come Hayez, il Piccio, Cremona e Previati. Questi artisti si aprono all’amore come passione, nessuna meraviglia, invece no, il “peccato” travolge la razionalità e ci mostra eroine peccaminose come Isotta, Francesca da Rimini e l’immortale Giulietta; esse incarnano compiutamente l’impudicizia peccaminosa dei “baci rubati”. Tale principio morale oggi fa sorridere, eppure il sorriso si smorza al cospetto di Piccarda Donati, Lucrezia Borgia , la Gertrude del Manzoni alle quali l’amore libero viene precluso e barattato con matrimoni “di comodo”; l’alternativa è la morte, quella di Pia dè Tolomei, Desdemona, Anna Bolena.
L’intero avvenimento vede protagonista la figura femminile, la donna amata e idolatrata nella poesia siciliana, o l’ottocentesca eroina dei drammi “strappa lacrime” dell’ottocento che ispirò celebri drammi musicali, genere che venne esportato in tutto il mondo grazie alle indimenticabili composizioni di Rossigni, Donizzetti e Verdi.
Della mostra fanno parte sei iniziative che hanno per tema “Baci Rubati e Amorose Passioni”, una iniziativa rivolta anche ai giovani perché comprendano il valore storico e artistico di Castel del Monte.
Immagine: Salvatore Previati, il bacio, tempera su cartoncino -
articolo del 18.7.2010 italiainformazioni