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- UNA GRANDE MOSTRA PER TONO ZANCANARO 25 ANNI DOPO LA MORTE.

5 luglio 2010

di Claudio Alessandri

Ad iniziare dal primo luglio 2010, la città di Peccioli (PI) ricorda con una grande mostra d’arte pittorica, ma non solo, Tono Zancanaro nel 25° anniversario della sua morte avvenuta a Padova, sua città natale, il 3 giugno 1985.
Musica, Teatro, Eventi”, si articola appunto in una serie di iniziative, ovviamente artistiche, che fanno da contorno, più o meno condivisibili per la scelta degli artisti, in alcuni casi, riteniamo lontani dallo spirito di assoluto contenuto culturale, dal “momento principe”, cioè il ricordo di Tono che ebbi ad apprezzare ancor prima di conoscerlo personalmente durante le sue “immersioni” nell’archeologia e nella storia siciliana.
 
Ricordo, con infinita nostalgia, i momenti magici scaturiti dagli incontri dialettici fra Leonardo Sciascia e Tono Zancanaro, seduti, l’uno accanto all’altro su di un antico divano Liberty, immersi nell’atmosfera soffusa di bellezza figurativa . Era un parlare fitto, fitto, ma in tono pacato, quasi confidenziale. In quei momenti ogni banalità o bruttura del mondo, scompariva inghiottita da un vortice di silenzi ed armonie.
  
Sciascia era un grandissimo estimatore dell’artista padovano e non mancò mai di promuoverlo, in tutti i Paesi dove si recava ed erano tanti. Nanà, come gli amici chiamavano confidenzialmente Sciascia, pur apprezzando molti altri incisori quali Roberto Stelluti, Edo Janich, Domenico Faro, con Tono aveva un rapporto privilegiato, non tanto perché più dotato degli altri colleghi, ma perché vedeva in lui, il grande artista che interpretava i soggetti “a modo suo”, cioè infondendo nei suoi elaborati, sua cultura poliedrica, una forma filosofica che includeva la sua grande capacità di cogliere il lato satirico anche nelle occasioni più apocalittiche; una filosofia che scaturiva dall’osservazione critica di uomini e cose.
  
Il Segno di Tono” si avvale della proficua collaborazione fra la Fondazione Peccioliper con il responsabile dell’Archivio Storico Tono Zancanaro, Manlio Gaddi. Questa collaborazione ha permesso alla mostra di avvalersi di numerosissime incisioni e litografie che, è bene precisare, nulla hanno di meccanico, ma proseguono lungo la via maestra tracciata dagli antichi Maestri, due esempi per tutti, Albrecht Durer e Gustav Dorè.
 
Tono Zancanaro, pur rimanendo un grandissimo incisore, nella sua inesauribile voglia di sperimentare, si è cimentato con successo negli oli e negli acquarelli, incise oggetti di vetro realizzati appositamente dai Maestri Vetrai di Murano, a Ravenna dove insegnò disegno per molti anni, eseguì sapienti interventi musivi, realizzò arazzi, sculture in bronzo, ed altro ancora.
 
Delle sue scorribande siciliane, mi è vivo il ricordo dei suoi “carusi” dai grandi occhi neri come olive, ma anche le antiche divinità della Magna Grecia che ha rappresentate numerose e spesso in uno stile dissacrante, pervaso da quella ironia, gia citata, che lo rese e lo rende indimenticabile ed irripetibile per tutti coloro che amarono questo personaggio che aveva assorbito e sedimentato nel suo intimo una doppia cultura, tanto contrastante, quanto prossima ad una condivisione ideologica, ancora ai nostri giorni sperata, ma non realizzata, scaturita da una visione ampia del vivere in pace ed armonia, la pacatezza del carattere veneto non si scontrava, ma si amalgamava con il carattere fiero della Sicilia, immagine di dolorosa miseria, specchio opacizzato di una antichissima civiltà pervasa da profonda cultura, adesso addormentata e inerte, vittima di un maligno sortilegio operato da una delle sue tante divinità.
articolo del 5 luglio 2010
 

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