- VILLA DE GREGORIO ANCORA IN TOTALE ABBANDONO. A PALERMO LO SCEMPIO CONTINUA.
19 giugno 2010
di
Claudio Alessandri
Nell’ormai lontano maggio del 2006, la Villa De Gregorio fu oggetto di un nostro intervento presso il “Giornale di Sicilia”. L’interessamento fu necessario per destare l’attenzione delle autorità preposte alla cura e conservazione del patrimonio artistico e culturale perché si interessassero a quella villa del settecento che giaceva in uno stato di abbandono e di incuria preoccupanti, si tratta di un classico esempio di stile “rococò” tanto in voga in quel secolo e amato dalla nobiltà che si trasferiva dalla città dove gravava una calura insopportabile presso quei “gioielli” disseminati su tutta la “Piana dei Colli”, nei caldi mesi estivi godendone l’amenità e la frescura.
L’interesse iniziale, assunto molti anni innanzi dall’Assessorato Regionale, si esaurì in breve tempo e non perfezionò la pratica che aveva vincolato la Villa al pari del grande e spettacolare parco che completava quel luogo di “delizia”.
Nel frattempo villa e parco venivano accerchiati da anonimi scatoloni di cemento di poche pretese architettoniche e vendute a poco prezzo. Anche questi agglomerati periferici erano figli del famigerato “Sacco di Palermo”; nel frattempo Villa de Gregorio, giaceva in tragico abbandono, causa inevitabile dell’inizio di un graduale, ma inarrestabile deperimento e sarebbe andata incontro ad una fine ingloriosa se Don Pierino Gelmini non avesse insediato in quella villa uno dei suoi tanti centri di recupero di tossico dipendenti, la pigione, di una certa consistenza, venne stabilita a carico delle “casse comunali”.
L’arrivo di quei giovani , accolti inizialmente con malcelato fastidio e preconcetto timore, ben presto divenne centro di aggregazione per tutto il rione che era ed è confinante a destra con la borgata di Cruillas e a sinistra con il C.E.P. ( oggi S.Giovanni Apostolo); quei giovani non solo non costituirono un pericolo, ma furono protagonisti della rinascita di Villa De Gregorio, restaurarono la costruzione in tutti i suoi particolari, sia strutturali che ornamentali, e fecero rinascere gli agrumeti che crebbero rigogliosi nell’attiguo parco adorno di grandi sedili in pietra di Billiemi e scolpiti sapientemente dagli scalpellini del tempo con “volute e riccioli”, giusto il gusto di allora.
Le cose belle, purtroppo, non durano in eterno, infatti dopo 18 anni di “nuova vita” goduta da Villa De Gregorio ecco giungere il momento fatale, il Marchese De Gregorio, nel rinnovare la pigione per un ulteriore periodo, prospettò un aumento consistente, almeno così parve al Comune di Palermo e all’amministratore della Comunità voluta da Don Gelmini, anche se in seguito il De Gregorio negò decisamente tale circostanza.
In ogni modo il sacerdote non ritenne “eticamente” giustificato gravare di un ulteriore costo la collettività e nonostante le dichiarazioni di generosa disponibilità sia del Comune di Palermo che della Regione Siciliana, Don Pierino fu inamovibile ed in brevissimo tempo trasferì gli ospiti di Villa De Gregorio in un altro centro da lui fondato a Messina.
Da quel malaugurato giorno la villa ed il parco ricominciarono quel lento, ma inesorabile declino al quale non poteva sfuggire a seguito del suo abbandono. Noi non volemmo arrenderci all’evidenza, giorno dopo giorno assistemmo all’agonia di quel monumento, fino a quando quello spettacolo di “gravissima inciviltà” non ci sospinse ad interessare di quella “vergogna”, come di già scritto, il Giornale di Sicilia.
Il nostro appello non rimase inascoltato, il quotidiano inviò un suo cronista ed un fotografo e dopo un sopraluogo riassunsero il tutto su una intera pagina dello stesso giornale, ma il cronista non si limitò all’articolo, provvide ad interpellare i responsabili regionali del settore Beni Monumentali.
Questi si dimostrarono disponibili e sensibili, intervenne l’allora responsabile dei servizi architettonici della sovrintendenza Matteo Scognamiglio che, preso atto della situazione penosa nella quale languiva villa De Gregorio, dichiarò testualmente: “Adesso si apre uno spiraglio per il recupero. La sovrintendenza riprenderà la procedura, cominciata nel 2000, per apporre il vincolo, che potrebbe obbligare il proprietario a restaurare la struttura. La villa e il suo parco, comunque, per il piano regolatore della città sono beni monumentali e per questo godono già di un vincolo di tutela…”; quindi si prospettavano soluzioni risolutive anche se non rapide, comunque certe, qualche riserva giunse a smorzare il nostro entusiasmo quando il dott. Scognamiglio terminò le sue rassicurazioni dichiarando sempre testualmente:… “Se il proprietario ha difficoltà a restaurare l’edificio, con fondi regionali si può finanziare parte della somma. Al momento però, per problemi economici, queste risorse non sono disponibili”.
Aggiungiamo noi che, se allora i fondi non erano disponibili, continuarono a non esserlo ancora negli anni che seguirono dato che la villa De Gregorio non è stata interessata da alcun intervento, ne di restauro ne di consolidamento e conservazione. Per inciso bisogna aggiungere che, a scanso d’equivoci, il De Gregorio si affrettò a dichiarare che per lui era impossibile affrontare il costo di un restauro se non gli veniva concesso un finanziamento ed a questo punto, tutte le speranze si esaurirono in una classica “bolla di sapone”, il cerchio si era chiuso senza avere sortito alcun risultato positivo, neppure in prospettiva .
Dal lontano giorno del nostro intervento rivolto al quotidiano del mattino, sono trascorsi molti anni e la certezza di un sicuro abbandono di tutte le buone volontà verbali, tali sarebbero rimaste. Testardi, non volemmo ascoltare la voce della ragione e scrivemmo un articolo sul quotidiano online Siciliainformazioni, denunciammo, ancora una volta, l’aggravarsi di uno scempio vergognoso al quale era, evidentemente, destinata Villa De Gregorio. Il De Gregorio, come chiaramente preannunciato, non è intervenuto in alcun modo, la Regione men che mai e lo scempio della villa e del parco sono divenuti irrimediabili.
Nonostante tutto continuiamo a sperare nella “forza della ragione” e continueremo a farlo fino a quando della Villa de Gregorio non rimarrà più pietra su pietra. La natura, unica cosa attiva, viva e sempre pronta a rimpossessarsi di quanto toltole dall’uomo, ha in breve tempo invaso quei luoghi resi irriconoscibili dalla fitta cortina di erba e di sterpaglie che ha del tutto occultati villa e parco, forse un tentativo generoso di “morte procurata” per nascondere una vergogna del tutto umana.