La città di Rimini ospiterà, dal 9 luglio all’8 agosto 2010, nella suggestiva cornice del Castello Sismondo, una manifestazione che vedrà un confronto, non nuovo, ma certamente stimolante, realizzato da dieci pittori ed altrettante poetiche che dovranno, lavorando in coppia, trarre ispirazioni da un grande e famoso dipinto del Guercino che rappresenta: “La visione di San Girolamo”.
Ad elevare il tono, del tutto culturale, di questa “incruenta tenzone”, contribuiscono certamente pittori e poeti, anche se alcuni notevolmente dotati, ma ancora non inseriti nel gotha del mondo dell’arte, e molti altri di fama internazionale.
La selezione, sia per la pittura che per la poesia, è stata curata, ciascuno per la propria competenza, da Alberto Agazzani, Davide Rondoni e Beatrice Buscaroli che hanno cercato di scegliere artisti e poeti di varia provenienza geografica culturale ed artistica, in modo da consentire una ampia varietà di soluzioni realizzative, seppur vincolate ad un unico soggetto.
L’immagine ispiratrice per pittori e poeti, come di già accennato, è una grande tela di Giovanni Francesco Barbieri, conosciuto da tutti come il “Guercino”; un’opera splendida che si potrebbe definire una felice scoperta tra le tante opere attribuite, per moltissimi anni a vari artisti e che sottoposte a sapientissimi restauro, hanno indubbiamente riconquistato l’antica vivacità coloristica, ma quello che è maggiormente importante l’effettiva attribuzione ai loro reali autori.
Nel seicento la “scuola emiliana” è particolarmente prodiga di talenti che abbandonato il “manierismo” imperante in quegli anni, ritornano prepotentemente all’ispirazione della natura sulla scia dei grandi artisti del cinquecento.
Il Guercino che ha visto la luce a Cento (FE) nel 1591, contrariamente agli altri artisti emiliani che si sono dispersi per tutta Europa, rimane ancorato alla sua città natale e da autodidatta trae grande esperienza osservando le opere del Carracci, il Vecchio Ludovico, cugino dell’altro celeberrimo Carracci, Annibale.
Tornando alla iniziativa riminese, gli artisti ed i poeti, trarranno ispirazione da quell’antico quadro, splendido per fattura, ma indubbiamente “grave” come può e doveva essere un dipinto di genere sacro: Siamo particolarmente interessati a scoprire con quale animo e quali soluzioni i “venti” affronteranno un tema concepito con i dettami del suo tempo, una pedissequa rappresentazione delle “Sacre Scritture” che richiedono ispirazione dei singoli, negando fantasia e promovendo la grande tecnica e conoscenza teologica.
Non dubitiamo del risultato positivo, ma il compito è indubbiamente improbo.
Arte figurativa e poesia noi le abbiamo sempre considerate emanazioni spirituali inseparabili, il pittore nel creare le sue opere esalta la poesia insita in personaggi, in oggetti e nei paesaggi che richiamano alla mente il poetare nostalgico della propria infanzia, o anche amori sublimi, forse sperati, ma rimasti racchiusi in versi ispirati, non sdolcinati, ma incisi saldamente nella roccia.
I poeti, a loro volta, scorgono negli accadimenti della loro esistenza, l’ispirazione a narrare, forse in prosa gentile ed amabile alla lettura, ma un poeta va oltre la prosa, vuole immortalare il suo pensiero in versi “severi”, amorosi, musicali. Nella poesia è insita l’armonia, lo svolgersi elegante di avvenimenti che solo il procedere in versi può consegnarli al prossimo, un dono, un omaggio alla bellezza anche se racchiusa in versi gravidi di umana tragedia.
Questa splendida iniziativa riminese che può godere del possesso di un’opera del Guercino, impernia su questa, commistione tra pittura e poesia, quasi l’integrarsi armonico l’una all’altra e in questo connubio di cultura, trova una scintilla di ulteriore dinamicità, pone poeti e pittori, ordinati a coppie, non in gara fra loro, ma al cospetto del Guercino, uno stimolo irrinunciabile per mettere alla prova se stessi, cercando nel confronto una conferma, una volontà struggente di camminare verso l’ignoto.
Gli artisti che, osservando il Guercino, daranno vita ad una impresa pregevolissima sono: “Sonia Alvarez e Isabella Leardini; Andrea Martinelli e Antonio Riccardi; Davide Frisoni e Daniele Mencarelli, Omar Galliani e Iole Toini, Piero Guccione e Roberto Mussapi; Giovanni Manfredini e Davide Rondoni, Mauro Moscatelli e Giancarlo Laureano; Vladimir Pajevic e Giancarlo Pontiggia; Massimo Pulini e Davide Brullo; Alberto Sughi e Sergio Zavoli.
Progetto promosso dall’Associazione Culturale Città d’Arte Rimini in collaborazione don la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini.