www.blogsicilia.it/blog/la-natura-ritrovata-di-vin cenzo-nucci/32461/La prima volta che ho incontrato l’arte di Vincenzo Nucci, qualche anno addietro, ho ritrovato quella natura che suggeriva pulsioni poetiche, la natura dei miei anni giovanili quando si offriva al mio sguardo scorci di angoli nascosti di antiche Ville corrose dal tempo, ma ancora dignitose nella loro vetustà.
Quelle costruzioni di giallo tufo, erano rifugio per rampicanti invasivi quasi a volere celare segreti mai disvelati, giardini di piccole dimensioni che accoglievano in un intrigo caotico piante, alberi spontanei e esemplari rari di una natura proveniente da Paesi lontani, dai colori vivaci, dai profumi inebrianti.
Nucci è attratto dal proliferare libero di una natura ricca di messaggi, di suoni di popoli lontani che la splendida natura della Sicilia ha accolto con gioia, tutti gli esemplari vegetali che il clima sub tropicale dell’isola non ha respinto, anzi accolto e fatto prosperare come splendide creature soffocate da parassiti che, giunti da noi si inebriano di libertà, di felice vivere in un mondo che, nei secoli, ha accolto con amore popolazioni provenienti dai mondi più disparati.
Il simbolo pittorico che contraddistingue Nucci, quasi un marchio, un simbolo nobiliare, è la palma, un albero che si offre alla pittura in tutta la sua eleganza, dal tronco possente e dalla chioma ampia nel suo invadente cromatismo di verde sereno.
Le vetuste abitazioni che riflettono il giallo del sole della loro Terra, non chiudono lo sguardo su mondi sognati, fanno da cortina all’intricata buganville che abbarbicata ad alti muri, esplode punteggiando di fiori vermigli l’anonimo sostegno, non evidente all’osservazione, suggerendo l’idea incongrua di una levità misteriosa.
Vincenzo Nucci predilige nella realizzazione delle sue opere, l’uso del pastello, un mezzo che, se utilizzato con maestria, è il caso di Nucci, consente soluzioni straordinariamente efficaci nel rendere una figurazione complessa, pienamente comprensibile nei contenuti e nelle cromie.
Questa personale ospitata da Elle Arte, ordinata con perizia da Laura Romano, dal titolo Memorie, Impressioni, mi consente di gettare, ancora una volta, lo sguardo nel mondo, non immaginato, ma originalmente interpretato da un Nucci sempre coerente nelle sue scelte stilistiche e interpretative di una realtà sempre più rarefatta, prossima a scomparire dalla nostra vita e con essa i ricordi felici, i languori di amori sperati e mai accaduti.
Le splendide realizzazioni di Nucci ci rimandano a un felice passato mentre il presente ci ricorda l’avanzare degli anni e con essi lo svanire di un mondo che abbiamo vissuto, conosciuto intensamente e che adesso, per naturale evolversi, sfuma lentamente, ma inesorabilmente, la bellezza del corpo insieme all’armonia della natura, l’identico percorso che conduce dal nascere allo scomparire nella vita e nei ricordi.
È evidente che nel proporre la sua idea artistica, ha toccato le corde del mio animo fin nel profondo, non ho mai sottovalutato tutte le altre espressioni artistiche, il pensiero interiore di un artista non può essere teorizzato e meno che mai giudicato con superficialità, in base al proprio intendere l’arte. Il perché prediliga le opere di Nucci, senza ignorare idee e forme diverse nel fare arte, è contenuto nel mio prediligere l’armonia messaggera di quiete, quel qualcosa che sfugge ad ogni speculazione sensoriale, le atmosfere che mi offre Nucci mi riconciliano con il mondo, una pace vacua nel frastuono di un mondo impazzito.