In mostra a Palermo sino al 31 dicembre
Dal 27 novembre, lo “Spazio Parallelo”, ospita una personale del pittore palermitano Aldo Pecoraino.
Artista fecondo dalla pittura “raffinata”, con questo termine intendo definire una pittura comprensibile, ma non leziosa, una espressione del tutto personale della natura, uno stimolo al discorso cerebrale, ma non doloroso, non forzatamente culturale, da comprendere e amare come l’infondere di visioni appaganti e nell’immagine e nello spirito di ciascuno, non captivo dei sentimenti altrui, un suggerimento, un timido sussurro per scorgere nella natura quello stimolo a riflettere sul costante divenire del tempo, del vivere positivamente.
Il Maestro Aldo Pecoraino, quando lo conobbi frequentava abitualmente la Galleria Arte al Borgo, di Palermo, ogni pomeriggio, immancabilmente, quel locale si riempiva di artisti, scrittori, cultori dell’arte in generale. Gli argomenti trattati erano vari come varie erano le “intelligenze” che frequentavano quel luogo, deputato, forse a caso oppure particolarmente attraente per la presenza di vari personalità artistiche di alto livello.
La Galleria era frequentata da artisti dell’importanza di Guttuso, in occasione delle sue frequenti “immersioni” palermitane, da Caruso dall’aria svagata del nobile giunto per caso in quel luogo, Cazzaniga, non saltava un solo Natale, poi i pittori palermitani di prima grandezza e fra questi Totò Bonanno, dalle grandi capacità artistiche disperse in mille rivoli che non conducevano al grande fiume, ma si disperdevano in aridi deserti e, a poco a poco, si esaurivano nel nulla, Mario Pecoraino, ottimo scultore che, fra l’altro, seppe immortalare lo scrittore Leonardo Sciascia in un bronzo straordinariamente somigliante, raffigurato, da tagli sapienti in uno degli atteggiamenti frequenti dello scrittore, immerso nei suoi intimi pensieri e lo sguardo che fissa qualcosa di indefinibile, ma sicuramente oltre il normale sguardo umano.
Ho lasciato per ultimo Aldo Pecoraino perché merita una trattazione disgiunta dagli altri artisti, non perché più bravo degli altri nell’arte pittorica, ma perché il suo dipingere è, ancora oggi, “diverso”, non saprei come altro definirlo, non che è immune da alcune assonanze con altri artisti del passato, ma perché in lui tutto diviene “possente”, i colori decisi, violenti e corposi, il segno coerente eppure dall’apparenza svagata, bandita, nei quadri di Percoraino, è la precisione del segno, e questa caratteristica è forse il marchio distintivo di Aldo Pecoraino.
Tornando ai ricordi, lo rivedo, alto, snello, dall’aria svagata attraversare il breve spazio della Galleria, apertamente ignaro dei discorsi che riempivano quel luogo deputato alla cultura, varia nel significato e, a volte, noiosa. Andava avanti e indietro come se il mondo circostante non contenesse altre presenze, spesso muoveva le labbra esprimendo un pensiero muto, una teoria mai disgelata molto probabilmente riflettendo su progetti grandiosi, sempre rimasti nelle intenzioni, oppure voli sperati resi vani dalla realtà, economica, domestica, è padre di numerosa prole.
Aldo Pecoraino ha goduto di ampi successi, avrebbe potuto andare lontano da Palermo, come avevano già fatto tanti altri artisti prima di lui, Roma, Milano, i centri più attivi nell’arte e dove i mercanti promuovevano gli artisti di sicuro successo, Pecoraino no, non per timore dell’avventura, un tuffo nel nero dell’incertezza, niente di tutto ciò, è rimasto defilato dal frastuono del successo mondiale per libera scelta.
Forse Aldo Pecoraino ha commesso un errore, ma non può chiamarsi errore una libera scelta, nessuno lo ha obbligato, per un motivo misterioso che, forse, lo stesso artista non è in grado di spiegare, il suo mondo, il suo orizzonte non è stato materiale, ma spirituale, ha attinto da questo il suo pensiero e la sua arte, da questo sono scaturiti i grandi alberi dai tronchi e dai rami tormentati, resi palpitanti dai colori corposi, vividi, ma mai discordanti, sempre coerenti e piacevoli a vedersi.
Le sue barche in secco sulla sabbia, non suggeriscono immobilità passiva, ma attesa attiva del momento di solcare nuovamente il mare, cercando alla luce della “lampara”, compiendo un rito antico come l’umanità.
La mostra è stata inaugurata il 27 novembre 2010 ed è visitabile fino al 31.12.2010 presso lo Spazio Parallelo di via della Libertà, 34 – Palermo.