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- KINDIA - L'ETERNO DILEMMA - REALTA' O APPARENZA?

21 dicembre 2010

di Claudio Alessandri

L’ETERNO DILEMMA – REALTA’ O APPARENZA?
L'ARTE DI KINDIA IN MOSTRA A MILANO. 
In nessuna altra attività umana, è tanto evidente il mistero che condiziona sensorialmente e visivamente la realtà e l’apparenza come nel mondo artistico, pittorico o scultoreo o sotto qualsiasi altra forma si esponga al giudizio, all’interpretazione dell’interpretabile.

Kindia è una artista che infonde nelle sue opere pittoriche, generalmente visi femminili, quell’interrogativo che affascina e irrita come tutto ciò che sfida l’intelletto umano nelle sue più profonde verità, spesso inconfessabili nell’emergere da profondità abissali per fare emergere la parte peggiore del genere umano, il volere apparire migliore di quello che realmente si è.

Un artista, nel dipingere un volto, un corpo, non importa se maschile o femminile, oppure un paesaggio, lo raffigura come solo lui lo vede, altri non condivideranno l’idea artistica, perché, non è strano a dirsi, non è l’artista a condizionare la rappresentazione, ma è il soggetto che sfugge alla realtà, l’artista potrà cogliere un attimo di una vita, fissa la sua idea estetica, ma la realtà può essere lontanissima dal vero.

Gli occhi sereni di un volto femminile possono nascondere infinito dolore celato da indicibile dolcezza e così violenza, sessualità sfrenata o languido romanticismo, aridi sentimenti, cheto orgasmo in un amplesso celato dalle palpebre socchiuse ad esprimere quella dolce serenità, scaturita da un atto di reciproca sopraffazione.

Kindia, nasconde nelle sue opere, il desiderio di disgelare ciò che è alla base di un tale dilemma, “essere e apparire”, non esiste nella realtà e nel subconscio, nulla di più sfuggente, eppure reale, ma non una realtà codificata, perenne, mutevole come lo è l’esistere, il vivere, l’operare, attimo per attimo si svela il reale, immediatamente dopo l’apparire, è un esercizio difficile da spiegare, inavvertito come un palpito di ciglia.

Chiaramente Kindia proponendo le sue opere non vuole in nessun modo causare incertezze nascoste nella bellezza, sprona a comprendere una realtà-non-realtà, un nudo maschile o femminile, se osservato da un profano, rimarrà sempre il nudo, più o meno piacevole di due corpi, per l’artista non è così, in quei corpi leggerà e rappresenterà la loro postura, i loro occhi, chiusi o spalancati a vedere il mutare delle cose, della vita, insomma l’artista, forse inconsciamente, dipingerà la sua idea e non quella suggerita dai corpi maschili o femminile, sarà sempre così fino a quando apparire e essere coincideranno, ma potrà mai accadere?.

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