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- FRANCA MINARDI, SENZA PERDERE LA LEGGEREZZA -

12 settembre 2010

di Claudio Alessandri

L’arte espressa da Franca Minardi nella mostra di Russi (RA), non fa altro che aggiungere ulteriore conoscenza a quella da me acquisita in anni ed anni di attività. Desidero chiarire ogni dubbio destata da quanto affermato in precedenza.

Le realizzazioni di questa artista non mi giungono come banali riproposizioni di opere similari da me osservate in precedenza, queste, come le altre fanno parte di quella tendenza artistica conosciuta come “arte povera”, intendiamoci, “povera” per i materiali utilizzati, certamente non per espressione artistica e contenuti emotivi.

E Franca Minardi nel dare vita alle sue realizzazioni, rimane fedele a questa tendenza. L’artista figurativo osserva e valuta i particolari più incisivi di una figura, l’artista neofigurativo rimane colpito da determinati aspetti della natura, un paesaggio, una marina e da questi traggono ispirazione per dare vita alle loro opere, Franca osserva con sguardo indagatore, tutto ciò che la circonda, materiali che è la natura a proporre, ma non con l’evidenza di una idea definita, pronta ad essere trasferita su di un supporto; questa artista ricerca e pazientemente raccoglie, tutto ciò che colpisce il suo istintivo cogliere un aspetto interessante in un ramo troncato dalla potatura di un albero da frutta.

 
Si tratta di sculture, ma sarebbe più appropriato definirle installazioni, realizzate con semplici rami assemblati e legati con normalissimo spago a dare forma ad una figura geometrica dai risultati relativi, ma che non inficiano il risultato finale, potremmo definirla l’ossatura che consente di proseguire nel completamento dell’idea artistica di Franca, adesso si ben definita nel pensiero dell’artista; tutto si completa come il suo volere, nulla è affidato al caso, ma ho la netta impressione che se dovesse presentarsi l’imprevedibile, la Minardi l’asservirebbe alla sua idea, trasformando un “inciampo” in un suggerimento prezioso, quel qualcosa che serve a donare all’opera finita, quell’imprevedibilità che va ad accrescerne la preziosità visiva.

Quell’umile telaio di rami mozzati, violentati, gettati in un canto per servire da ardere, viene utilizzato per accogliere dei “drappi” o (trame) come vuole l’artista, composti da vari lembi di carte, incollati tra di loro, poi colorati con pigmenti, ovviamente naturali, quali sabbie, fango, ruggine e tempere, unica concessione nobile all’umile insieme totalmente naturale.

Ecco rivelarsi l’intenzione “madre” della ragione artistica di Franca, la leggerezza, tutte le sue realizzazioni debbono suggerire questa importante qualità, “la leggerezza”, nulla deve gravare sulla sua idea, quindi trasferire questa sensazione agli osservatori, un transfert tanto desiderato dall’artista, quanto accolto con serena comprensione da chiunque osservi quelle opere che sembrano scaturire dalla natura per poi levarsi in volo a perdersi nell’immensità ideale del mondo intero.

Il luogo che accoglie questa personale, l’ex Chiesa in Albis nella cittadina di Russi, posta nel cuore della mia Romagna potrebbe apparire inopportuna, quell’ambiente architettonicamente caratteristico delle chiese bizantine, una unione elegante e ricercata di mattoni in cotto, dal rosso smorzato dai tanti anni, ai preziosi marmi mischi e gli eleganti trafori nel marmo, sembrano stridere con le opere artistiche di Franca Minardi, sembrano, ma non collidono affatto con il prezioso “guscio” che le accoglie,anzi, è un mio parere, le caratteristiche dell’ex chiesa isolano le opere esposte in un mondo tutto loro, godibile, criticabile poco importa, purché non sia mai banale.  
   
La mostra verrà  inaugura domenica 12 settembre alle ore 18.00 ed è visitabile fino al 26 dello stesso mese – orari: 13/17 settembre 20.30/23.00 – 18/20 settembre 10.00-12.00 e 15.30-23.00 – 21/26 settembre 20.30-23.00.

articolo del 12.9.10 pubblicato su italiainformazioni

- FRANCA MINARDI, SENZA PERDERE LA LEGGEREZZA -