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- LE ISOLE DI AURORA VARVARO

20 settembre 2010

di Claudio Alessandri

    La produzione dell’artista Aurora Varvaro è varia, come vario è il suo orizzonte fantastico, immaginato, visto interiormente nell’infinito azzurro del mare che circonda la sua isola, dove abita ed opera provenendo dalle migliaia di chilometri che separano Udine, sua città natale, delle isole Eolie, elette a dimora già da molti anni.
Quando il pensiero cerca di penetrare il mondo segreto, fantastici e solitario di un’isola, ha un attimo di esitazione, quasi fosse chiamato ad una scelta vitale, abbandonare un mondo divenuto estraneo ad ogni pulsione creativa, chiassoso, volgare, omologato al vivere di milioni di esseri simili, nel pensiero, nei non ideali, smarrita nella non conoscenza, e raggiungere il risultato di una idea che si concretizza su di un piccolo lembo di terra, silenzioso, dove i pochi abitanti vivono ancora al ritmo dei primi coloni, giunti per vie misteriose in quel luogo, più di tremila anni fa.
L’unico suono evidente è quello del vento, lo stesso che Eolo donò ad Ulisse e che l’impazienza degli uomini mutò in tempesta, adesso il vento fa schiumare il mare che si frange sulle rocce di basalto facendole luccicare al sole.
Aurora Varvaro è un’artista, è fuggita dal caos generalizzato, e giunta su quell’isola, ha sentito le parole gentili sussurrate dalla brezza marina, ha sentito il brontolio della caldara che bolle, ha goduto del nero brillare dell’ossidiana, il candore nevoso della pomice; tutto questo ed altro ancora ha concorso a rendere Aurora “vinta da quell’incantamento”, non poteva essere diversamente e da quel minuscolo “regno” Aurora ha colto la bellezza selvaggia, addolcita dalla poesia del colore.
Aurora Varvaro, proietta il suo messaggio artistico, irradiandolo verso quel mondo che ha abbandonato, nel tentativo di ricondurlo alla ragione, far comprendere che oltre all’interesse per il profitto, esiste qualcosa molto più preziosa ed edificante, la bellezza, sotto qualsiasi forma essa si manifesti, essa cancella tutto ciò che non è armonico, nelle idee e conseguentemente negli atti tesi a rigenerare ciò che un concetto errato del vivere, ha corrotto e reso profondamente sgradevole.
Aurora non conosce barriera all’esprimere la sua arte che si manifesta nei dipinti, nelle installazioni, nelle ceramiche che riconducono agli artisti che giunti dal favoloso Egeo, trovarono nell’arte figulina un legame profondo e indivisibile dalla lontana patria. Visi muliebri che esprimono allegrezza, speranza, velata tristezza per una realtà smarrita, ritrovata in un insieme di isole che vivono di propria energia emergendo da abissi marini spaventosi.
Tutte le realizzazioni di questa sensibilissima artista vivono di splendide cromie, il colore è vita e lo è ancor più in contrasto con il nero funereo delle rocce basaltiche, frutto pietrificato della vita che pulsa all’interno dei vulcani. Quelle isole, vette affioranti di vulcani sommersi, simboleggiano il perpetuo e come contr’altare, l’effimero, l’arte come emanazione di una volontà umana scaturita a significare orgoglio e volontà di imitare il bello della natura, quella stessa natura che può ribellarsi alla vanità degli uomini e, effimera come le nubi d’agosto, dissolversi in pochi istanti di struggente nostalgia di un mondo perfetto, ormai perduto.

articolo del 20.9.10 siciliainformazioni

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