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- SPIAGGE PER 90 ANNI AI PRIVATI. MONDELLO: UN RICORDO POCO INCORAGGIANTE

9 maggio 2011

di Claudio Alessandri

 
    Come fin troppo noto, è stato varato dal Consiglio dei Ministri del 5 maggio scorso, il decreto legge per il rilancio dello sviluppo economico la concessione demaniale delle coste italiane, ovviamente per le spiagge, per un periodo di 90 anni.

L’UE è intervenuta prontamente ricordando che un simile provvedimento è in palese contrasto con le regole della concorrenza leale e del libero mercato unico. Questa proposta, indubbiamente, non usuale ha destato una ridda di pareri a favore e contro; a favore coloro che di già sono beneficiari di concessioni poiché un tempo certo così prolungato incoraggia i concessionari agli investimenti, ai miglioramenti, i contrari lo sono in quanto si tratta di un decreto, come da loro sostenuto, che favorisce sfacciatamente gli attuali concessionari che, nei tanti anni di già goduti, hanno introitato somme cospicue versando allo stato importi irrisori, i famosi 90 anni, costituirebbero un vero e proprio monopolio riservato a pochi e negato ai molti.
Queste concessioni demaniali per un periodo di 90 anni, hanno risvegliato in me il ricordo di una esperienza molto vicina ai palermitani, mi spiego meglio.
L’inizio del secolo XX°, fu inaugurato, da una speculazione canagliesca. A Bruxelles fu fondata nel 1909 la società “les tramways de palerie”, alla neonata società, il Comune di Palermo, cedette per un periodo di “90 anni” tutta la zona comprendente Mondello - Valdesi, questa zona, prima dell’unificazione italiana, apparteneva alla Real casa Borbonica. Quella pianura, un tempo paludosa, era stata bonificata alla fine dell’800, e la spiaggia era stata dotata di un primo stabilimento balneare.

La Società  Belga, giusta convenzione con il Comune, si impegnava a realizzare il servizio tranviario elettrificato per collegare la nuova Stazione Balneare di Mondello, attraverso la borgata di Vergine Maria, lo scopo era anche quello di percorrere tutto il tratto di costa dell’Addaura permettendo ai passeggeri del tram di godere tutto lo spettacolo della costa.
Inoltre facevano parte del contratto la costruzione di un grande albergo, un Kursaal, uno stabilimento balneare nuovo, con caratteristiche di lusso, una chiesa, un giardino pubblico e la costruzione, con cadenza annuale di cento villini tutti dotati di un giardino avente una superficie di 450 mq. E per finire, le strade fornite di marciapiedi, una clausola quest’ultima alquanto strana secondo i canoni moderni, le strade dovevano essere alberate, fornite di fognature, la condotta idrica e l’illuminazione pubblica.

Evidentemente questo grandioso progetto non era destinato a tutta la popolazione palermitana, ma alla classe più abbiente. L’affare però non ebbe soverchio successo dato che l’alta società disertò la nuova stazione balneare preferendo recarsi in Francia, sulla Costa Azzurra oppure in altri Paesi che possedevano lussuosi stabilimenti termali e climatici.

Constatata la modesta risposta dei palermitani, la Società Belga non ritenne di dovere rispettare nella sua totalità il contratto stipulato con il Comune, ma l’Amministrazione Comunale, non adottò alcun provvedimento di messa in mora (ignoranza dei funzionari, corruzione degli stessi, non è facile provare ne la prima ne la seconda ipotesi).
A Valdesi, il luogo più ambito, vennero costruite alcune ville, eravamo nel 1912, compreso lo stabilimento balneare, la tranvia prevista in contratto a carico della Società Italo-Belga, venne realizzata, ma a spese del Comune, quindi con denaro pubblico, seguiva un percorso totalmente diverso da quello tracciato in precedenza, quello nuovo transitava per Pallavicino. Conseguentemente la vista panoramica della costa rimase nelle buone intenzioni, per il collegamento delle borgate di Vergine Maria, Arenella e Acquasanta alla città, trascorse molto tempo.
Dopo il secondo conflitto mondiale, più o meno negli anni ’50, venne realizzato il Grande Hotel nell’area che all’origine era destinata a verde pubblico. Per la chiesa venne utilizzato un edificio esistente adattato alla belle e meglio, a poco a poco, negli anni’60, esplose anche a Mondello una speculazione edilizia dissennata, l’intera costa subì le conseguenze disastrose della lottizzazione Harduin di Belmonte.

Con la distruzione programmata lungo tutta la costa dell’Addaura, scomparvero tutte quelle caratteristiche naturali che avevano fatto di quel luogo uno degli ultimi lembi di una costa dalla bellezza irripetibile.

Questo precedente non ci incoraggia ad accettare supinamente l’attuale decreto, forse a renderci ancor più scettici è il ripetersi di quei “fatali 90 anni”. 

http://www.siciliainformazioni.com/giornale/cultur a/123931/spiagge-anni-privati-mondello-ricordo-poc o-incoraggiante.htm

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