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- RECENSIONE DI SALVATORE CASTRIANNI

IL BANDOLO
Periodico di cultura
Recensione di Salvatore Castrianni
Claudio Alessandri - Il Giorno del Sole Nero

Il romanzo di Claudio Alessandri, noto ai più come critico d’arte - scrittore e studioso d’archeologia classica e medievale, ci riporta ai discorsi che da bambini sentivamo dai nostri nonni, racconti di un mondo altro, di tempi duri e di violenze gratuite.
L’intera vicenda è ambientata alla fine degli anni ’50, in un paesino dell’entroterra siciliano, in cui l’arretratezza socio-culturale e la miseria dividono la popolazione in due categorie: quella dei poveri “jurnatari”, costretti a lavorare nei campi per sopravvivere e potersi assicurare una ciotola di zuppa di fave, e quella dei “patruna” opulenti e onnipotenti, che sfruttano la condizione di estrema indigenza dei contadini che lavorano a giornata, costretti a subire gli abusi più mortificanti. E proprio di queste prepotenze smodate è vittima Antonia, la protagonista del romanzo, ispirato probabilmente ad un fatto accaduto nella realtà di allora. Antonia non è mai stata bella e il duro lavoro ha segnato il suo corpo sin dall’infanzia. Vive lavorando nei campi di questo o di quel proprietario terriero e ricamando per le signore facoltose, ma il suo tenore di vita rasenta la miseria. Ella sa bene quanto sia necessario quel duro lavoro per poter mettere sotto i denti qualcosa e mai si sottrae alla fatica dei campi, anche quando è vittima di violenza da parte di un “padroncino”. La giovane donna ben presto realizza che quella sorte non è capitata solo a lei e che molte delle sue compagne di lavoro ne sono state oggetto e ancora lo saranno, senza mai avere il coraggio e la possibilità di ribellarsi.
Come Antonia, tutti i campieri sono schiavi senza catene, ricattati dalla morsa della fame e rassegnati ad accettare un destino sventurato, che pare essere un’atavica condizione.
Grazie alla figura dell’ostetrica del paese, però, la protagonista trova la forza per non lasciarsi andare, se non per se stessa almeno per la creatura frutto di quella violenza: Maria. Non si risparmia Antonia, per la sua bambina lavora due volte di più, ma nutre il desiderio materno che essa non debba vivere l’inferno vissuto da lei e decide allora di affidarla alle cure delle monache di un paese vicino. Maria cresce serena, le sono assicurati i tre pasti giornalieri e apprende l’arte del ricamo.
Tornata a casa in un giorno di festa, la fanciulla diviene oggetto dei lussuriosi pensieri del signorotto di turno: lo “Zzu”.
Antonia conosce bene quello sguardo e quelle malcelate intenzioni: si ripresenta infatti vivido davanti ai suoi occhi l’incubo dei brutali soprusi vissuti qualche anno prima e non può accettare che anche Maria possa subire la stessa sorte meschina. Accade quindi qualcosa che non vogliamo anticipare ma che provoca altre situazioni e stati d’animo rendendo la lettura sempre più intrigante.
“Il giorno del sole nero” non risparmia colpi di scena e neanche profonde analisi psicologiche, storiche e sociali, permettendo al lettore di immedesimarsi nei personaggi del romanzo e quasi partecipare al vile destino dei suoi protagonisti.

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