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- A FERRARA IL ROMANTICISMO DI WILLIAM TURNER -

5 gennaio 2009

di Claudio Alessandri

La città di Ferrara ospita in questi giorni, presso le sale del prestigioso “Palazzo dei Diamanti”, una vasta mostra di opere del pittore inglese Joseph Mallord William Turner. Questo straordinario artista, fra i più rappresentativi della corrente “romantica”, già noto nella sua nazione ad iniziare dai primi anni dell’800, come avvenuto per tantissimi suoi connazionali, pittori anch’essi, ma anche scrittori e poeti, vennero attratti dalle atmosfere mediterranee ed in particolar modo dall’Italia, ricca di monumenti, paesaggi illuminati da una splendida luce, quella luminosità assente in Inghilterra, particolare che si riscontra facilmente nei dipinti di Turner, belli, ma come chiusi in un intimismo triste, come peraltro insito diffuso nella prosa e nella poesia.

Come lui, numerosi artisti inglesi e tedeschi, affrontarono un viaggio disagevole per godere delle bellezze monumentali, naturali e paesaggistiche del “Bel Paese”, dando vita ad un vero e proprio pellegrinaggio “laico”. La loro “fede” fu premiata perché dal loro peregrinare nacquero delle opere, pittoriche e letterarie sublimi; nell’osservare quei dipinti e nel leggere i componimenti letterari, si ha la straordinaria sensazione di assistere ad un fenomeno di trasmigrazione, in anime commosse, ma spente sentimentalmente, dell’atmosfera vivificante di una natura quella italiana, varia nelle forme e nei colori e che emanava un fluido di commovente liricità che andava a rinvigorire la vita a dei talenti già in itinere, avidi di assorbire atmosfere o luminosità quale indispensabile completamento al dischiudersi a nuova vita.

Indubbiamente la formazione artistica di Turner risente in modo determinante dall’osservazione dei “Grandi” della nostra pittura quali Tiziano e Veronese, solo per citarne alcuni.

Il suo primo “contatto” con l’atmosfera italiana avvenne contemplando i paesaggi alpini, forse quelli più vicini al suo sentire il colore, il candore delle nevi rende tutto come ammantato da luce viva, ma prossima ad un caldo tramonto.

Nei suoi viaggi successivi Turner scoprì una realtà forse immaginata, intuita, ma resa realmente godibile da una immersione totale nell’abbagliante e vivificante lucore del sole mediterraneo.

Visitò Venezia e ne rimase stregato, nella città lagunare creò le sue opere più importanti; quindi Roma e Napoli e tornato a Londra espose un’opera di grande formato dal titolo “Roma vista dal Vaticano” (1820) che oggi può essere ammirata alla “Tate” di Londra, in questa opera la Città Eterna appare in tutta la sua grandiosità non solo architettonica, immersa in una luminosità solare che la rende dorata, una caratteristica che è commovente ed osservabile nei dipinti della “Scuola Romana”.

In questo periodo e nei viaggi successivi e sempre più frequente che Turner effettuerà nel nostro Paese, avverrà la definitiva maturazione stilistica che culminerà in opere di stile profondamente lontano dalle atmosfere delle sue iniziali realizzazioni, sempre a Roma dipingerà degli acquerelli di bellezza e liricità commoventi, e dipinti come “Roma Moderna” e “Campo Vaccina”.

La mostra ferrarese è completata da due sezioni dedicate agli ultimi anni dell’attività del pittore, allorché Turner, ormai artisticamente ed emotivamente pronto ad una visione del tutto personale del dipingere, abbandonò gli antichi dettami dell’arte come consolidata tendenza in più di quattro secoli e diede vita a delle creazioni assolutamente originali nel cromatismo e nella visione architettonica e naturalistica.

Determinante per Turner fu comunque il soggiorno veneziano che lo convertì definitivamente alla luminosità ed all’armonia delle forme, influenza che non si esaurì al suo ritorno in Inghilterra dove i suoi quadri risentirono e con evidenza dei colori e delle atmosfere mediterranee e lagunari.

Questa esauriente e prestigiosa mostra è stata curata da James Hamilton realizzata grazie a “Ferrara Arte” e alla “National Gallery of Scotland di Edimburgo, in collaborazione con lo Szépmùvészeti Mùzeum, di Budapest.

articolo del.1.09 italiainformazioni

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