- L'OMAGGIO A L'AQUILA DI OMAR GALLIANI
14 settembre 2009
di Claudio Alessandri
Con inizio dal 12 settembre, l’artista Omar Galliani sarà ospite del Museo Michetti di Francavilla al Mare, si tratta di un gradito ritorno dopo molti anni di assenza, assenza che viene compensata da una mostra notevolmente ampia, circa cinquanta le opere esposte, moltissime assolutamente inedite, grandi tavole tra le quali spicca: “Nella notte a L’Aquila” di due metri per due, l’opera principale è accompagnata, arricchendola, da numerosi disegni preparatori aventi per soggetto ricorrente l’ulivo; l’opera è realizzata a pastello e come supporto utilizza una tavola di pioppo, verrà donata dall’artisti agli abitanti di L’Aquila come amoroso augurio per una veloce e splendida rinascita a seguito della catastrofe tellurica.
Fanno parte della mostra dodici disegni, realizzati recentemente e mai mostrati al pubblico dall’Artista ed ispirati ai “Promessi Sposi” per illustrare l’Agenda Manzoniana 2010 per le Edizioni “Carichieti”. La manifestazione dedicata al Maestro Galliani è stata voluta fortemente ed organizzata dall’Assessorato alla Cultura della Città di Francavilla al Mare, con l’ausilio della Fondazione Carichieti e la Fondazione Crocevia di Milano, partecipano inoltre con il loro patrocinio la Presidenza del Consiglio della Regione Abruzzo e la Provincia di Chieti. La mostra curata da Giovanni Gazzaneo e Alfredo Paglione, a loro dire si accentra su di una riscoperta della bellezza dell’uomo, espressa nella sua massima essenza dal viso. Una affermazione solo parzialmente condivisibile che nell’escludere ogni altra bellezza fisica, caratteristica di altre tantissime opere pittoriche e scultoree, attua una dolorosa ed ingiusta mutilazione fisica a beneficio delle opere esposte nell’ambito di questa mostra e non certamente da teorizzare come verità estetica inoppugnabile.
Altra affermazione incomprensibile, artisticamente e culturalmente, i curatori la manifestano, senza alcuna incertezza, cosa che rende la loro teoria ancora più “bislacca”, la incontriamo e la subiamo con sbalordimento quando leggiamo “Omar Galliani è il grande maestro del disegno italiano (concordiamo pur con qualche riserva) – scrive il curatore Giovanni Gazzaneo – e lo è perché ha saputo opporsi con coraggio a quell’arte moderna e contemporanea che ha negato l’uomo distruggendone il volto: “Picasso l’ha ridotto a maschera, De Chirico a testa di cuoio senza occhi ne bocca, Bacon a macchia deforme. Con Galliani la bellezza del volto riacquista spessore e dignità perché sa coniugare l’uomo d’oggi e l’uomo di sempre”.
Non saremo certo noi a sottovalutare le opere di Galliani dalla bellezza pura, calata in una atmosfera classicamente sfumata, ma sarebbe opportuno che Gazzaneo limitasse e di molto i suoi “voli pindarici” che poco si addicono ad uno studioso d’arte, innegabile la naturale tendenza dell’esperto per l’una o per l’altra forma d’arte, ma ad ogni considerazione deve essere posto un limite che operi un’opportuna “auto censura”, specialmente quando si è chiamati professionalmente ad esprimere pareri legati non alle proprie personali convinzioni, ma il più possibile scevri da condizionamenti contenuti in “personali” convincimenti.
Esaltare lo stile di Galliani proponendolo come contro altare a quello, negativo, di Picasso, di De Chirico o anche di Bacon è una tale assurdità che non può essere giustificata in alcun modo e siamo convinti che il primo a non condividerla è proprio lo stesso Omar Galliani che non necessita certamente di tali “incensamenti cortigiani” per essere riconosciuto universalmente uno dei massimi artisti della figurazione classica.
Omar Galliani è nato a Montecchio (Reggio Emilia) nel 1954 e subito dopo avere conseguito, nel 1978, il diploma presso l’Accademia bolognese, venne invitato da Enrico Crispolti a partecipare al premio Michetti di Francavilla al Mare, al quale aderì con un disegno di grandi dimensioni, dal titolo “Riannunciazione” una spettacolare rivisitazione di un particolare di un’opera di Leonardo.
Alle sue prime esperienze sono evidenti i condizionamenti stilistici di Francesco Paolo Michetti. Non a caso la tesi presentata in Accademia nel suo esame conclusivo, era incentrata sull’accostamento fotografia-disegno che richiamava evidentemente lo stile pittorico dell’artista abruzzese che godeva già fama di precursore dell’iperrealismo. La maggiore affinità stilistica tra Michetti e Galliani si evidenzia nel sapiente utilizzo del “chiaroscuro”.
Omar Galliani ha lasciato un segno indelebile nella terra di Abruzzo per le numerose partecipazioni alle Biennali di Arte Sacra di San Gabriele ed ancor più per le due tavole di notevoli proporzioni sulle quali campeggiano la Crocifissione e la Resurrezione all’interno del Santuario di Isola del Gran Sasso.
articolo del 14/9/09 Italiainformazioni