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- IL CASTELLO A MARE DI PALERMO "COME PERDERSI IN UN BICCHIERE D'ACQUA"

1 settembre 2009

di Claudio Alessandri

Pochi giorni addietro nell’interessarmi alla fine dei lavori di ripristino del sito dove sorge il Castello a Mare di Palermo (articolo apparso nella pagina culturale di questo stesso giornale on-line) ho tracciato un profilo storico di quel monumento con l’intenzione di contribuire, nel mio piccolo, a fare conoscere la storia pluri centenaria di quella fortezza.

Ho citato vari episodi importanti o curiosità che hanno costellato l’esistenza di quello che, fino a parecchi anni addietro, ha rappresentato una pagina gloriosa e per certi versi orribile di quel luogo che né le cannonate, né la dinamite sono riusciti a scalfire nella sua atmosfera simbolica.

All’inaugurazione della riapertura al pubblico di quel “pezzo” di storia palermitana, è seguito un notevole afflusso di pubblico che si è aggirato fra gli illustri ruderi quasi con meraviglia. Ne aveva ben donde perché il Castello a Mare era sopravissuto nel ricordo dei palermitani non più giovanissimi, rimanendo assolutamente sconosciuto ai più giovani.
 

Il motivo di tale oblio é presto detto; il Castello a Mare era rimasto celato per decenni alla vista dei cittadini, anziani o giovani, schermato da una cortina di palazzi, nemmeno di valore storico ed architettonico, e le autorità preposte alla cura dei beni artistici o storici si erano guardate bene di riscoprirlo e valorizzarlo. Quello che non erano riuscite a fare le cannonate e la dinamite lo aveva compiuto l’indifferenza di coloro che, per ignoranza o per colpevole disinteresse, lo avevano distrutto, non materialmente, ma nel ricordo della storia.

Ho voluto fortemente credere nel rinnovato impegno dell’Assessorato dei Beni culturali ed ambientali della Regione Siciliana di Palermo nella speranza di una rinascita ragionata e di una valorizzazione dei numerosissimi capolavori monumentali ed architettonici esistenti nella nostra città e che, per troppo tempo, sono rimasti esposti agli insulti del tempo ed alla indifferenza. Palermo è una città d’arte e il suo patrimonio artistico merita la massima attenzione e cura, sia per ragioni culturali che turistiche. “Vendere” il sole ed il mare non basta, queste caratteristiche le posseggono una infinità di luoghi sul nostro pianeta, il patrimonio artistico culturale della “Palermo Felice”, certamente no.

I motivi che mi hanno spinto a scrivere questa lunga premessa scaturiscono da esperienze passate, estremamente dolorose. Recente quella del Castello della Zisa, a detta delle autorità, riportato all’antico splendore e poi in brevissimo tempo abbandonato e destinato a rapida rovina. I molti turisti che si recano ad ammirarlo, lo osservano esterrefatti e trasecolano coinvolgendo nei giudizi negativi Palermo ed i palermitani e le autorità rimangono nella penombra di un incomprensibile disinteresse.

Ebbene, i miei timori si sono manifestati quasi subito. Alla prima apertura notturna al pubblico molti visitatori, ed erano veramente tanti, sono rimasti privi dei depliant che fornivano brevi notizie riguardanti quel monumento. Eppure era prevedibile il notevole afflusso, prima lamentela dei visitatori. La domenica successiva con la città zeppa di turisti i cancelli del Castello a Mare sono rimasti serrati, seconda lamentela. Non esistono guide specializzate ed i visitatori vagano smarriti tra le costruzioni dirute chiedendosi a quando risaliva la loro edificazione, a cosa servivano, perché differivano tanto architettonicamente, le una dalle altre, tante e tante domande ancora, nessuna risposta, terza lamentela.

Mi chiedo per quale motivo l’Assessorato non abbia provveduto a stampare una guida esauriente riferita alla lunga e travagliata vita del Castello a Mare, per poi porla in vendita alle migliaia di visitatori, sarebbe stata una iniziativa utile ed avrebbe fatto introitare qualche soldo, non credo che qualche visitatore si sarebbe lamentato.

Potrei continuare nell’elencazione delle lamentele, molte riportate dagli organi di informazione, altre e non poche raccolte personalmente , ma finirei per annoiare. Un’altra annotazione, però, sono costretto a farla: il varco di ingresso al monumento è dominato da una costruzione tanto semplice quanto incongrua architettonicamente in quel luogo. Serve per mostrare, al suo interno, varie copie di schemi della pianta del castello nel corso di vari secoli, giustissimo per il momento, ma spero tanto che non sia u
costruzione definitiva e che venga abbattuta al più presto e sostituita con qualcosa di meno ingombrante.

articolo dell'1/9/09 siciliainformazioni
 
 

- IL CASTELLO A MARE  DI PALERMO "COME PERDERSI IN UN BICCHIERE D'ACQUA"