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- NAIRE FEO - LA STORIA E LA FANTASIA

29 settembre 2009

di Claudio Alessandri

  Da quando mi interesso assiduamente e sono ormai molti anni di mitologia, di leggende e tradizioni popolari, tutte riferite alla splendida isola di Sicilia, mi sono fatto una convinzione cioè che tutte si snodano su di un percorso parallelo alla storia ufficiale, confermata da illustri studiosi, di varie epoche, vicende narrate sotto l’impulso di condizionamenti politici, ambientali e religiosi. Le loro ricostruzioni della storia scaturiscono dalla realtà, ma da una realtà deformata che ha finito per assurgere a verità assoluta, nulla di più errato ed erroneo, i fatti narrati da illustri storici sono senza dubbio accaduti realmente, ma senza una vera intenzione deformati asseconda le esigenze civili, sociali e politiche di un popolo durante un certo tempo e una determinata dominazione.

Con questo non è mia intenzione affermare che la storia, nel caso specifico siciliana, non abbia beneficiato di qualche rarissima illuminazione, ma da questo all’accettazione supina delle vicende che hanno interessato la nostra isola che ha visto calpestare il suo suolo da una incredibile sequela di eserciti di varie nazioni lanciate alla conquista delle sue immense ricchezze materiali e strategiche, ne passe e parecchio.

Sorvolando sui giganti ed i lestrigoni, bisogna accettare la realtà dai greci ai romani, dai bizantini agli arabi, dai normanni agli svevi, dagli spagnoli agli austriaci, con breve intervallo occupato dai Savoia. Con tutte le buone intenzioni gli storici, sono stati invischiati in una melassa crudele che ha catturato ogni buona intenzione, relegandola, come accaduto ed ancora accade in una specie di centrifuga che facilmente conduce ad interpretazioni erronee o parziali, per non dire “di comodo”.Cosa ha a che vedere tutto ciò con la mitologia, le leggende e le tradizioni? La storia ufficiale non mente volontariamente, quella “parallela” narra gli stessi eventi non mentendo, ma in modo del tutto personale, arricchita da quella fantasia che la rende gradita e godibile al popolo, inevitabilmente attratto dal mondo del fantastico nel quale la realtà triste e crudele si intravede opacizzata da una atmosfera resa gradevole dal poetico, dal fantastico, ciò è evidenziato dalla constatazione che ben poco il popolo, nella sua generalità, gradisce la storia nella narrazione ufficiale, arida e pedante; al contrario si inebria degli stessi fatti storici, per la verità anche di alcuni fatti che di storico hanno ben poco, narrati nel corso di svariati secoli ed immersi nel mondo dorato della fantasia, e ciò é ancora reale ai nostri, speculativi giorni.

Naire Feo in questa sua personale si cimenta in una impresa disseminata di ostacoli, infatti attraverso le sue opere si sviluppa un racconto che attinge, appunto, dal fantastico, dal classicismo della mitologia greca, alla visione intrisa di magia dei secoli successivi. Ogni opera narra figurativamente un avvenimento triste o eroico, crea una immagine all’incorporeo della fantasia rendendo visivamente ciò che il narratore ha tratto dal sentire più profondo dell’insondabile segreto riposto gelosamente nell’anima di ogni essere umano, di ogni epoca, di ogni tempo.

Lo stile di Naire non abbandona la sua naturale espressione che si basa essenzialmente su di una straordinaria capacità di interpretazione del colore, a questa caratteristica artisticamente preziosa, in questa personale si arricchisce del segno, di immagini a volte simboliche, a volte palesi nel completare il racconto vergato, il più delle volte da un anonimo testimone.

Questa personale consta di numerose opere appositamente dipinte per questa personale, i visitatore nell’osservare i dipinti verranno accompagnati lungo un percorso che si snoda nello svolgersi di eventi secolari, storie che illustrano vari aspetti della vita a volte convulsa, a volte gioiosa di un popolo, quello siciliano che da ogni popolazione occupante, ha colto tutto ciò che rappresentava la massima espressione della loro civiltà. Dalla religiosità all’amore per l’arte nel significato più vasto del termine, senza tralasciare quella culinaria che nella sua varietà conferma la grande importanza della lezione che solo l’acquisizione delle tradizioni multi etniche e multi culturali può rendere sempre vivace, creativa, doti che non fanno difetto al popolo siciliano.

Ogni dipinto una lezione di tradizioni, di storia pervasa dall’atmosfera suadente del sogno, della fantasia e della poesia, tutte possedute da un popolo che ha saputo affrontare secoli di violenza e sopraffazione con immensa fiducia nel futuro, certamente fantastico, ma legato saldamente alle certezze che solo l’esperienza triste o gioiosa può donare che, incredibilmente, ha dovuto pagare con il dolore la gioia di vivere su di una terra che la Creazione ha colmato di bellezza, di armonia e di quell’inevitabile pianto che sgorga nel comprendere, nei più reconditi recessi, ciò che realmente rappresenta la poesia.

articolo del 29/09/09
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